Troppe “urgenze” in pronto soccorso, a Marsala sbotta la protesta dei cittadini

L'utente non gode di una buona sanità, soffre, si amareggia e, se contesta, finisce con scontrarsi con il muro di gomma della "burocrazia

ospedale-affollamento-pronto-soccorso-marsala-marsalanews-paolo-borsellinoTroppe “urgenze” in pronto soccorso, a Marsala sbotta la protesta dei cittadini. Da mesi, precisamente dall’inizio dell’estate s  registrano situazioni al limite della sopportazione umana al Pronto Soccorso dell’Ospedale Paolo Borsellino, sfociate in discussioni animate e liti a cui sono dovute intervenire le forze dell’ordine per calmare gli animi. Ritornata la calma, stilati i verbali, segnalato l’accaduto alla dirigenza dell’Asp di Trapani, nulla è cambiato. Il fatto vero è che l’organico del Pronto Soccorso sarebbe insufficiente a garantire l’ordinaria gestione delle attività medico-sanitarie, situazione che precipita nel momento in cui giungono al triage uno, due, e talvolta anche più, codici rossi, Ovvero soggetti affetti da traumi e/o patologie che mettono in rischio la propria vita.

I casi d’urgenza, giustamente, hanno precedenza assoluta… guai se così non fosse! Chi non è in pericolo di vita può attendere… Quanto? Qualche ora, mezza giornata, dieci ore ed anche più. Purtroppo le emergenze, talvolta sono “toste” e per fronteggiarle occorrono ore. Tempo sottratto al personale medico ed infermieristico che finisce col ripercuotersi sui codici gialli, verdi e bianchi in pronto soccorso. Ed ecco che la piccola sala d’attesa si intasa di gente traumatizzata o affetta da malattie con al seguito i propri cari;  lasciata ad aspettare, dopo che l’infermiere addetto al triage, ovvero al primo consulto con il personale della struttura ospedaliera, gli ha affidato un codice d’ingresso e, di conseguenza, una lunga lista d’attesa.

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Al Pronto Soccorso di Marsala non esiste alcuna privace, gente di diversa nazionalità, astrazione sociale, sesso ed età viene lasciata ad aspettare in locali angusti, anche ore, gli uni accanto ali altri, prima che qualcuno si prenda cura di se. La cosa peggiore è che i locali, dove i pazienti in attesa di cure attendono il proprio turno, sono piccoli e, forse, non del tutto igienici, visto che in poche decine di metri quadri talvolta vi sono alcune decine di persone che respirano la stessa aria e condividono germi, microbi, virus. Il paradosso si ha quando vi sono, ad attendere, contemporaneamente  bambini con poli-traumatizzati, magari sanguinanti, e ammalati gravi. Per non parlare poi dello stato psicologico del paziente che attende su una lettiga per ore prima che qualcuno lo visiti, pratichi le cure del caso e lo tranquillizzi. E pensate un po’ come possa stare un familiare davanti a tanto “lassismo”…  del personale che – seppure non ha colpe -, per cause di forza maggiore vive giornalmente lo stato di disagio di un pronto soccorso di “frontiera”.

Le problematiche del Pronto Soccorso di Marsala sono state da tempo portate a conoscenza dei vertici dell’Asp di Fabrizio De Nicola e del competente Assessorato Regionale alla Salute Pubblica di Lucia Borsellino, ma di interventi risolutori neanche l’ombra. E, mentre i vertici sanitari cercano di far quadrare i conti della sanità “elemosinando” attrezzature mediche, personale medico, paramedico ed inservienti, l’utente non gode di una buona sanità, soffre, si amareggia e, se contesta, finisce con scontrarsi con il muro di gomma della “burocrazia”. Nessuno sembra preoccuparsi dei disagi dell’utente, ammalato o traumatizzato che sia; delle sofferenze e del dolore dei soggetti a cui vengono negati i diritti dell’assistenza sanitaria; della disperazione dei suoi familiari che, impotenti, assistono.

Non auguriamo a nessuno di aver bisogno di un pronto soccorso quando vi sono un paio di codici rossi in corso, perchè sanno quando entrano, ma non sanno quando saranno curati. Se questa, a Marsala, non è malasanità… ditelo voi cos’è!

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