La Sicilia è la regione con il più alto tasso di persone a rischio povertà in Europa: il 41,8%. Nell’isola un terzo dei giovani tra 15-24 anni (il 31,9%) non studia né lavora (Neet). Una bimba nata in Sicilia nel 2016 ha una speranza di vita di due-tre anni in meno di una bambina nata altrove. Anche rispetto al nord Italia: 83,8 anni a Palermo, 86,3 a Trento. Sono i dati di una ricerca sull’attuazione in Sicilia del Sia (Sostegno all’inclusione attiva), la misura contro la povertà adottata nel paese nel 2016 e che, da quest’anno, ha ceduto il passo al Rei (il Reddito d’inclusione). Quest’ultimo è la prima misura strutturale, non tampone, a essere stata adottata in Italia per fronteggiare le situazioni di marginalità sociale.
La ricerca è stata illustrata da Liliana Leone, direttrice del Cevas, il centro di studi sulle politiche pubbliche con sede a Roma. In Sicilia ha coinvolto 47 distretti sociosanitari su 55 scegliendo Palermo come il luogo di uno degli otto studi di caso svolti in Italia. I dati sono stati al centro del meeting “Contrastare la povertà per la crescita della Sicilia”, organizzato a Palermo. Ad aprire i lavori, Rosanna Laplaca della segreteria regionale Cisl, che ha illustrato posizioni e rivendicazioni della Alleanza siciliana. “Il Rei – ha detto – è una grande sfida e assieme una grande opportunità. Perché punta ad affrontare il tema dell’esclusione sociale con un approccio strategico e in un’ottica complessiva che mette al centro la persona”.(ANSA).
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Magari saranno fesserie queste stime, magari non c’è dato fondato sulla diversa aspettativa di vita tra chi nasce/vive in Sicilia rispetto le altre regioni italiane, fatto è che sicuramente qualcosa non quadra!! Se l’età in cui si potrà andare in pensione viene determinata dalla aumentata aspettativa di vita, deduco che secondo questo studio qui, è palese che la Sicilia e i siciliani vengono penalizzati ( ho scoperto l’acqua calda! ) alla grande!… Oppure, i signori che hanno condotto questo studio… devono andarsene a “qualeddu”
f.sco