Violenza sessuale sulla cugina 13enne, in carcere un mazarese
A sporgere denuncia fu la madre della ragazzina che subì violenza sessuale, dopo che questa le confidò che il cugino avrebbe abusato di lei all’interno del garage condominiale
Un giovane di Mazara del Vallo (M.P., di 26 anni), è stato condannato a sei anni di carcere dal Tribunale di Marsala per violenza sessuale e violenza privata su una cugina che all’epoca dei fatti (2009) aveva solo tredici anni. A sporgere denuncia fu la madre della ragazzina, dopo che questa le confidò che il cugino avrebbe abusato di lei all’interno del garage condominiale.
I fatti sarebbero accaduti nel quartiere di «Mazara 2». La pena inflitta dai giudici all’imputato è stata più severa di quella invocata dallo stesso pubblico ministero, che aveva chiesto 5 anni di reclusione. Il Tribunale ha, inoltre, condannato M.P. al pagamento di un risarcimento danni di 50 mila euro alla parte civile.
È importante cercare di affrontare il fenomeno della violenza contro le donne in un’ottica di prevenzione, e in questo senso è necessario, prima di tutto, promuovere nei programmi scolastici l’educazione alle relazioni non discriminatorie e il rispetto delle differenze di genere: è quanto sottolinea l’Associazione Genere Femminile, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre.
In occasione di questa ricorrenza, l’associazione manifesta forti preoccupazioni per la dilagante violenza contro le donne e per la mancanza di un’applicazione effettiva delle misure a loro tutela. Il quadro giuridico italiano per combattere la violenza contro le donne, sottolineano, si è evoluto nel tempo e prevede misure di protezione e prevenzione oltre che sanzionatorie o repressive. Non è quindi un problema di carenza di disciplina, ulteriormente rafforzata dalla legge sulla violenza di genere del 15 ottobre 2013 e poi, nel luglio 2015, dal Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. È un problema, denuncia l’associazione, di applicazione delle misure previste nell’ordinamento italiano.
«Va riconosciuta l’esperienza dell’associazionismo e del privato sociale. È molto importante il lavoro di quelle figure professionali che ogni giorno si confrontano con la violenza di genere – sottolinea Cotrina Madaghiele, presidente di Genere Femminile – ma per costruire una nuova cultura servono modelli, leggi, educazione, protezione. Oggi c’è una maggiore presa di coscienza femminile ma molta violenza si agita nel sommerso, non segnalata per paura o scarsa consapevolezza. Come si evince dai racconti di chi si rivolge al nostro Centro di Ascolto, la violenza domestica è molto più diffusa di quanto si pensi. La violenza nella sfera privata rimane in gran parte invisibile e sotto denunciata».
fonte: www.gds.it