Sicilia sull’orlo del crack finanziario, mancano oltre 5 miliardi di euro nelle casse della Regione
Il 2014 sta per lasciarci ed è tempo di bilancio negli enti pubblici; atto dovuto, anche per la Regione Sicilia, è il bilancio. La disastrosa situazione economica non gli ha permesso ancora di approvare il bilancio di previsione quando è tempo, di già, di quello consuntivo. Si è amministrato per un intero anno con i “dodicesimi”, senza alcuna previsione e cosa assai peggio senza alcun indirizzo politico e cosa assai peggiore è che questa situazione finanziaria anomala è stata contagiata da 224 comuni dell’Isola, che aspettando invano il contributo regione-comune, non hanno potuto ancora stilare il proprio strumento finanziario. Mancano “all’appello” miliardi di euro, cinque o forse più. Ed ecco che la Regione Sicilia, sempre più vicina al default, non paga gli stipendi ai dipendenti, non copre le fatture dei fornitori e non spende un solo centesimo per rilanciare l’economia siciliana
In questo clima di incertezze la Regione sta adottando la poca gratificante pratica di girare i fondi da un capitolo all’altro. Praticamente le risorse economiche cambiano indirizzo di giorno in giorno, proprio come i famosi aerei di Mussolini che, a sua insaputa, volavano da un aeroporto all’altro prima che arrivasse il Duce. Non è il caso di Rosario Crocetta, perchè il presidente sa bene come stanno i fatti. Anzi, pare, che si diletta a fare il “prestigiatore”, facendo apparire e poi scomparire i fondi dai capitoli
In questo momento nelle casse della sanità pubblica mancano 2 miliardi e 879 milioni. Molto più di quanto verrebbe garantito dal maxi mutuo di due miliardi che il governo sta faticosamente chiedendo all’Ars di autorizzare. E, soprattutto, l’aver utilizzato i fondi ordinari della sanità per pagare precari e stipendi dei regionali ha costretto Asp e ospedali a ritardare il saldo delle forniture o a rivolgersi alle banche per farvi fronte.
Eccola la relazione, riservatissima, con cui gli assessori Lucia Borsellino (Sanità) e Alessandro Baccei (Economia) svelano i veri motivi che rendono indispensabile il nuovo mutuo. La relazione è arrivata ieri nelle commissioni Sanità e Bilancio e ha creato tanti dubbi da rendere necessaria una sospensione dell’esame del mutuo. Se ne riparlerà domani, dopo un vertice di maggioranza convocato in tutta fretta da Crocetta per oggi pomeriggio.
Fin dall’inizio i deputati sia di maggioranza che di opposizione si sono chiesti come sia possibile che dopo un mutuo da un miliardo acceso in estate per far fronte ai debiti di Asp e Comuni si debba ora accenderne un altro di valore doppio. Come sono maturati questi debiti? La relazione lo dice chiaramente: ogni anno la Regione non versa per intero i 4,3 miliardi che dovrebbe dare ad Asp e ospedali. A tanto ammonta il Fondo sanitario regionale (una quota identica è poi versata dallo Stato) ma – rileva la relazione – quest’anno «sono stati realmente versati alle aziende sanitarie appena un miliardo e 161 milioni. Pertanto alla data odierna restano da trasferire 2 miliardi e 492 milioni a cui si aggiungono 387 milioni che costituiscono residui degli anni scorsi».
In pratica ogni anno la Regione mette in bilancio oltre 4 miliardi per la sanità ma poi trasferisce realmente molto meno. La relazione evidenzia che a fine 2011 i residui da versare ammontavano a 2 miliardi, l’anno dopo a 2,7 e al 31 dicembre 2013 erano ben 3 miliardi e 297 milioni.