Sicilia infrastrutture carenti: restano bloccati 12 miliardi per strade e ferrovie

Il dossier della Cisl sulle infrastrutture di trasporto mette in risalto 1900 punti critici nei viadotti siciliani. Sono 268 i cantieri di opere di viabilità bloccati o in difficoltà, per un valore di 4,7 miliardi. Ferrovie: a cinque anni dallo “Sblocca Italia” opere ancora agli inizi

Sono 234 pagine di occasioni mancate, ritardi decennali, soldi e progetti lasciati nel cassetto e naturalmente decine di eterne incompiute. In tutto 12 miliardi di euro di opere da sbloccare e dopo il crollo del ponte Morandi ben 1900 “punti di criticità” riscontrati nei viadotti. Sono i dati del libro bianco della Cisl presentato oggi a Palermo. “Sulla rete siciliana dei trasporti pende una spada di Damocle – denuncia il sindacato – sono i dodici miliardi di opere da sbloccare che, se non affidate mediante gare nel giro di due anni, svaniranno nel nulla. Con la revoca, per inadempienza o noncuranza, degli stanziamenti di Bruxelles”.

“Per lo più – segnalano Cisl, Fit e Filca siciliane – buona parte di queste opere sono di competenza di Anas e Rete Ferroviaria Italiana, che hanno fin qui accumulato ritardi che la Sicilia non si può permettere”. Anche perché i collegamenti su binario in Sicilia sono lontani anni-luce dallo stato dell’arte del trasporto ferroviario nel nord Europa e all’altro capo del Paese. E quanto al sistema della viabilità, “gran parte delle strade dell’Isola sono state concepite quando i trasporti avvenivano su camion di piccole dimensioni e il traffico era in misura notevolmente inferiore rispetto all’attuale”. Dunque, c’è un problema di manutenzione. Ma ce n’è anche uno, a monte, di “adeguamento e riprogettazione in funzione dei nuovi volumi di traffico”.

Il tema, è il cuore del libro bianco “Connettere la Sicilia” elaborato dal sindacato guidato nell’Isola da Sebastiano Cappuccio: 234 pagine di dossier che passa ai raggi x lo stato di strade, autostrade, linee ferrate, porti e aeroporti della regione. Mettendo anche in luce, dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, che in Sicilia sono 1900 i “punti di criticità” che pesano sull’incerto stato dei viadotti. Al riguardo “si è in attesa – si legge nello studio – che l’Anas fornisca l’esito del monitoraggio per gli interventi da eseguire”. Così come, afferma Cappuccio, “ci auguriamo che qualcosa prima o poi si muova sul fronte della cosiddetta continuità territoriale tra Sicilia e continente”. Il 4 febbraio 2016 il Parlamento europeo, ricordano alla Cisl, votò una risoluzione che riconosceva la condizione di insularità della regione. Una decisione che suscitò entusiasmo. E sembrò aprire la strada all’abbattimento dei costi delle tratte marittime, ferroviarie e aeree e a misure di fiscalità compensativa. Ma “tre anni dopo siamo pressocché dov’eravamo tre anni fa”, chiosa il segretario della Cisl Sicilia. “E anche nel Def recentemente approvato dal Parlamento nazionale, sull’insularità non c’è completamente nulla. A dispetto del voto di Bruxelles”.

Per le strade il dossier segnala la “situazione di stallo di molti cantieri, con 268 opere bloccate o in difficoltà a vario titolo, per un valore di 4,7 miliardi”. E fa l’elenco di una serie di opere per la cui realizzazione sarebbe “necessario e non più derogabile” un colpo d’acceleratore: dall’anello autostradale Gela-Agrigento-Castelvetrano per il quale “si sta avviando solo ora con colpevole ritardo” la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, ad alcuni assi fondamentali come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento “per il cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi oltre alla ricerca di soluzioni adeguate per pagare fornitori e creditori dell’impresa in crisi”. Ma il dossier fa luce anche sul caso della superstrada Ragusa-Catania che dovrebbe già essere in attività, in teoria, grazie a un project financing tra Sarc srl (55%), Anas (18%) e Regione (27%). La telenovela lunga un paio di decenni e che avrebbe potuto far leva su risorse per più di 800 milioni, non è però ancora arrivata al capolinea. Per il Cipe, se per un verso l’opera ha rilevanza strategica, per un altro poggia su un piano economico-finanziario di dubbia sostenibilità. Così questa interminabuile vicenda, rimarcano alla Cisl, “rischia di scivolare alle calende greche”.

Riguardo poi ai collegamenti autostradali, il dossier rileva che l’attuale sistema di autostrade in Sicilia “è gestito da due enti (il Cas e l’Anas) ed è interamente a due corsie”. L’anomalia del Cas. E a proposito di Cas, per Cisl, Fit e Filca regionali, la vicenda del Consorzio per le Autostrade Siciliane è assai singolare, per dirla così. Perché il Cas è un ente pubblico non economico che produce ricchezza grazie agli incassi dei pedaggi che riscuote per i 222 chilometri di autostrade che tiene in portafoglio. Ma chiude da sempre in passivo i propri bilanci né riesce a destinare risorse alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie autostradali che formalmente cura. Così quegli assi “versano in condizione di abbandono con evidente pregiudizio per la sicurezza degli utenti”.

Le strade provinciali. Complessivamente, nelle nove province dell’Isola si estendono per 14.717 chilometri. In gran parte di percorsi precari e dissestati. Sulla carta esiste un piano d’interventi straordinario per rimettere in sesto 70 strade, che può giovarsi di 100 milioni messi a disposizione da patto per il Sud e accordo di programma quadro. Ma il dato è che la viabilità secondaria resta uno dei talloni d’Achille della regione. Ed è, al momento, un freno tirato sullo sviluppo dell’Isola. In ogni caso, area per area, la rete provinciale è così distribuita. E queste sono le risorse per ora disponibili. Palermo: 2.624 chilometri con 11 interventi previsti per 17.275 milioni. Catania: 1.911 chilometri. In agenda sono 8 gli interventi in programma per 16.610 milioni. Messina: 2.102 chilometri con 9 interventi per 17.243 milioni. Trapani: 1.311 chilometri con 9 interventi per 13.556 milioni. Agrigento: 1.447 chilometri. Previsti 4 interventi per 3.400 milioni. Caltanissetta: 1.527 chilometri. Sono 10 gli interventi attesi per 6.580 milioni. Enna: 1.373 chilometri. Gli interventi programmati sono 8 per 8.100 milioni. Ragusa: 868 chilometri. Previsti 6 interventi per 5.240 milioni. Siracusa: 1.554 chilometri per i quali sono stati messi in conto 5 interventi per 11.133 milioni.

La rete ferroviaria. In Sicilia è composta da 1369 chilometri di linee i cui tracciati “sono, di massima, rimasti quelli originari e tortuosi”. Così come “molto limitate sono state nel corso del ventesimo secolo le opere di ammodernamento”. Nel dossier si legge che nonostante gli ingenti stanziamenti finanziari e gli obiettivi fissati nel decreto Sblocca Italia (164/2014), “non è stato ancora avviato alcun progetto” riguardo alla velocizzazione e al raddoppio del binario della ferrovia Palermo-Catania, “ad eccezione del tratto Bicocca-Catenanuova”. Ma si precisa anche che lo stallo non è peculiarità unicamente della linea ferrata Palermo-Catania. “Occorre sbloccare – si legge – il raddoppio della tratta Messina-Catania e ripristinare il collegamento ferroviario interrotto, dal 2011, tra Palermo e Trapani via Milo”. E a mezz’aria restano pure le vexate quaestio dell’anello ferroviario di Palermo e del passante ferroviario di Palermo e Catania: “chiudere queste storie una volta per tutte è indispensabile”, insistono alla Cisl.

Il dossier analizza poi anche la situazione degli aeroporti e dei porti. La Cisl Sicilia ha proposto  “l’istituzione, a Palazzo d’Orleans, di una cabina di regia interassessoriale, interistituzionale e aperta alle forze sociali”. “Pensiamo – rimarca Cappuccio – possa essere uno strumento strategico non solo nella logica della ricognizione. Anche in quella dell’organizzazione. E della programmazione dello sviluppo in rete”.

Cappuccio ha introdotto il dibattito, svoltosi stamani a Palermo e che dal libro bianco del sindacato ha preso le mosse. Vi hanno preso parte: la leader nazionale Cisl Annamaria Furlan, che ha tirato le conclusioni; il presidente della Regione Nello Musumeci; il vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao; l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Ancora: Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci Sicilia; Marco Migliore, docente di Teoria dei sistemi di trasporto nell’università di Palermo; Valerio Mele, coordinatore territoriale per la Sicilia, dell’Anas. E Roberto Pagone, direttore Investimenti Area Sud di Rete Ferroviaria Italiana. I segretari Dionisio Giordano (Fit Sicilia) e Paolo D’Anca (Filca Sicilia), hanno svolto approfondimenti tematici.

 

fonte: https://palermo.repubblica.it
di GIOACCHINO AMATO

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