Raid in due Istituti scolastici, un giovane arrestato
Arrestato dalla polizia per tentato furto aggravato in concorso e rapina impropria aggravata in concorso, nonché per danneggiamento aggravato e porto ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere.
Si tratta del trapanese L .F., classe ‘96, resosi protagonista, assieme a tre complici, non ancora identificati dalla polizia, un raid delinquenziale ai danni di due istituti scolastici. A seguito di una segnalazione al 113, una pattuglia della polizia si recava presso l’Istituto comprensivo “G. Falcone”, dove ignoti avevano cercato di entrare. Mentre effettuavano i rilevamenti di rito gli agenti udivano una sirena d’allarme proveniente dall’Istituto comprensivo “Nunzio Nasi”, distante appena 100 metri dalla loro posizione.
Per cui nell’intervenire tempestivamente nell’altro istituto, quasi all’incrocio tra le vie De Santis e La Grutta, gli agenti notavano sopraggiungere da quest’ultima strada, dalla direzione opposta alla loro, un’autovettura con a bordo quattro giovani viaggiante a fari spenti. Nel tentativo di procedere ad un controllo gli agenti intimavano l’alt, ma il conducente del veicolo scappava in maniera repentina, facendo retromarcia e collidendo violentemente con una delle vetture di polizia che si erano portate sul posto.
Dopo una breve fuga abbandonavano il mezzo e proseguivano a piedi, fino a far perdere le proprie tracce. Nel contesto gli agenti riconoscevano il voltio del conducente del mezzo che risultava essere anche ilo proprietario della stessa autovettura. Inoltre, ispezionando il bagagliaio della vettura, veniva recuperata la refurtiva consistente in 4 computer portatili asportati, sottratti alla scuola “Nunzio Nasi”, con relativi carica batterie, nonché venivano rinvenuti arnesi atti allo scasso, posti sotto il vincolo del sequestro.
Pertanto, riconosciuto in uno dei quattro malviventi scappati L. F. dagli agenti richiedevano una idonea misura cautelare. L’Autorità Giudiziaria di Trapani, ritenendo che il L. F. avesse agito denotando l’inserimento nell’ambito di una vera e propria banda, una “squadra del crimine”, organizzata, al fine di commettere reati contro il patrimonio, disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari con la prescrizione di indossare il c.d. “braccialetto elettronico”, pena la più grave misura della custodia cautelare in carcere. La misura veniva immediatamente eseguita dagli agenti della Squadra Volante. Sono in corso ulteriori indagini per identificare gli altri complici.