Trapani, “chiese soldi per ritirare una querela”: avvocatessa ai domiciliari

Trapani, "chiese soldi per ritirare una querela": avvocatessa ai domiciliariTRAPANI. Ottantamila euro in cambio del ritiro di una querela ai danni di un avvocato che sarebbe stato accusato di infedele patrocinio dalla sua assistita durante un processo civile. A ordire quello che, secondo gli investigatori, sarebbe stato un ricatto, l’avvocatessa trapanese Rosa Sanna, finita ai domiciliari, in flagranza di reato, con l’accusa di concussione.

La denuncia di infedele patrocinio contro l’avvocato alcamese Josè Libero Bonomo era stata sporta da una sua assistita, V.P, difesa nell’ambito di una causa civile contro una banca, per il recupero di crediti pagati in eccesso, conclusa in seguito con la condanna della donna a cui è stata anche pignorata la casa. L’avvocatessa Sanna avrebbe chiesto al collega di Alcamo ottantamila euro in cambio del ritiro, da parte della sua nuova cliente, della querela: V.P. si sarebbe, infatti, resa disponibile a rendere  nuove dichiarazione in maniera da scagionare Bonomo.

A fare scattare le indagini è stata, però, la denuncia dell’avvocato Bonomo che sentendosi ricattato ha raccontato agli investigatori di avere ricevuto una illecita richiesta di denaro. All’appuntamento per la consegna della prima tranche di seimila euro non si sono presentati solamente gli interessati, ma anche gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della forestale che al momento dello “scambio” hanno arrestato, su ordine della Procura di Trapani diretta dal procuratore Alfredo Morvillo, l’avvocatessa Sanna.

Indagini ancora in corso per la donna che aveva sporto querela contro l’avvocato Bonomo. Per l’avvocatessa Sanna si tratta del secondo arresto: nel 2011 era finita ai domiciliari con l’accusa di aver suggerito a una coppia che non poteva avere figli, ma che aveva cercato di adottare illegalmente il neonato partorito da una donna con disabilità mentale, di pagare una mazzetta da cinque mila euro per corrompere il perito nominato dalla Procura per eseguire il test del Dna sull’aspirante padre adottivo che sosteneva di avere avuto il bambino dalla disabile.

FONTE: REPUBBLICA.IT

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Commenti

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    Giuseppe Clemente 7 anni

    Va radiata immediatamente dall’albo.