Sequestrati beni circa 3 milioni di euro all’imprenditore Scimonelli
Beni per un valore stimato di circa 3 milioni di euro sono stati sequestrati questa mattina, nei confronti di Giovanni Domenico Scimonelli. Conosciuto come Mimmo, è un soggetto socialmente pericoloso, che ricopre un ruolo di spicco all’interno della famiglia mafiosa di Partanna, quale anello della catena epistolare facente capo al latitante Matteo Messina Denaro.
Nella mattina di oggi, Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine e Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno eseguito nei Comuni di Partanna (TP), Santa Ninfa (TP), Salemi (TP) e Gibellina (TP), il sequestro anticipato di beni (ai fini della confisca ai sensi dell’art.20 del D.lvo n. 159 del 2011) Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell’applicazione della misura personale e patrimoniale, è stato ottenuto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, il sequestro anticipato ai fini della confisca di: nr. 8 beni immobili, nr. 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici), nr.4 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), nr. 1 partecipazioni in altre società, nr. 15 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato in atti, di circa 3 milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Trapani, sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Trapani per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, a conclusione di approfondite analisi e di indagini patrimoniali svolte congiuntamente da personale della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, mediante la costituzione di un apposito “Gruppo di Lavoro”, quale soluzione sinergica di contrasto alle organizzazioni criminali che, dal gennaio 2011, ha già portato a 8 importanti operazioni di sequestro.
La figura dello Scimonelli rileva come manager impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati DESPAR e della sua azienda vinicola, la Occhiodisole srl, ma anche ad incontrare i boss mafiosi, con i quali scambiava i pizzini con gli ordini del latitante.
Lo Scimonelli, infatti, è noto alle cronache giudiziarie perché già tratto in arresto nell’agosto del 2015, nell’ambito dell’Operazione “ERMES” condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, in quanto individuato tra quei soggetti fedelissimi del capo mafia castelvetranese Matteo Messina Denaro, prestati a recapitare e a ricevere la corrispondenza del ricercato, non solo allo scopo di agevolare il mantenimento del suo status di clandestinità, ma anche per assicurare la trasmissione di direttive di indubbia rilevanza per gli scopi di Cosa Nostra trapanese.
Nel dicembre del 2015, lo Scimonelli è stato inoltre raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il suo coinvolgimento, in qualità di ideatore e mandante, nell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, avvenuto il maggio del 2009 allo “Smart Cafè” di Partanna di Salvatore Lombardo, “punito” per aver rubato un furgone con a bordo merce di proprietà di Scimonelli.