Taglio del 50% dei servizi di trasporto urbano pubblico, sindacati stato di agitazione
Le organizzazioni sindacali: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl, hanno proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori dipendenti delle aziende del settore trasporto urbano pubblico in Sicilia
Casse a secco, così la Regione sceglie di tagliare i fondi per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Una decisione necessaria finchè il governo nazionale non accetterà di spalmare su trent’anni il disavanzo di Palazzo d’Orlèans di oltre mezzo miliardo di euro. I sindacati di categoria dicono no e protestano contro il taglio dei finanziamenti, dei servizi e della catastrofica ricaduta sui livelli occupazionali.
“Giudichiamo gravissimo il paventato taglio del 50% dei servizi di trasporto urbano ed ex-urbano a partire dal primo di luglio di quest’anno – scrivono in un documento sindacale congiunto Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl -; se l’annuncio dell’assessorato regionale ai Trasporti dovesse diventare atto concreto, comporterebbe la totale soppressione dei servizi di trasporti su strada con il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori”. I segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Sicilia, Franco Spanò, Dionisio Giordano, Agostino Falanga e Giuseppe Scannella, hanno annunciato lo stato di agitazione di tutti i lavoratori delle aziende del settore del trasporto urbano pubblico.
“E’ gravissimo pensare di poter risolvere i problemi del bilancio regionale scaricandoli sulle aziende, sui lavoratori e sugli utenti del trasporto, un settore già notevolmente sotto dimensionato già oggetto del taglio di centinaia di milioni di euro negli anni scorsi a partire dal 2011”, aggiungono i sindacati dei lavoratori del settore.
“Riteniamo che sia legalmente e tecnicamente impossibile tagliare di oltre il 50% i chilometri già previsti in un solo semestre – dicono i sindacati -, senza con questo, di fatto, sopprimere i servizi oggi programmati e senza pregiudicare l’avvio del percorso di riforma. Ad essere pregiudicata inoltre è qualunque ipotesi di rinnovo dei contratti di servizio ormai definitivamente in scadenza alla fine dell’anno in corso non avendo peraltro finanziato risorse adeguate nel bilancio regionale di previsione neanche per il 2020 e per il 2021”.
“Il percorso di riforma del trasporto urbano pubblico – sostengono i sindacati -, invece è il solo ,che con le procedure di affidamento ad evidenza pubblica previste , in linea con i regolamenti europei, potrebbe garantire la razionalizzazione e la stabilità del settore , determinando la separazione dei servizi minimi da quelli a mercato al fine di poter garantire un servizio essenziale quale è il trasporto pubblico locale attraverso il quale tutelare il diritto costituzionale alla mobilità”.
E infine concludono i sindacati: “al fine di poter scongiurare i pericoli suddetti ed evitare i danni catastrofici sul trasporto urbano pubblico in Sicilia abbiamo chiesto la immediata revoca dei provvedimenti adottati e l’avvio di un confronto”.