A rischio di estinzione il vigneto marsalese, la CIA vi invita alla riflessione

vigneto-vitivinicoltura-vino-psr-siciliaMentre l’Italia brinda al recente successo, l’aver prodotto più vino rispetto alla Francia, che torna ad essere seconda al Belpaese, c’è chi invece piange e si dispera. Sono gli agricoltori del sud, specie quelli che ammassano le uve delle cantine sociali in Sicilia, che giunti sotto Natale devono contentarsi, nella migliore delle ipotesi, di una mortificante liquidazione per le uve conferite, oggi vino invenduto. L’aumento della produzione vinicola in Italia e l’essere stata una buona annata in quasi tutti i paesi del mondo che producono uva da mosto, equivale, ancora una volta, ad una ecatombe per la produzione siciliana e ancor peggio per il ritorno economico dei viticoltori. In Sicilia non c’è mercato per il vino; continuando con questo passo, forse non c’è futuro per la vitivinicoltura visto che ad un costante aumento dei costi di produzione coincide un progressivo, quanto drammatico, decremento della domanda e di conseguenza del prezzo. La Sicilia, non è un paradosso, vende vino ad un prezzo inferiore dell’acqua. Ecco che tanti produttori, non credendo più nella viticoltura, oggi, abbandonano. Migliaia di ettari incolti stanno modificando l’assetto idrogeologico dei feudi, dove la vite, non più curata, soccombe; facendo precipitare il valore delle terre e allo stesso tempo spingendo il proprietario a cedere, al migliore offerente, i “catastini”, ovvero la quota-parte della vitivinicoltura isolana. Su tali argomenti si registra una presa di posizione del responsabile della CIA di Petrosino, il quale lancia un appello

APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA CIA, ENZO MAGGIO


enzo-maggio-cia-petrosino-vino-uva-vitivinicola-marsalanewsE  davvero triste  quello che sta succedendo  nella nostra agricoltura  trapanese , verrebbe da chiedersi  se  in questa provincia  ci sono teste pensanti , se esiste davvero una classe dirigente, che guarda ai prossimi venti anni , nessuno si  preoccupa di cosa potrà succedere  dopo la vendita dei reimpianti dei vigneti , cosa rimane in questa provincia? Quale economia  potrà sostituire una volta  che non saranno più coltivati vigneti  in quei terreni che hanno deciso di estirpare  e non reimpiantare,quali  alternative , possono esserci ? mi chiedo cosa fà l’Istituto della vite e del vino  di fronte  alla  vendita dei diritti di reimpianto (non è nato per difendere i nostri produttori vitivinicoli?)  non ho  visto  e sentito  spendere  parole   di fronte a questa triste realtà , mi chiedo come possa un produttore del nord acquistare a prezzi cosi alti i diritti di reimpianto  quanto cambia  fare l’agricoltore  nella nostra provincia  rispetto a quello che sta  al nord italia ?  mi chiedo  se ci sono strategie affinchè  chi rimane ancora a fare il viticoltore  per campare  e pagare le spese ? vorrei invitare  l’Assessore  all’agricoltura , in questo territorio  per spiegare a tanti giovani  che hanno scommesso di  fare l’agricoltore, stipulato  mutui ,  scadenze cambiali agrari e contributi Inps da pagare    e tutto il resto, come fanno ad andare avanti ? Dare  delle   risposte  ai buoni e qualificati presidenti  di cantine che non riescono a chiudere  bilanci  da  soddisfare  l’esigenze  dei  loro soci  perche i  prezzi dei  vini  venduti sfusi  Sono quelli di 30 anni fa , le migliore cantine    riescono appena  a  mettere  il 15 20 % in bottiglia  il resto lo  dovranno vendere sfuso ..Mi chiedo  se tutto  questo  dipende dallo zuccheraggio approvato  alcuni fà  dalla commissione europea  che  ha tagliato le gambe alle  nostre cantine in quanto  alcuni paesi del nord Europa i  loro vini  possono arricchirli  con il saccarosio , se continua così e noi i nostri vini li vendiamo a questi prezzi  quale prospettive  abbiamo?  Per questo a presto nascerà un grosso comitato di giovani agricoltori   per dare voce  e difendere chi ancora crede nel settore agricolo , sperando che i salotti  della politica possono  essere vicini agli agricoltori.

IL RESPONSABILE DELLA CIA
ENZO MAGGIO”

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