Un lavoro ai migranti; una vera provocazione per i poveri di casa nostra
L’avvio dei migranti ai lavori socialmente utili, viene chiesto con un atto d’indirizzo daì Consiglieri Comunali del PD Linda Licari e Calogero Ferreri. Nella nota indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Sturiano i due esponenti della sinistra marsalese invitano l’Amministrazione Comunale di avviare uno studio per la redazione di progetti sperimentali e protocolli d’intesa che prevedano, attraverso l’ausilio di associazioni NO PROFIT, i giovani extracomunitari ospitati provvisoriamente dai centri di accoglienza per migranti, rifugiati e in attesa di asilo.
Tale iniziativa viene sollecitata da Licari e Ferreri come atto concreto di attuazione di vere politiche di integrazione che non diano solo un sussidio per la temporanea sopravvivenza ma che portino i migranti ad integrarsi LAVORANDO con dignità in lavori socialmente utili; favorendo così più tolleranza da parte della comunità accogliente ed evitando la possibilità che i centri di accoglienza diventino dei lager.
Lodevole iniziativa… perchè non dare loro pure una casa ammobiliata, una bella auto, un vitalizio sostanzioso e magari qualche “bella donnina” con cui intrattenersi di tanto in tanto… Se permettete illustri consiglieri l’ironia ci sta tutta. Non siamo razzisti, lunge da noi diffondere informazioni contro le popolazioni che migrano, ma ora si arriva all’assurdo. Il vostro atto d’indirizzo è vergognoso nei confronti di tantissimi concittadini, di cui molti continuano a pagare le tasse, che vivono in stato di povertà. Tranne che non è una escamotage per rimpinguare le casse di qualche Associazione “amica” o magari per “ricambiare il favore” per qualche voto ricevuto durante l’ultima campagna elettorale.
La nostra redazione spera che sia solo frutto dell’inesperienza e del buonismo che alberga in Voi giovani consiglieri comunali del PD. Licari e Ferreri quando chiedono l’attuazione di lavori socialmente utili per i migranti si mostrano incuranti di decine di altri problemi di pubblica utilità e molto più urgenti, perchè intendono mettere a disposizione le magre e mal ridotte casse comunali. Allo stato attuale non vi sono misure nazionali e/o internazionali per l’integrazione dei migranti.
Non per sindacare l’operato della Pubblica Amministrazione, sta iniziando il nuovo anno scolastico con i problemi di sempre, il servizio igienico personale che non si sa quando potrà essere avviato, la mensa che inizierà solo dalla seconda settimana di ottobre e che in molti plessi si ritornerà a scuola con i cantieri per la messa in sicurezza ancora aperti. Per non parlare poi delle condizioni in cui si trovano: le strade (tutte più o meno con il manto stradale dissestato), i dorsi e le cunette, la pubblica illuminazione, i semafori, la segnaletica orizzontale e verticale. E se poi vogliamo parlare di integrazione perchè nessuno pensa agli indigenti, ai disoccupati cronici, ai senza lavoro, a chi lo ha perso e non riesce a trovarne un’altro, ai quarantenni e cinquantenni che difficilmente potranno ricollocarsi nel mondo del lavoro. Molti di loro non hanno un tetto sulla testa e nessuno garantisce loro tre pasti al giorno. Questi nostri sfortunati concittadini cosa hanno di meno di un migrante. A loro non viene dato nulla ma ad un presunto rifugiato politico l’Unione Europea e lo Stato Italiano garantiscono assistenza, un vitalizio giornaliero (alloggio, vitto e beni di prima necessità).
Ebbene un migrante riceve una diaria giornaliera che varia tra le 30 e le 40 euro giornaliere e se è anche un rifugiato la diaria sale a 80 a 140 euro al giorno, quest’ultimo importo viene assicurato anche per i minori. Cifre esorbitanti, molto più di quanto percepisce un volontario della Marina Militare (900 euro al mese) che rischia la propria vita per salvarli dai barconi. Purtroppo nelle loro tasche vanno solo le “noccioline”, 2,5 euro al giorno ed una scheda telefonica con la quale poter chiamare i congiunti lontani. E il resto? Nelle casse della nuova “mafia” dell’assistenza all’immigrato. Le cifre giornaliere sopra menzionate vanno a cooperative che danno un posto letto, tre pasti al giorno e provvedono alle esigenze primarie dei migranti. Un vero e proprio business, legale e alla luce del giorno, che ha visto trasformare vecchie catapecchie in alloggi a cifre esorbitanti. Del resto – come scrisse Pirandello – “Cappiddazzu paga tuttu”
Qualora i consiglieri Licari e Ferreri non lo sapessero il numero degli indigenti marsalesi cresce di giorno in giorno e nessuno se ne preoccupa. L’unico “scrupolo di coscienza” per il Consiglio Comunale e la Pubblica Amministrazione è quello di “raggranellare” qualche decina di euro da donare agli indigenti solo ed esclusivamente per le festività natalizie. Il nostro non è razzismo è la sola constatazione che oltre ai migranti, vi sono casi ben più gravi di emarginazione, di abbandono, di sofferenza. Chi ha avuto la sfortuna di perdere il lavoro, in questa Città, si trova da un giorno all’altro povero e se ha la “sfortuna” di avere una casa che ha costruito “stillando sangue e sudore” deve continuare a pagare pure le tasse se non vuole ritrovarsi nel giro di qualche anno senza un tetto sopra la testa.
In questa città non si sente più il grido dei poveri e la sofferenza di chi ha perso la dignità perché non riesce più a portare a casa il pane perché ha perso il lavoro. E la cosa peggiore è l’indifferenza che ci rende ciechi, sordi, muti, insensibili a tutto e a tutti, ma soprattutto chiusi nel nostro egoismo che ci fa pensare di essere “immuni” alla povertà. Un modo per esorcizzare la paura di finire in bancarotta, un palliativo per chi è povero nell’anima.