Lui steso sull’asfalto. Lo scooter Liberty a qualche metro di distanza. Quello che è successo prima al momento è un mistero. Di sicuro Francesco Avino, 22 anni, studente universitario di ingegneria, in quella caduta ha perso la vita. Stava andando a Pisa quando percorrendo l’Aurelia all’altezza del ponte sul Serchio ha perso il controllo del veicolo nel tratto che ricade sul territorio di San Giuliano Terme. Era uscito poco prima dall’abitazione in via Aldo Moro a Migliarino dove viveva con i genitori .
Arrivato all’incrocio di piazza Mazzini ha svoltato a sinistra per imboccare la Statale. Qualche centinaio di metri e il destino lo ha tradito. O qualcuno, è una delle ipotesi al vaglio della polizia municipale, lo ha urtato facendogli perdere l’equilibrio. Un contatto fortuito capace di innescare una caduta mortale in cui chi l’ha provocata non si sarebbe fermato a soccorrere lo studente.
I SOCCORSI
L’Aurelia è una delle arterie a maggior tasso di traffico. Qualche secondo dopo il volo di Avino alcuni automobilisti si sono fermati. Sdraiato, posizione supina, il casco era saltato. Sulla fronte una ferita profonda. Hanno chiamato il 118 e dalla centrale operativa è stata inviata sul posto un’ambulanza della Misericordia di Pisa con il medico. Una corsa che all’arrivo si è rivelata inutile. Il 22enne era ormai morto. Non è stata tentata neanche una rianimazione sul posto. Troppo gravi le lesioni che l’autopsia, che sarà disposta tra oggi e domani, chiarirà nel dettaglio.
LA DINAMICA
Non ci sono testimoni che per ora si sono fatti avanti con i vigili urbani di Vecchiano o San Giuliano. Inizialmente i rilievi sono stati iniziati dalla municipale vecchianese, salvo poi accertare che quella porzione di strada ricade su San Giuliano. Le telecamere private del ristorante cinese non sono state utili. Così come nessun aiutato è arrivato dall’impianto a ridosso dell’incrocio di Migliarino distante alcune centinaia di metri. Lo scooter, al di là di qualche ammaccatura per aver rotolato sull’asfalto per diversi metri, non presenta tracce di vernice da scalfitura. Una collisione, nell’ipotesi di un’auto o di una moto pirata, può esserci stata, ma non così invasiva da lasciare un segno sulla carrozzeria del Liberty. Anche un semplice contatto può aver fatto perdere l’equilibrio allo studente dando il via a alla carambola mortale.
L’autopsia dirà in alternativa se un malore può aver causato la perdita di controllo dello scooter. Sulla strada ci sono alcuni segni che dalla carreggiata virano verso l’ex passaggio a livello dove ha finito la sua corsa il Liberty lasciando Francesco esanime al centro dell’Aurelia sulla linea continua di mezzeria.
«IMPOSSIBILE NON CI SIANO TESTIMONI».
Prima della rimozione del corpo per il trasferimento a medicina legale da parte della Misericordia di Pisa, il papà Alessandro è arrivato sul posto. Si è gettato a terra disperato, imprecando. «Non è possibile che non ci siano testimoni», ha ripetuto ai vigili urbani che stavano facendo rilievi. «Guardate quelle strisce, possono essere importanti» ha indicato alcuni segni di gomme sull’asfalto. Seduto sul muretto della recinzione, le mani a coprirsi il volto, lo sguardo che tornava sul punto in cui ha visto la sagoma del figlio. Un’attesa di un dolore indicibile fino all’arrivo della moglie Barbara e di altri familiari. La donna scende dell’auto e il suo è un urlo dilaniante: «Ditemi che non è vero». Grida disperate ripetute abbracciandosi al marito. Un conforto per una tragedia che ha travolto una famiglia privandola di un figlio che si era appena affacciato alla vita. Il sindaco Sergio Di Maio lancia un appello: «Se ci sono testimoni dell’incidente si facciano avanti!”