Vendemmia: annata poco favorevole per l’Italia, altalenante per l’Ue. I dati
Una vendemmia a macchia di leopardo, ma con cali significativi in Italia, Francia e Spagna e incrementi produttivi in Portogallo, Austria e Romania. Sono i primi risultati dei raccolti di uva 2017, sulla scorta del report della Commissione europea dell’Agricoltura, diffuso nei giorni scorsi.
Le tendenze sono state confermate dal Copa-Cogeca, il sindacato di rappresentanza europeo degli agricoltori (Copa) e delle cooperative agricole (Cogeca).
Nel report comunitario si parla di “notevoli danni” ai vigneti in tutta Europa, come conseguenza delle “condizioni climatiche avverse” che si sono verificate nel 2017. Eventi negativi che hanno di fatto accompagnato i mesi di sviluppo vegetale delle vigne. Come non ricordare, ad esempio, le tempeste pesanti di grandine e gelo in primavera o ancora la siccità che ha colpito pesantemente nel corso dell’estate? O le piogge che in alcuni frangenti sono state torrenziali, nell’ultima fase del ciclo produttivo delle piante?
Ecco, allora, che i principali paesi produttori di vino dell’Unione europeaprevedono notevoli diminuzioni della loro raccolta: la Spagna prevede che il raccolto sia inferiore del 16% rispetto al 2016, la Francia prevede un calo del 17% e l’Italia del 21%.
Nelle diverse aree geografiche, poi, vi sono regioni in questi paesi – che sono i principali produttori di vino d’Europa – che prevedono riduzioni ancora maggiori di quelle medie nazionali. Ad esempio, il territorio spagnolo di Castilla-la-Mancha prevede che il raccolto sia inferiore del 19% rispetto allo scorso anno, mentre la Sicilia prevede un calo del 35%.
Come anticipato, però, in uno scenario sostanzialmente negativo, che preconizza una perdita media del 14%, pari a 22 milioni di ettolitri di vino, che fermerà l’asticella produttiva a circa 145 milioni di ettolitri, più in basso di 5,5 milioni rispetto al record negativo degli ultimi anni (l’annata 2012-2013), qualcuno ha sorriso.
Il Portogallo, segnala per esempio la Commissione europea, prevede un aumento del 10% rispetto al 2016, mentre l’Austria, un anno fa eccessivamente penalizzata dal gelo, prevede un miglioramento del 23%. Anche la Romania stima una crescita del 60%, con un ritorno al livello del 2013 e un aumento del 35% rispetto alla produzione media degli ultimi cinque anni.
Il presidente del gruppo di lavoro vino del Copa e della Cogeca, Thierry Coste, ha detto che “quest’anno i nostri vigneti sono stati fortemente colpiti dal cambiamento climatico e da eventi climatici estremi, come gelate e siccità, per cui si prevede che il raccolto sarà inferiore del 14% rispetto ai livelli dell’anno scorso”.
I dati di Copa-Cogeca
La siccità ha portato anche a una vendemmia anticipata di due settimane in Europa e Italia e Francia, secondo Copa-Cogeca, sono state particolarmente colpite. Tanto che, afferma, “nella migliore delle ipotesi, in Francia sarà raggiunto un minimo storico di 37 milioni di ettolitri, vale a dire unariduzione del 18% rispetto ai livelli dell’anno scorso. In Italia si prevede di raggiungere i 40 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 26%rispetto al 2016. In Spagna si prevede una produzione di circa 36 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 20% rispetto ai livelli dell’anno scorso.
Il Portogallo è l’unico paese in cui vi è stato un aumento di circa il 10%rispetto ai livelli dell’anno scorso”, dichiara Coste.
I dati, dunque, non sono del tutto allineati con quelli della Ue.
“La qualità dell’uva è tuttavia molto buona in tutta l’Europa, per cui il vino sarà eccellente. Si prevede un aumento dei prezzi, che però non sarà sufficiente a compensare alcuni produttori per le perdite subite. I produttori necessitano migliori regimi di assicurazione. I cambiamenti proposti allo strumento di stabilizzazione del reddito nel Regolamento Omnibus potrebbero essere utili in questa situazione se permetteranno di attivare gli aiuti quando le perdite raggiungono il 20% e non il 30%”, ha aggiunto.