Sicilia, verso la riforma del settore pesca
È stato presentato a Palazzo D’Orleans, in occasione della Commissione consultiva regionale della Pesca, il disegno di Legge per la riforma del settore della pesca professionale. Presenti gli assessori alla Pesca e al Territorio, Edy Bandiera e Toto Cordaro, insieme ai dirigenti generali dei rispettivi dipartimenti, Dario Cartabellotta e Giuseppe Battaglia, ai sindaci di diversi Comuni marinari dell’Isola e ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria.
A salutare positivamente l’inizativa legislativa il presidente di Fedagripesca Nino Accetta: “Si tratta di un segnale del Governo Musumeci di attenzione verso un settore che nell’ultimo decennio è stato dimenticato dalla Politica – ha detto Accetta – Al centro del disegno di Legge la storicità della Sicilia nel Mediterraneo e la sua specificità, toccando punti che riguardano le misure tecniche, il ricambio generazionale, le attività complementari, l’identità mediterranea, il riconoscimento dei COGEPA (Consorzi di Gestione della Pesca Artigianale), la filiera corta, il turismo azzurro e la disciplina della pesca sportiva e ricreativa, rivedendo anche gli equilibri con l’Unione Europea, che negli ultimi decenni si è resa responsabile di avere sbagliato le politiche di rilancio decimando pescatori e imbarcazioni. È importante riaprire il dialogo con tutti i paesi transnazionali che si affacciano sul Mediterraneo – ha concluso il presidente di Fedagripesca – per una gestione delle acque internazionali attraverso piani di gestione condivisi”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente della Regione Nello Musumeci, che ha partecipato ai lavori della Commissione: “Il settore ittico riveste un’importanza particolare per la nostra Isola – ha detto il Governatore – Abbiamo il diritto di vedere applicato appieno il nostro Statuto e in particolare l’articolo che attribuisce alla nostra Regione potestà primarie in materia di pesca. Dobbiamo rilanciare il settore, sensibilizzare i giovani alle attività della pesca e valorizzare i borghi marinari. Non è un problema di risorse, ma di progettualità, di fantasia e abbiamo bisogno di un costante e regolare confronto con gli operatori del settore”.
La bozza del disegno di legge sarà adesso esaminata dalla Giunta di governo, prevede una maggiore autonomia della Regione e la possibilità di mettere in atto, sul piano normativo, azioni più efficaci e veloci. Verrà incentivata la tradizione della pesca artigianale, puntando al valore pedagogico del pescatore e alla sua identità marinara. Prevista anche una differente politica di cooperazione transfrontaliera: la pesca d’altura in acque internazionali è stata infatti quella che ha pagato il prezzo più alto, in termini di reddito e occupazione.
“Dopo l’auspicato cambio di passo dell’Unione europea, che finalmente ha compreso l’importanza della regionalizzazione delle attività – ha spiegato l’assessore Bandiera – diventa strategico mettere mano a una nuova norma specifica che valorizzi l’identità mediterranea, per non rendere vani gli investimenti effettuati attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Punti fermi la qualità della spesa che potrà essere perseguita e raggiunta attuando la Rete dei Comuni marinari, la valorizzazione dei prodotti ittici e la realizzazione di una filiera corta che consenta la vendita diretta da parte del pescatore, incrementando il loro reddito anche attraverso la pescaturismo e l’ittiturismo”.
Durante la riunione della Commissione è stato firmato anche un Protocollo d’intesa tra i dipartimenti regionali della Pesca e dell’Ambiente per lo sviluppo dell’acquacoltura nell’Isola. Con la sottoscrizione dell’accordo si punta all’aggiornamento delle linee guida regionali del settore, con l’obiettivo della salvaguardia e del mantenimento della biodiversità.
“Le parole d’ordine sono pianificazione, collaborazione e sinergia fra i dipartimenti – ha sottolineato l’assessore Cordaro – Attraverso questa soluzione si semplifica il procedimento e, dunque, gli aspetti relativi al rilascio delle autorizzazioni per le valutazioni di impatto ambientale e la gestione del demanio marittimo, grazie anche all’apporto strategico dell’Arpa, saranno concentrati in unica conferenza di servizi. Per noi maricoltura vuol dire più pesca nel rispetto dell’ecosistema”.