Turismo in crescita, ma la Sicilia a livello normativo é arretrata
I dati raccolti dal DEFR sono incoraggianti, aumentate nel 2017 le presenze sull’Isola di circa un milione di persone rispetto al ‘2016. Fa testo a se la provincia di Trapani dove si registra un calo del 50%.
Il DEF, Documento di Economia e Finanza Regionale, principale strumento di programmazione economico-finanziaria della Regione – sul turismo in Sicilia, indicano una ripresa che lascia ben sperare: nel 2017, gli esercizi ricettivi hanno registrato circa 14 milioni 649 mila presenze (+951 mila sul 2016, pari al +6,9%) mentre gli arrivi sono stati di circa 4 milioni 800 mila (con un incremento del 9,8% rispetto al 2016).
Un milione di turisti in più in Sicilia e visitatori in crescita nei siti culturali regionali. C’è anche una nota lieta nel documento di economia e finanza regionale. La Sicilia è prima della classe ma le preoccupazioni e le contraddizioni non mancano.
È di oggi ad esempio la denuncia del presidente provinciale di Federalberghi Pasquale Moncada. Il responsabile della provincia di Trapani infatti, ha dichiarato: “Negli alberghi del Trapanese la metà delle visite rispetto all’anno scorso”.
I dati
Ma gli ultimi numeri ufficiali sorridono alla Sicilia. A dati non definitivi, nel 2017, gli esercizi ricettivi hanno registrato circa14 milioni 649 mila presenze (+951 mila sul 2016, pari al +6,9%) mentre gli arrivi sono stati di circa 4 milioni 800 mila (con un incremento del 9,8% rispetto al 2016).
È soprattutto nei beni culturali che la Sicilia fa registrare buone notizie. Infatti, stando al Defr, fra il 2016 e il 2017, i visitatori dei siti culturali in Sicilia sono cresciuti del 13,59% mentre il dato nazionale (Sicilia esclusa) è pari a circa il 10% di visite in più. I visitatori hanno sfiorato i 5 milioni. Di pari passo sono cresciuti gli incassi. Nel 2016 i siti siciliani hanno staccato biglietti per 26 milioni di euro. Così, nell’Isola c’è un incremento del 12,12% mentre nel resto d’Italia la crescita è di poco inferiore, assestandosi al 11,8 %.
Il turismo
Per la promozione turistica della Regione i grandi obiettivi fissati confermano alcune politiche già annunciate e ne indicano nuove. Gli investimenti totali saranno circa 76,5 milioni di euro: 31 milioni proverranno dai fondi europei per lo sviluppo regionale mentre 45,5 milioni proverranno dai fondi del patto per la Sicilia.
Si parte da una migliore organizzazione degli operatori turistici che promuovono la Sicilia. Il disegno è quello di creare una rete tra i distretti turistici e i consorzi, coinvolgendo anche altri soggetti istituzionali e privati.
In linea con il passato sono le azioni di marketing: la partecipazione alle fiere, il finanziamento delle visite di blogger e giornalisti che parlino della Sicilia e il finanziamento dei grandi eventi di richiamo siciliani. Si continua a puntare alla Cina e al turismo delle origini. E anche gli investimenti sulla promozione del cibo siciliano, delle rotte del tonno e dell’efficientamento energetico delle località turistiche, sono in continuità con il piano di promozione turistica di quest’anno.
Infine, tantissime risorse, 40 milioni di euro, potrebbero essere utilizzate per gli impianti sportivi. Al recupero di quelli già esistenti e allo sviluppo di quelli per le grandi manifestazioni sportive. “Per generare una proiezione dell’immagine della Sicilia a carattere internazionale con la conseguente ricaduta sul turismo”. Anche se un articolo in Finanziaria che prevedeva proprio degli stanziamenti per le strutture, è stato “bocciato” dal governo nazionale.
L’allarme di Federalberghi
Le azioni per la promozione turistica potrebbero, però, essere risultare vane nel trapanese, lì per gli operatori del comparto turistico, si fa urgente un intervento nell’annosa questione dell’aeroporto Trapani Birgi. “Il calo drastico – ha dichiarato il presidente provinciale di Federalberghi Pasquale Moncada – è dovuto soprattutto alla riduzione dei voli da e per l’aeroporto di Trapani Birgi. Nel capoluogo – ha poi continuato – la crisi ha colpito non soltanto gli hotel, ma anche le strutture extralberghiere, con i primi che riescono appena a coprire le spese e soltanto facendo ricorso ai viaggi organizzati. Ryanair, in questo momento, per Trapani, – ha concluso Moncada – è da paragonarsi ad un farmaco salva-vita. Senza la compagnia irlandese l’economia della città avrebbe subito un collasso”. Il calo drastico, dice al Giornale di Sicilia il presidente provinciale di Federalberghi Pasquale Moncada, è dovuto soprattutto alla riduzione dei voli da e per l’aeroporto di Trapani Birgi
Il cinema
Tornando a leggere il Defr, il governo tiene a ribadire come “il cinema in virtù della sua specificità di attività di carattere culturale, è un eccellente ambasciatore del “Made in Sicily” ed un grande catalizzatore di interesse per i potenziali visitatori dell’Isola”. Per questo, nei prossimi anni, al settore saranno riconosciuti circa tre milioni all’anno.
È previsto l’utilizzo di 1,45 milioni per la realizzazione di lungometraggi in Sicilia, 1,15 milioni saranno usati per sviluppare la realizzazione di festival cinematografici e spettacoli dal vivo e 200mila euro saranno dati alle sale cinematografiche. Altri 500mila euro,infine, saranno erogati al Csc, il Centro Sperimentale di cinematografia che, in Sicilia, forma giovani documentaristi provenienti da tutta Italia.
I beni culturali
La macroarea dei beni culturali prevede più di 30 obiettivi divisi in cinque settori. Si parte dal sistema della tutela per cui si promette uno snellimento dei procedimenti amministrativi e l’avvio dei piani di colore. Poi, si passa alla gestione delle risorse umane. L’allarme è quello di ogni settore dell’amministrazione regionale: il personale diminuisce a causa dei pensionamenti e si deve rendere l’apparato più efficiente. Per questo si aspira ad avere nuovi tecnici (da selezionare tramite concorsi) e a formare il personale in servizio.
Parlando di gestione dei siti archeologicisi punta ad organizzare la manutenzione ordinaria e straordinaria partendo dal diserbo e arrivando all’attivazione dei laboratori di conservazione.
Per ciò che riguarda la diffusione culturale il governo ha in cantiere la legge per l’editoria sul modello di quelle approvate in Campania e in Puglia. Mentre un altro risultato da raggiungere è quello di stimolare il rapporto fra scuole e musei.
L’ultimo settore è quello della valorizzazione. La Regione intende puntare anzitutto sull’art bonus, la defiscalizzazione per chi fa donazioni per il restauro dei beni culturali. Sarà intensificato il rapporto con la Conferenza episcopale siciliana per far conoscere il patrimonio culturale religioso. Mentre grande attenzione è rivolta al miglioramento dei servizi. Lo sbigliettamento unico online, ad esempio, copre solo 60 dei 121 siti culturali gestiti dall’Assessorato. Mentre nella gestione di tutti i beni culturali presenti nel territorio ci si rende conto come sia necessario offrire al visitatore una mappa di tutta l’offerta che a lui offre una città. “Il visitatore o l’utente locale – riconosce il def – deve avere chiare le opportunità di visita ed approfondimento culturale attraverso dispositivi informativi unitari indipendentemente dalla loro appartenenza”
Sulle problematiche turistiche interviene Vincenzo Figuccia, deputato regionale e leader del Movimento CambiAmo la Sicilia, che mette in evidenza “le contraddizioni, lacune e la palese constatazione di una scarsa organizzazione logistica e normativa che ogni anno genera impreparazione e insufficienze”.“Ai lettori di buona memoria – dice Figuccia – sarà rapido e intuitivo richiamare alla mente la proposta di legge mai andata in porto dell’allora assessore al Turismo Anthony Barbagallo. Con il ddl s’intendeva dare una più che mai opportuna rinfrescata e omogeneità alle norme che governano il settore turistico: regolare le strutture alberghiere e ricettive, fissare i canoni precisi da rispettare per rientrare nella classificazione, rendendo chiara la differenza fra la miriade di tipologie offerte oggi ai consumatori, sharing economy, che nel settore turistico indica le “unità abitative ammobiliate a uso turistico”. Il testo avrebbe regolato anche i nuovi sistemi abitativi per turisti come per esempio Airbnb: chiunque condivida la propria abitazione con terzi dietro compenso. Ma ad oggi quel disegno di legge che avrebbe rinnovato lo spirito dei regi decreti che in terra di Sicilia continuano a disciplinare l’intero ambito, si è arenato. Ci sono riforme importanti che in Sicilia attendono di vedere luce. Aggredire nuovi mercati e consolidare quelli che già assicurano flussi in entrata, valorizzare modelli cooperativi di azione fra settore pubblico ed imprenditoria private, destagionalizzare i flussi turistici, sono riforme non possono avere colore. Il disegno di legge presentato dall’onorevole Barbagallo, è una norma che ho condiviso e che continuo a condividere in molti suoi aspetti. Il testo deve avere priorità nell’iter legislativo e deve immediatamente essere inserito all’ordine del giorno della commissione lavoro e turismo la quale avrà così la possibilità di esaminarla nel merito e inviarla prima possibile in aula. Riforme come quella del turismo – conclude Figuccia – non possono attendere. Dal Turismo passa l’opportunità di sviluppo per la Sicilia”.