Vendemmia 2014: in Sicilia cala la produzione del 30% circa, ma viene mantenuta salva la qualità delle uve

La vendemmia genera 9,5 miliardi di euro, da occupazione a 1,25 milioni di persone, coinvolge 650.000 ettari di vigne di oltre 200.000 aziende vitivinicole

vendemmia-sicilia-uva-vino-marsala-news-www.marsalanews.it-marsala-notizie-marsala-giornale-onlineVendemmia 2014: in  Sicilia cala la produzione del 30% circa, ma viene mantenuta salva la qualità delle uve. Il drammatico dato statistico è stato diffuso ISMEA che ha avviato una indagine in campo nazionale dove il calo di produzione si attesta attorno sul 15% che in termini di vino fa registrare un calo dai 48,2 milioni dello scorso anno ai 41 milioni di ettolitri di quest’anno. La Sicilia risulta la regione più colpita dal calo di produzione attestante sopra il 27% . In termini di quantità, la produzione siciliana scenderà, secondo le stime dell’ISMEA da 7,282  milioni dello scorso anno ai   5, 280 di quest’anno.

Una perdita di 2 milioni di litri che mette in serie difficoltà i produttori,soprattutto il mondo delle cantine sociali  che, a fronte della perdita del 27% del loro raccolto stanno subendo paradossalmente il crollo del prezzo di mercato. Il prezzo ettogrado è sceso sotto i due euro, come a dire che un litro di vino con 10 gradi di alcool si vende, sfuso e all’ingrosso a 20 centesimi. Di conseguenza anche il prezzo dell’uva da vino è in caduta libera; tant’è che si aggirerebbe sui 10,00 – 15,00 euro quintale. E pensare che cifre del genere in altre parti del Paese si pagano per una decina di chilogrammi.

raccolta-uva-forbici-vendemmia-sicilia-uva-vino-marsala-news-www.marsalanews.it-marsala-notizie-marsala-giornale-onlineLa Sicilia, da sempre ha improntato la sua produzione sulla quantità, avendo terre fertili, condizioni metereologiche ottimali ed acqua per irrigare.  Ora che viene meno del 27% la produzione a causa di imprevedibili azioni patogene che hanno colpito la vite, per i produttori è un vero e proprio dramma. Nessuno si aspettava una così drastica riduzione, poichè non era nelle previsioni l’insorgere di alcune micidiali malattie, fra cui la peronospora, la tignoletta e la botrite, che hanno colpito i vigneti della Sicilia occidentali nella fase finale della maturazione. Meno colpiti gli impianti della Sicilia orientale, dove si è avvertita, invece, la siccità. Entrambi le cause stanno alla base del disastrosa annata. Il raccolto è stato letteralmente falcidiato.

«Di sicuro, poteva andare meglio», è il commento del direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli. «L’andamento climatico è sotto gli occhi di tutti e mai come quest’estate abbiamo visto un’Italia divisa in tre, con il Nord colpito da basse temperature e tanta pioggia, il Centro che nelle ultime settimane ha recuperato in modo significativo e il Sud che ha goduto di giornate più regolari».

Il risultato, in termini vitivinicoli? «È ancora presto per fare previsioni precise, ma non sono molto ottimista. In generale, l’annata non sarà certo da incorniciare e la qualità sarà molto differente da zona a zona, con il mediocre che convivrà con qualche punta di eccellenza». Con tanto ottimismo, secondo le stime attuali, in ogni modo, il 40% della produzione sarà destinata ai 332 vini Doc e ai 73 Docg del Belpaese, il 30% alle 118 Igt, ed il 30% diventerà vino da tavola. Una buona fetta della produzione, almeno lo si spera, finirà sui mercati esteri; per come avviene negli ultimi anni. Le esportazioni, ricorda Coldiretti, nei primi 4 mesi del 2014 sono cresciute del 3% sul 2013, che ha invece registrato una sostanziale stagnazione (-0,1%) dei consumi interni.

Il vino, per il nostro Paese, continua ad essere tra alti e bassi uno dei comparti trainanti dell’agricoltura italiana che, solo nel periodo della vendemmia, secondo i dati diffusi da Coldiretti, genera 9,5 miliardi di euro di fatturato, da occupazione a 1,25 milioni di persone, coinvolgendo 650.000 ettari di vigne e oltre 200.000 aziende vitivinicole.

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