Vitivinicoltura, il Vescovo di Mazara sollecita interventi urgenti per salvare il settore

Il Vescovo Angelo Giurdanella invoca un fronte comune e sollecita interventi urgenti. Salvare la vitivinicoltura del Trapanese è una priorità non solo economica ma anche sociale. Non possiamo permetterci di perdere il pilastro della nostra  identità.

 

 

Il dramma che sta vivendo la vitivinicoltura del Trapanese non può più essere ignorato. Le Istituzioni devono essere vicine al comparto,ma soprattutto ai viticoltori e alle loro famiglie.  E’ questo in estrema sintesi il messaggio diffuso oggi dal Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo Angelo Giurdanella con una lettera in cui fa una disamina sulla grave crisi che ha colpito il comparto e l’indotto.

Per generazioni la vitivinicoltura nel trapanese ha rappresentato l’anima pulsante di un’intera comunità, oggi il settore è in ginocchio. Prima la peronospora che nel 2023 ha lasciato ferite profonde nelle viti e nei viticoltori. Quest’anno la siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, che ha ulteriormente aggravato la crisi, portando a un crollo produttivo senza precedenti. I viticoltori non riescono nemmeno a coprire i costi di produzione, e il futuro delle loro aziende è sempre più incerto. Ma il vero scandalo è l’assenza delle istituzioni politiche, sindacali e sociali, che sembrano aver voltato le spalle a chi da sempre lavora la terra con amore e dedizione. Non si chiede assistenzialismo a singhiozzo ma un piano economico per ritornare ad essere produttivi e pilastro dell’economia.

 

Da giornalista mi chiedo dove sono i piani di emergenza, i fondi di sostegno, le politiche di rilancio. Dove sono le risposte a un grido d’aiuto che risuona da mesi, mentre aziende familiari, cantine sociali e intere comunità sono sull’orlo del baratro. Mentre i costi energetici aumentano e le normative diventano sempre più oppressive, chi dovrebbe intervenire resta a guardare, lasciando campo libero a speculatori pronti a sfruttare la crisi per appropriarsi delle terre dei piccoli agricoltori, impoverendo ulteriormente il territorio.

 

Come sostiene il Vescovo della Diocesi di Mazara la crisi che colpisce il Trapanese non riguarda solo l’economia: è una questione di dignità. Dietro ogni vigna c’è una famiglia, una storia, una cultura che rischiamo di perdere per sempre. Non è accettabile che un modello di vita basato su sacrificio e passione venga cancellato da politiche miopi e dall’indifferenza di chi dovrebbe tutelare il futuro di queste comunità. Serve un fronte comune, un’alleanza forte e coesa per salvare la vitivinicoltura, non solo come settore economico, ma come pilastro della nostra identità.

 

È giunto il momento di agire con decisione, prima che sia troppo tardi. Ogni giorno che passa senza interventi concreti segna una nuova perdita per i viticoltori e per l’intero territorio. Le istituzioni politiche ed economiche non possono più restare in silenzio: è ora che assumano la responsabilità di difendere chi, con fatica e dedizione, coltiva il nostro futuro.

Alberto Di Paola

 

 

Questo il messaggio integrale di Sua Eccellenza Angelo Giurdanella, Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo

 

“Carissimi tutti,

amati viticoltori,

il Signore vi dia pace.

In occasione della festività di Maria Bambina, che da sempre, nella nostra tradizione, coincide con la vendemmia, mi rivolgo a voi con sentimenti di profonda vicinanza, condivisione e solidarietà. Questa festa, che un tempo celebrava i frutti abbondanti del lavoro della terra, oggi assume per voi un significato ben diverso, più doloroso. Sono ben consapevole delle drammatiche difficoltà che state affrontando, e sento il dovere di far risuonare la vostra voce e il vostro grido di allarme, per tracciare percorsi impegnativi ma praticabili e garantire di proseguire nella vostraattività che è vitale per tutte le economie.

 

Il settore vitivinicolo, da sempre il cuore pulsante dell’economia locale, è stato duramente molocolpito negli ultimi anni da una serie di eventi che stanno letteralmente mettendo in ginocchio le vostre aziende. Nel 2023, l’infestazione di peronospora che ha dimezzato la produzione, lasciando una ferita profonda per un territorio che vive del frutto della terra, del lavoro e del sudore dei suoi contadini, che da generazioni curano le vigne con amore e dedizioneQuesta perdita, già di per sé devastante, ha lasciato cicatrici non soloyf nelle terre, ma anche nelle vostre famiglie, nelle vostre speranze e nei vostri sogni per il futuro delle nostre aree rurali. È risaputo che per i lavoratori della terra l’agricoltura è più che un semplice lavoro, è il cuore della vostra identità.

 

A rendere la situazione ancor più insostenibile, quest’anno è arrivata la siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, che ha ulteriormente aggravato le difficoltà, che ha avuto come risultato un crollo produttivo senza precedenti: tracollo che non consente nemmeno di coprire i costi di produzione che ognuno di voi sostiene per coltivare la propria vigna. In queste condizioni, non solo non è possibile generare profitto, ma non si riescono neppure a mantenere in piedi le vostre attività, a pagare i fornitori, i lavoratori stagionali, e a garantire il sostentamento delle vostre famiglie. È una crisi che non colpisce solo l’economia, ma tocca in profondità la dignità di chi, con sacrificio, da generazioni lavora la terra. Ad aggravare la situazione gli elevati costi energetici, la concorrenza sul mercato, un eccesso di procedure amministrative e norme sempre più restrittive.

“La misura è
colma”, bisogna fare in fretta, non è il momento di dividerci, uniamo le forze, creiamo alleanze.

Solo attraverso l’ascolto e il dialogo potremo comprendere meglio la realtà dei viticoltori e avere maggiore trasparenza dei processi decisionali consentendo un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori interessati. “I mali dei vicini non saranno mai le nostre fortune”. Le difficoltà non si fermano ai campi. Anche le cantine sociali, che svolgono un ruolo fondamentale nella nostra economia agricola, stanno vivendo una crisi profonda. L’ammanco di uva ha colpito duramente la loro attività, portando molte di esse sull’orlo della chiusura. Queste cantine, spesso costituite da piccoli e medi viticoltori che si uniscono per fare fronte comune, non riescono più a sostenere i costi di lavorazione e produzione. La mancanza di uva e di liquidità le espone a rischi gravissimi, e senza aiuti concreti rischiamo di veder sparire un modello di cooperazione agricola che è stato per decenni un pilastro della nostra comunità.

 

Di fronte a questa drammatica situazione, non possiamo ignorare il silenzio assordante delle istituzioni politiche, che sembrano aver voltato le spalle ai viticoltori e al mondo agricolo in generale. Anziché intervenire con decisione e urgenza per sostenere chi è in difficoltà, assistiamo all’inerzia di chi dovrebbe garantire misure di soccorso immediate, politiche di sostegno concreto e mipiani a lungo termine per la salvaguardia del settore agricolo. Questa mancanza di azione non solo aggrava la crisi, ma lascia spazio a chi si potrebbe avvantaggiare della crisi e dal collasso di migliaia di piccole e medie aziende viticole.

 

Dietro questa crisi si cela il rischio di un ritorno a logiche che pensavamo non dover più fronteggiare perché relegate nel passato: quelle dei latifondi agrari, dove pochi grandi proprietari terrieri controllavano vasti territori, mentre i piccoli agricoltori, spogliati delle loro terre e del loro futuro, erano costretti a cedere il frutto del loro lavoro per pochi denari. Oggi, vediamo riaffiorare dinamiche simili, dove il crollo del valore fondiario potrebbe permettere l’acquisizione delle terre da parte di grandi gruppi speculativi, interessati più al profitto che alla custodia del territorio ed al bene comune.

 

Non possiamo permettere che ciò accada.

 

Non possiamo accettare che il sacrificio e l’amore per la terra di generazioni di viticoltori venga cancellato per assecondare logiche di mercato che favoriscono solo pochi, a scapito di molti.

 

Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato si’, ci ricorda con forza che la terra non è una risorsa da sfruttare fino all’esaurimento, ma un dono prezioso che ci è stato affidato per essere custodito con cura e responsabilità. La Laudato si’ ci chiama a riconoscere il legame profondo che esiste tra la terra e le persone che la abitano, e a non considerare il creato solo come una merce da utilizzare. Voi, cari viticoltori, siete i veri custodi della nostra terra, e il vostro lavoro, la vostra dedizione e il vostro sacrificio rappresentano un patrimonio inestimabile per la nostra comunità. Un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere.

 

La Chiesa è con voi. Non siete soli in questa battaglia. Condivido il vostro dolore, la vostra fatica, e mi impegno, insieme a voi, a chiedere giustizia e misure concrete per evitare che l’agricoltura della nostra terra venga cancellata. La crisi che state vivendo non può essere ignorata. È urgente che le istituzioni rispondano, con determinazione e rapidità, per proteggere il lavoro agricolo e garantire un futuro dignitoso a chi, come voi, vive del frutto della terra. Non stiamo parlando solo di economia o di numeri, ma del futuro di un’intera comunità, della preservazione della nostra cultura, della nostra identità e delle nostre radici. Non dimentichiamo nessuno, nemmeno i braccianti agricoli stagionali, che a motivo della crisi si trovano in grave difficoltà, nessuno deve sentirsi escluso!

 

Per questo, è necessario alzare la voce, richiamare con forza le istituzioni a intervenire, perché ogni giorno che passa senza azioni concrete segna una nuova perdita, non solo per i viticoltori, ma per tutti noi. L’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro non solo esprime solidarietà, ma è disponibile all’ascolto di tutti e alla condivisione di iniziative per fronteggiare l’emergenza e per dare il proprio contributo all’intero comparto vitivinicolo!

 

Facciamo tutti la nostra parte.

 

Cari viticoltori, vi esorto a non arrendervi. La vostra lotta è giusta e necessaria. La vostra passione per la terra, il vostro attaccamento al lavoro agricolo sono un esempio di resistenza e dignità. Affidiamoci a Maria Santissima Bambina, chiedendole di intercedere per voi, per le vostre famiglie e per il futuro delle nostre campagne. Che vi dia la forza di continuare a credere nel vostro lavoro e la speranza di un futuro migliore, più giusto e più solidale. Vi siamo accanto e vi ammiriamo, non solo per le fatiche di una professione difficile ma anche per la passione con cui affrontate le sfide del tempo presente.

 

Saluto tutti e vi benedico con l’affetto di padre, la sollecitudine di fratello, e con l’amicizia che si fa condivisione.

† Angelo
Vescovo
Mazara del Vallo,

 

8 settembre 2024
Festa di Maria Bambina

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