Sequestrati beni per 8 milioni di euro alla famiglia Coppola
Un ingente patrimonio costituito da società, beni immobili e autovetture, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, è stato sequestrato nei di Alcamo e Salemi. Un duro colpo è stato inferto dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Trapani al patrimonio di cosa nostra, riconducibile alla Famiglia Mafiosa di Alcamo. I provvedimenti ablativi, richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo e resi esecutivi dal Tribunale di Trapani , sono stati eseguiti questa mattina a carico degli imprenditori alcamesi Francesco, Nicolo’ e Leonardo Coppola, e del loro prestanome Gaetano Manno, tutti indagati nell’ambito dell’operazione “alqamah” per intestazione fittizia di beni. I carabinieri hanno sequestro, in particolare: 5 società (tra cui 3 imprese individuali), 27 beni immobili, 8 autoveicoli e 43 rapporti bancari-polizze assicurative
L’indagine patrimoniale ha messo in evidenza come Nicolò Coppola, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.s. dal 2007 al 2009, si sia avvalso dei familiari più stretti (il padre Francesco ed il fratello Leonardo) e di Gaetano Manno (già deferito per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione “bagolino”, insieme con Antonino Bonura, reggente della “famiglia” di Alcamo) per intestare loro le quote della neo costituita trasport scavi s.r.l.. Quest’ultima, veniva istituita ad hoc per eseguire diverse opere di edilizia, sia privata come il parco eolico di Alcamo e Partinico, realizzato grazie ai rapporti con l’imprenditore mafioso Angelo Salvatore che pubblica come i lavori relativi alla sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo Castellammare del golfo, godendo della protezione e dell’apporto favorevole dell’organizzazione mafiosa.
In tale ambito, gli accertamenti di natura economico-finanziaria hanno permesso di documentare un’articolata serie di cessioni e passaggi di quote che hanno consentito a Nicolò Coppola di continuare ad operare nel settore edile, ricavando profitti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi dalle numerose limitazioni derivanti dall’applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale già irrogate a suo carico.
Gli accertamenti bancari hanno: costituito elemento di riscontro per procedere al sequestro della c.s. s.r.l., ulteriore società edile costituita da Francesco Coppola e da Gaetano Manno, per aggiudicarsi, in regime d’urgenza, i lavori per la messa in sicurezza relativa alla discarica di Contrada Vallone Monaco di Alcamo; consentito di verificare la natura fittizia di un atto stipulato da Gaetano Manno ed il fratello Saverio, in relazione alla compravendita di una palazzina ubicata al centro di Alcamo, realizzata abusivamente negli anni ’90 dal Manno.
L’intervento scaturisce da un’articolata attività investigativa avviata nel maggio 2011 dall’Arma di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo e finalizzata alla disarticolazione della Famiglia Mafiosa di Alcamo. L’indagine aveva documentato l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili a soggetti condannati, con sentenze passate in giudicato, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.