Riserva Isole dello Stagnone, Legambiente si scaglia contro l’ente gestore e la Regione
Dopo anni di completo “disinteresse” del pubblico e di palese stato di abbandono si accendono, ora i riflettori sullo Stagnone di Marsala.
“Lo Stagnone è una riserva naturale non un parco giochi! E’ ora di dire basta al suo sfruttamento insensato e irrispettoso del suo prezioso e delicato ecosistema”. E’ questo l’incipit di un documento che il Circolo Legambiente di Marsala ha inviato al presidente della Regione siciliana e all’assessore regionale all’Ambiente, ai quali è stato chiesto un incontro.
Il riferimento, dopo la quasi totale assenza di interventi nella Riserva, ridotta in condizioni pietose, giungo dopo la recente visita del Presidente Musumeci e al suo interessamento affinchè questa area diventi nevralgica sotto l’aspetto culturale e turistico. A Lega Ambiente, la stessa associazione che poco tempo fa si è schierata al fianco dell’amministrazione comunale di Marsala per sostenere un progetto “Acqua.Sal” che ha ben poco a che vedere con le rigide regole ambientali del sito, oggi attacca il Presidente Musumeci che vorrebbe finanziare il recupero ed il rilancio dell’area.
Il locale circolo di Legambiente, presieduto dall’avvocato Maria Letizia Pipitone, muove accuse anche contro l’ente gestore (l’ex Provincia di Trapani) per cattiva gestione dell’area protetta,. Legambiente sottolinea che: “ka Riserva naturale Isole dello Stagnone di Marsala, istituita dalla regione nel 1984, rappresenta oggi una delle poche aree marine umide rimaste in Sicilia occidentale, assieme alle saline di Nubia ed a capo Feto un patrimonio unico di biodiversità, in cui convivono specie di piante ed animali rarissimi, in parecchi casi unici al mondo”.
Per secoli, si continua a leggere nel documento di Legambiente, “i marsalesi e la loro laguna hanno vissuto in perfetta armonia e simbiosi. Lo sfruttamento delle risorse della laguna, costituito principalmente dalla coltivazione del sale in acqua e della vite a terra, nonché della pesca limitata al fabbisogno degli abitanti della zona, ha consentito lo sviluppo sostenibile del territorio».
Adesso, però, «forse proprio a causa della bellezza mozzafiato del suo paesaggio – sostiene l’organizzazione ambientalista – la Riserva e l’intera area dello Stagnone sono fortemente in pericolo. E ciò a causa dello “sfruttamento eccessivo e privo di alcuna regola, che sta notevolmente influenzando le specie viventi che popolano la laguna”.
Intanto, sul fronte ambientale, si apre un piccolo spiraglio. Un progetto di “salvataggio” e di tutela è stato finanziato dall’Unione Europea. Quest’ultima ha infatti destinato al progetto di salvaguardia dello Stagnone la somma di 400 mila euro. Non è una grandissima risorsa, ma qualcosa di concreto, oltre alle parole, inizia a muoversi. Per troppi anni quest’area bellissima, seppure deturpata dall’ignobile speculazione edilizia, si trova in completo stato di abbandono, mentre la politica, le associazioni ambientalistiche e le l’ente gestore della Riserva, non trovano di meglio che farsi la guerra.