Sequestrati beni ad un gioielliere dal passato turbolento

Un gioielliere con diverse condanne per i reati di associazione per delinquere, usura, ricettazione, estorsione, favoreggiamento personale, simulazione di reato ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

guardia-di-finanza-evasione-nord-batte-sud-marsalanews-cronaca-marsala-trapani- provincia- sicilia-www.marsalanews.itUn patrimonio stimato sui 6 milioni di euro è stato sequestrato ad un gioielliere trapanese. Il decreto è stato emesso a seguito delle complesse e laboriose indagini economico-patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, nella persona del Procuratore Capo Marcello Viola e del Sostituto Procuratore Andrea Tarondo.

La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta dal Dott. Piero Euro Nicola Grillo, ritenendo fondate le argomentazioni fornite dall’Autorità inquirente, ha emesso un decreto di sequestro, ai fini della successiva confisca, di beni mobili e immobili riguardante: un intero complesso aziendale costituito da una società di capitali operante nel settore «gioiellerie ed orologerie» con sedi  in Trapani e San Vito Lo Capo; ingente quantitativo di oggetti preziosi e articoli di gioielleria; 8 immobili; 2 autovetture; numerosi conti correnti e rapporti bancari intestati a persone fisiche e/o giuridiche.

Sono stati i militari della Guardia di Finanza di Trapani ad eseguire il decreto di sequestro, ai fini della successiva confisca, nei confronti di un imprenditore trapanese operante nel settore del commercio di oro e oreficeria.

L’imprenditore è risultato proprietario, direttamente o per il tramite dei propri familiari, di numerosi beni mobili e immobili. Gli accertamenti patrimoniali svolti con pazienza certosina dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani, hanno consentito di dimostrare che l’ingente patrimonio era direttamente riconducibile all’attività illecita svolta e pertanto assoggettabile a sequestro/confisca secondo la legislazione vigente.

Nello specifico, ai sensi del decreto legislativo n. 159 del 2011, è stata evidenziata la «pericolosità sociale» dell’imprenditore in ragione di condotte illecite a lui attribuibili a seguito di condanne per i reati di associazione per delinquere, usura, ricettazione, estorsione, favoreggiamento personale, simulazione di reato ed esercizio abusivo di attività finanziaria. L’attenzione dei militari si è concentrata sull’ingente patrimonio che era stato accumulato nel decennio 2002/2012, rilevando una considerevole sproporzione tra gli ingenti beni posseduti e i modesti redditi dichiarati.

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