Successo per il Cluster Biomediterraneo a EXPO
Milano 30 ottobre – “Le partite si giocano sempre fino alla fine”. Esordisce così Dario Cartabellotta, Responsabile Unico del Cluster Biomediterraneo, a conclusione della fortunata e riuscita kermesse, smentendo chi, a sole 24 ore dall’apertura dell’Expo, lo definiva già un flop.
Ubicato nel posto più visitato di Expo, tra l’albero della vita e Palazzo Italia, il Cluster BioMediterraneo vince la sua sfida e chiude i battenti con un bilancio positivo e visite da record.
Il Cluster ha registrato 2,5 milioni di visitatori.
Le presenze sono cresciute nel tempo grazie alla comunicazione e ad un passa parola sulla varietà, la ricchezza e la curiosità: 117 mila presenze a maggio, 180 mila a giugno, 124 mila a luglio, 300 mila ad agosto, 720 mila a settembre, 1 milione a ottobre.
La “Sicilia”, con oltre 350 aziende partecipanti e circa 100 comuni, risulta, quindi, la Regione d’Italia che ha avuto il più grande impatto tra i milioni di visitatori di Expo, valorizzando e promuovendo in maniera unica le eccellenze dei territori, delle aziende e dei prodotti siciliani.
Due milioni e trecentomila euro i ricavi del Cluster, che non ha avuto stanziamenti di risorse dalla Regione Siciliana per la gestione e il funzionamento: quasi un milione di euro è stato ricavato dalla vendita di cibo, vino e prodotti siciliani nei 4 chioschi del Cluster (26% nel Wine bar-ristorante, 27% nel Forno con pane e pizze di tumminia, 6% nel Market del Mediterraneo, 17% nel chiosco dei dolci, 4% nell’ape car destinata allo street-food e 20% nel banco granite); cinquecento mila euro sono stati ricavati dalla partecipazione di Aziende e Comuni e quasi un milione di euro dai Gruppi di Azione Locale (GAL) e Gruppi di Azione Costiera (GAC) che hanno realizzato nel Cluster la settimana di protagonismo e cooperazione mediterranea dei propri territori.
150 mila gli scontrini emessi (dato ai primi di ottobre) e 500 mila persone che hanno apprezzato i prodotti di Sicilia, ambasciatori straordinari della Sicilia, divenuta categoria del Food & Wine internazionale, in un appuntamento mondiale del cibo, dove ognuno ha mostrato le proprie identità, dalle carni di coccodrillo a quelle di zebra.
“In questi sei mesi ho visto due generazioni di chef Siciliani, fortemente motivati, grandi innovatori e conoscitori del territorio – afferma Cartabellotta – che hanno fatto venire a migliaia di visitatori non solo l’acquolina in bocca, ma anche la voglia di visitare la Sicilia.
Nella sua visita, il Ministro dell’Ambiente di Hong Kong, Wong Kam-Sing, dopo aver mangiato siciliano e scoperto la bontà, il valore nutrizionale e l’effetto salutistico dei prodotti di Sicilia, ha dichiarato che avrebbe adottato il Cluster come sua “Farmacia”.
“Qui mi sento come a casa – ha dichiarato il Presidente del Senato, Piero Grasso – cannolo, cassata, anelletti al forno, e pasta con le sarde, la Sicilia è cultura e gastronomia. Questo spazio condiviso da più culture, ha aggiunto, è simbolo di armonia e integrazione”.
“Il Mediterraneo è visto come un mare che divide, ma nel Cluster Biomediterraneo, si uniscono Paesi culturalmente diversi – ha affermato il Presidente della Camera del Commercio e dell’Industria della Tunisia, Mounire Mouakhar – simbolo di quest’unione è l’ulivo, Fin dove c’è ulivo c’è Mediterraneo”.
Sono stati raggiunti i tre obiettivi che la Sicilia si era posta: promuovere l’identità agricola, marinara e alimentare della Sicilia, favorire l’integrazione mediterranea e contribuire all’innovazione geopolitica.
“Promuovere le identità di Sicilia attraverso tutti i suoi territori, dall’Etna al Sud-Est, dalle Isole Minori alle aree Interne, dalla Palermo Arabo Normanna alle terre di Trapani, dai Nebrodi, ai Peloritani e le Madonie, fino al Calatino, l’Ennese, i Sicani e il Nisseno, dimostrando al mondo intero che un prodotto alimentare è legato al territorio, credo sia stato il valore aggiunto in un’Expo delle multinazionali e dei cibi esotici – afferma Dario Cartabellotta, Responsabile Unico del Cluster – Abbiamo voluto raccontare le nostre identità, con la nostra semplicità, perché siamo convinti che la storia di un prodotto raccontato ne esalta il valore, perché assaporare il cibo di un territorio significa gustare la cultura di un popolo.
Un successo anche l’integrazione mediterranea: la piazza del Cluster è stata più volte definita come la grande Agorà, centro nevralgico e luogo strategico della democrazia e del pacifico dialogo tra i Paesi del Mediterraneo, dove ognuno ha sentito di essere a casa sua.
“Il nostro padiglione è piccolo e modesto ma siamo fieri di essere qui – ha dichiarato Alain Hakim, Ministro dell’Economia e del Commercio del Libano – Vogliamo portare un messaggio di pace e speranza, ha aggiunto e ringraziamo l’Italia per il supporto che ci ha dato nella partecipazione ad un evento così unico”. Il Ministro ha inoltre espresso la volontà di rafforzare le relazioni economiche e culturali tra le città di Beirut e Palermo, tra la Sicilia e il Libano, a conferma del legame storico della Sicilia con i Fenici.
Essere stati dentro il Cluster ha significato uscire dall’idea di singolo padiglione per abbracciare la cultura mediterranea, senza che per questo snaturasse si l’identità di ciascun Paese.
Il Libano è stato citato nelle guide di Expo per le cucine etniche, la Grecia per lo zafferano, la Serbia per i frutti di bosco, la Tunisia per il cous cous e i datteri, prodotti che, all’interno di questa piazza, integrati con il “mosaico Sicilia” hanno moltiplicato il valore aggiunto del Cluster.
Più volte in questi mesi il Cluster è stato definito e si è confermato come il più attivo.
La guida ViviExpo del Corriere della Sera sostiene che piace perché ha il tipico clima accogliente del Mediterraneo: si mangia, si beve e si fa festa e la Sicilia che lo coordina riempie di eventi la piazza comune. Molto apprezzati i chioschi siciliani, l’elegante ristorante algerino, i take away di Libano e Tunisia, oltre che il padiglione dell’Egitto con la navigazione sul Nilo coi visori 3D e schermi interattivi, il miele di Malta, la sala da narghilè dell’Algeria.
Il terzo obiettivo è stata l’innovazione geopolitica con la Carta del Biomediterraneo, frutto di 6 mesi di lavoro comune e proiezione delle politiche del mediterraneo verso il futuro.
È centrata su tre grandi temi: la Dieta Mediterranea, il paesaggio rurale e la pesca artigianale.
La Carta mette d’accordo i Paesi nel trattare questi temi con lo stesso spirito di collaborazione e cooperazione che c’è stato in questi mesi all’interno del Cluster. A tal proposito, il Ministero delle Politiche Agricole ha espresso la volontà e la possibilità di rendere permanente il Cluster, per continuare a sviluppare le politiche di coesione, collaborazione e integrazione che hanno costituito l’anima della grande Piazza.
Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, in visita al Cluster BioMediterraneo ha affermato:“Il Cluster del BioMediterraneo è molto bello, coinvolgente ed esprime davvero bene l’incrocio culturale e storico che il Mediterraneo in particolare rappresenta per tutti noi. Mi sembra che siamo sulla strada giusta e ogni giorno che passa aumenta la potenza della rappresentazione del Cluster per tutta l’EXPO”.
Ed ancora, il Sottosegretario per la Pesca della Tunisia, Youssef Chahed, in occasione del Blue Sea Land, patrocinato da Expo Milano 2015, che si è svolto a Mazara del Vallo dal 9 al 11 ottobre, ha dichiarato che d’ora in avanti la risorsa ittica del canale di Sicilia sarà gestita insieme all’Italia e alla Sicilia. “Perché il Mediterraneo non si spartisce, ma si gestisce insieme”, afferma, il Responsabile Unico del Cluster Biomediterraneo.
A far da padrona di casa al Cluster, la Dieta Mediterranea, dichiarata nel 2010 Patrimonio Unesco, alla quale è stata dedicata, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, un’intera settimana di workshop, laboratori, incontri e degustazioni.
In quest’occasione è stata compiuta un’importante operazione di allargamento del Mediterraneo sulla Dieta Mediterranea, con la sottoscrizione del Piano di Azione della Dieta Mediterranea tra i Paesi aderenti alla stessa e riconosciuti dall’Unesco (Italia, Spagna, Portogallo, Marocco, Grecia, Croazia e Cipro) e i Paesi del Cluster (Libano, Algeria, Tunisia e Egitto) che hanno dichiarato la volontà di entrarci. Il Piano di Azione interverrà soprattutto sul piano educativo con il coinvolgimento di scuole, enti di ricerca e ristoranti.
Fortemente apprezzato anche dal Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta: “L’investimento fatto ritornerà in termini d’immagine – afferma il Presidente – Si è raggiunto un grande risultato, si sta consolidando sempre più il ruolo della Sicilia come ponte economico, sociale e culturale nel Mediterraneo. Considerata oggi, come nel passato, una porta per il Sud del Mondo, ma anche una porta per l’Europa, la Sicilia ha sempre più un ruolo di importante cerniera nel Mediterraneo”.
Il Cluster BioMediterraneo ha ospitato inoltre il World Expo Museum, in cui è possibile ritrovare le testimonianze di tutte le Esposizioni Universali. Dalla prima, che ha avuto luogo a Londra nel 1851, passando per quella di Parigi del 1889 dedicata all’industrializzazione, a quella di Osaka del 1970 dedicata al progresso e all’armonia, o a quella di Seattle del 1962 sullo spazio e tecnologie del futuro, fino ad arrivare al prossimo appuntamento che avrà luogo a Dubai nel 2020 e che avrà come tema caratterizzante la condivisione delle conoscenze e il ruolo delle tecnologie.
“Connecting minds, creating the future” ovvero “connessione delle menti, creazioni del futuro” è il titolo del prossimo Expo dedicato a far conoscere soluzioni sostenibili a problemi globali attraverso una forte collaborazione tra culture e regioni.
“Ci siamo impegnati per sei mesi a creare collaborazione interculturale, a connettere menti e a raccontare territori – afferma Dario Cartabellotta – la Sicilia ha mostrato grande abilità nel valorizzare l’integrazione delle diversità, mostrandosi pronta ad affrontare le prossime sfide lanciate da Dubai 2020”.