San Vito lo Capo: tutti contro il progetto di un porto turistico privato
Non piace a nessun, a San Vito Lo Capo, il progetto per la realizzazione di un porto turistico presentato alla Regione Siciliana dalla società “Marina Bay” di Trapani, che vorrebbe trasformare il porto ottenendolo in concessione per 48 anni. La srl, la cui sede legale risulta essere in via Falcone e Borsellino, risulta essere inserita nella categoria “costruzione edifici residenziali e non residenziali”.
Nella proposta di concessione a privati, la società ha chiesto la disponibilità di un totale di 114.986 metri quadrati, di cui 64.431 di specchio acqueo, 42.839 su area demaniale marittima, 8.761 su area demaniale comunale.
Il progetto ha provocato una levata di scudi della comunità sanvitese e della stessa amministrazione comunale guidata da Matteo Rizzo.
“Il Comune è stato tenuto assolutamente all’oscuro di tutto – dice il sindaco – e siamo venuti a conoscenza del progetto solo quando l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente ci ha trasmesso la comunicazione per l’affissione all’albo pretorio. Presa visione a Palermo del progetto, abbiamo scoperto che si tenta di espropriare San Vito di una delle sue zone più belle e frequentate”.
La giunta Comunale ha approvato un documento, con il quale si boccia il progetto, che è stato sottoposto e approvato sia dai Consiglieri comunali nella loro interezza, sia dalle associazioni che operano sul territorio.
“La proposta progettuale mostra scarsa coerenza con le politiche di sviluppo economico e di tutela del patrimonio ambientale perseguite dal Comune”, si legge nel documento. Il progetto “non è coerente – si prosegue – con la progettualità già realizzata e in corso di realizzazione e in contrasto sia col Piano regolatore vigente sia con quello adottato”.
Nella rinomata località balneare, infatti, vige dagli anni
Novanta un piano regolatore predisposto in equilibrio con il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo del paese. Una scelta importante che ha portato suoi frutti dato che a San Vito Lo Capo si sfiora il milione di visitatori ogni anno.
Negli atti dell’amministrazione quello presentato viene definito un “progetto di forte impatto ambientale, non si ravvisano elementi di pubblica utilità, viene cementificata la parte di spiaggia interna ai due moli e le aree prospicienti, prevede realizzazione con varie destinazioni per la maggior parte a uso commerciale e turistico residenziale con la previsione edificatoria di circa 17.000 metri quadrati su area di sedime (spiaggia)”.
“La realizzazione dell’attuale struttura portuale – si legge nella relazione presentata dagli assessori Giacomo Pappalardo e Giuseppe Catalano – , a partire dal 1953, assieme alla costruzione del lungomare e delle abitazioni limitrofe, hanno condizionato un arretramento del litorale sabbioso. Oggi risulta dominante il trasporto della sabbia dal versante est della spiaggia verso ovest, favorendo un lento processo di accumulo ed insabbiamento del porto”.
“Su parte delle aree del progetto presentato – prosegue la relazione – insistono attualmente viabilità pubblica, opere fognarie, stazioni di sollevamento fognario, bagni pubblici ed altro”.
Il progetto contrasta anche con “l’area a verde attrezzato e sportivo” programmata dal nuovo strumento urbanistico. Per quella zona, infatti,
esistono progetti del Comune, in fase avanzata, finalizzati alla “valorizzazione turistica nella zona antistante il porto”.
“Si evidenzia – continua la relazione sul progetto della Marina Bay – una assoluta mancanza di un adeguato e indispensabile studio legato ai risvolti di natura anche economica sull’intero territorio comunale di San Vito lo Capo, Macari e Castelluzzo”.
Non è la prima volta che gli abitanti di San Vito Lo Capo affrontano battaglie in difesa del territorio. Basti ricordare quella contro il progetto per la realizzazione di una raffineria di idrocarburi. Le proteste dei cittadini ebbero effetto e una delle spiagge e delle zone più belle d’Italia vennero salvaguardate.
“La legge – conclude il sindaco Rizzo – consente a chiunque di presentate liberamente progetti, istanze su aree demaniali per la realizzazione di strutture portuali ma la legge prevede anche la possibilità che gli Enti preposti all’approvazione di tali iniziative possano non condividere e il Comune, e noi tutti, non siamo d’accordo”.
FONTE: TRAPANIOGGI.IT