Pupi e pupari che giocano con le sorti della Sicilia con incredibile spudoratezza e con la complicità delle “Ancelle” delle Procure.
La Sicilia del malaffare: Giuseppe Arnone racconta all'on.Fausto Raciti, segretario siciliano del PD, la sua terra, i suoi uomini e le innumerevoli disfatte
Quanto squallore emerge da una denuncia di Giuseppe Arnone Presidente Comitato Pio La Torre per Renzi Segretario del PD, che informa l’on. Fausto Raciti, segretario siciliano del PD, sulla questione del malaffare siciliano, emerso all’interno dell’assessorato regionale alla Formazione e ramificato nella cosa pubblica della Regione Sicilia. Leggendo la lettera di denuncia mi sono vergognato di essere siciliano e soprattutto di essere rappresentato da gente “impresentabile” che ha tramato contro il suo stesso popolo. In quegli attimi avrei sollevato mari e spianato montagne, talmente ero arrabbiato per così tante malefatte poste in essere e a cui nessuno pone la parola fine. Poi è prevalsa la ragione ed ho voluto trasmettere questa lettera voi, miei fedeli lettori. lasciandovi liberi da dare il proprio giudizio.
Reduce, da pochi giorni, da un corso di aggiornamento per giornalisti, che si parlò proprio di “diritto” o “dovere” di cronaca, le responsabilità del giornalista che si cela dietro il “virgolettato”; e – vista l’assenza totale di una legge che faccia chiarezza – avevo deciso di ritornare ad occuparmi di “vino, tarallucci e feste popolari”; proprio come feci circa 20 anni fa quando “certa politica” del tempo – che non è mai cambiata – stava per schiacciarmi pur di farmi stare zitto dalle pagine del mio vecchio cavallo di battaglia “Reporter”. Non era stata la vigliaccheria a farmi desistere, ma la paura che potessero fare del male alle persone a me più care, che mi portò per altri lidi. Approdai quasi per caso nella Regione Sicilia di Totò Cuffaro e, vi assicurò – lo giuro su quanto ho di più importante al mondo – che in quattro anni al seguito dell’Assessorato all’Agricoltura e Foreste i miei occhi videro meno della milionesima parte di “merda” che vedono oggi, a quattro anni del Governo Lombardo e a due da quello Crocetta. Ma questa è un’altra storia. Di fronte alle dichiarazioni di Arnone – che pubblico qui di seguito (per come ha fatto Link Sicilai) non riesco a starmene zitto, sento il sangue ribollire nelle vene, farei di tutto per dire basta a queste quattro macchiette false e bigotte…
Poi sopraggiunge la ragione: non posso continuare a lottare, da solo, contro nemici tanto subdoli quanto potenti ed imprevedibili. Questa volta, costi quel che costi, non mi tirerò indietro, perchè, a differenza di venti anni fa, qualcosa è cambiato nella coscienza dei siciliani. E, punto proprio su di voi onesti e incorruttibili cittadini che avete ceduto la mano; non per vigliaccheria, ma per quieto vivere. Ora che anche questa illusione, quella del quieto vivere e di aspettare che siano gli altri a risolvere i nostri problemi, viene messo in pericolo è giunta l’ora che l’onestà spazzi via il malaffare. Io non ho altri mezzi che scrivere, per cui scrivo – con la mia grammatica “penzolante” – e continuerò a scrivere fino a quando ne avrò le forze per farlo. Il Paese è degli italiani e non di quella gente “impresentabile” a cui abbiamo dato il mandato per rappresentarci. Io ci sono! di E tu… ci sei? Cosa intendi fare?
Alberto Di Paola
Direttore Marasalanews
P.S. la “denuncia” di Giuseppe Arnone è lunga, ma vale la pena leggerla
link diretto: http://www.linksicilia.it/2014/10/egregio-segretario-fausto-raciti-vi-racconto-che-e-nelli-scilabra-tra-eros-e-thanatos/
“Egregio Segretario Fausto Raciti, le racconto chi è Nelli Scilabra tra Eros e Thanatos”
di Giuseppe Arnone Presidente Comitato Pio La Torre per Renzi Segretario del PD
Egregio on. Fausto Raciti, segretario siciliano del PD, con questa lettera pubblica intendo sottoporti formalmente la questione del malaffare che è emerso all’interno dell’assessorato regionale alla Formazione e che impone la rimozione di Nelli Scilabra, la studentessa trentunenne, amante dei videoclub su “Eros e Thanatos” (tanto da inserirli nel suo curriculum), che ha lasciato mano libera a Lumia & Co., per creare il nuovo sistema clientelare e di affari, che adesso va smantellato.
Tra breve elencherò i fatti gravissimi di malaffare “scilabresco” che fanno il paio con quanto ho già sollevato, la settimana scorsa, pubblicamente innanzi alla Procura di Palermo relativamente ai reati commessi da Alfonso Cicero, sempre in combutta con Lumia e Crocetta.
Ma immediatamente, caro Segretario, visto che non ci conosciamo, non ci siamo mai né parlati, né incontrati, voglio spiegarti chi sono. Probabilmente sono l’ultimo di coloro che hanno pianto nella Camera Ardente di Pio La Torre nel lontano 1982, che hanno partecipato ai funerali di Berlinguer nell’84, che hanno diviso qualche volta la mensa con Paolo Borsellino, che hanno ancora voglia di battersi e rischiare per restituire la Sicilia allo Stato di Diritto.
Sono l’esatto opposto dei carrieristi dell’antimafia. Di me i pentiti parlano da decenni, raccontano riunioni a me dedicate, ma vivo – con soddisfazione – facendo l’avvocato.
Per questo apprezzo la tua Idealità, i tuoi sforzi, per questo pongo la mia storia e la mia competenza al tuo fianco. A proposito, più avanti comprenderai come l’esperienza maturata nelle battaglie politiche e di denunzia, contro il malaffare ed i mafiosi agrigentini, mi permette di inquadrare bene l’affaire di Italia Lavoro e la relativa manciuglia.
Per chi ha pianto avanti al viso di Pio La Torre bucato da un proiettile, non vi è peggio di chi, come Lumia e Crocetta, declamano l’antimafia e praticano azioni ad altissimo tasso di illegalità come quelle dell’affaire Cicero – Fiumefreddo – Petitto & co., con torte di milioni di euro gestitenell’illegalità, o come, appunto, l’indegno mangia mangia, per milioni di euro, con gli affari “scilabreschi” di Italia Lavoro, con l’evidente obiettivo di beneficiare, a decine, a centinaia, i neo assunti formatori inadeguati e poco capaci (per restare alle parole della dirigente Anna Rosa Corsello).
Caro Fausto, ciò che adesso descrivo (e che dovrebbe già essere di interesse della Magistratura – lo sarà per mia iniziativa se il PD che tu rappresenti sarà sconfitto in questa sacrosanta opera di pulizia del governo regionale) non proviene da mie fonti riservate, da mie indagini segrete. E’ frutto solo di una normale lettura dei giornali online, Link Sicilia e Live Sicilia in primo luogo.
E dico che stiamo peggio di prima, rispetto a clientele ed illegalità a confronto con l’epoca di Totò Cuffaro, per la semplice ragione che interessati al sistema illegale ricostruito in questi ultimi due anni (attraverso i vecchi soggetti del “cuffarismo” che affollano una nota segreteria di via Amari a Palermo) vi sono soggetti che hanno abusato ed abusano delle cariche parlamentari, in Antimafia e nella Commissione Giustizia, per costruire canali privilegiati utili a condizionare le Procure della Repubblica.
No, nelle Procure della Repubblica siciliane Cuffaro non godeva della stessa stima di cui gode il senatore Lumia. E questo mette in moto una logica perversa, che colpisce il controllo di legalità.
Vi è stata una battuta, una Tua battuta, caro Raciti, che mi ha molto colpito favorevolmente, una battuta con la quale tu criticavi quei parlamentari che vestivano i panni delle “ancelle delle Procure”, ovvero coloro che sono sempre pronti a proteggere le Procure della Repubblica, anche quando le loro azioni sono le stesse di chi isolò ed espose alle bombe dei mafiosi Falcone e Borsellino. E chi si erge “ad ancella delle Procure”, sempre e a prescindere, ed è bravissimo a fare come lo struzzo, a mettere la testa sotto la sabbia, quando a compiere illegalità ed insabbiamenti sono i magistrati, lo fa anche per lucrare “disattenzioni” sui casi degli imbrogli suoi e dei suoi amici.
Ciò premesso, e chiarito qual è il pensiero su Lumia, che ho ben conosciuto, sia qual è la mia storia, prima di andare a ricordare le ragioni per cui la Scilabra non deve più mettere piede all’assessorato alla Formazione – e anzi dovrebbe frequentare molto di più Palazzo di Giustizia – vale la pena che un politico di esperienza, che ha sempre fatto tesoro degli insegnamenti di La Torre e Berlinguer, spieghi come sia possibile che autentici signor nessuno diventino assessori del Governo Crocetta. Qual era prima del 2012 il reddito di Linda Vancheri? E di Nelli Scilabra? E del fiorentino Salvatore Calleri?
E qual è il reddito di questi signori oggi? Quello di oggi lo sappiamo, circa 200 mila euro all’anno, tra annessi e connessi, poco meno di 20 mila euro al mese.
In attesa che Linda Vancheri ed il fiorentino Calleri ci dicano quanto percepivano prima di divenire assessori, soffermiamoci sulla studentessa Scilabra. Non credo che prima dei quasi 20 mila euro al mese, che percepisce oggi da assessore, avesse altri redditi.
Ma quali sono le competenze, il peso politico, la storia corposa di questi tre signori? In virtù di quali meriti sono stati chiamati da Crocetta e Lumia a ricoprire l’importante incarico? Di Calleri si sa abbastanza per poter dire che è del tutto ignorante in materia di problemi siciliani di acqua, rifiuti ed energia, e in Sicilia – vivendo a Firenze – non gode lontanamente di alcun consenso. Così si diviene un pupo, ben pagato, in mano ai pupari che l’hanno scelto. O cala la testa o viene rispedito a sciacquare i panni in Arno.
L’unico titolo che ha Nelli Scilabra è quello di essere una gradevole studentessa fuori corso, abbastanza attempata, molto apprezzata unicamente da un’altra persona, il senatore Lumia, e, quindi, da Saro Crocetta.
Gli stessi meriti sostanzialmente viene ad averli Linda Vancheri, assessore regionale alle Attività Produttive, che di impresa ne ha praticata pochina, è, infatti, una bella signora con una laurea in lingue, ottima conoscenza di francese e inglese, con esperienze di insegnamento e, da qualche tempo, un bell’impiego presso Confindustria Sicilia. È, ovviamente, un’impiegata di Confindustria, molto apprezzata dal suo presidente regionale, Antonello Montante, che l’ha indicata come assessore, sicuro che avrebbe fornito copertura alle altre azioni dell’amico (di Confindustria) kamikaze Alfonso Cicero.
Sono meglio gli assessori parlamentari, perlomeno non devono ringraziare il Presidente di Confindustria od il senatore Lumia, ma migliaia di elettori, e, soprattutto, se si dimettono, perché vanno in disaccordo con Crocetta, non hanno problemi di calo verticale del reddito o, addirittura, di non poter riempire la pentola.
Ma torniamo all’assessorato alla Formazione. Ti invito, innanzitutto, in nome della competenza e del merito, a leggere il curriculum formale della bella Nelli, rintracciabile su Google. All’età di 31 anni compiuti non si è ancora laureata, né ha mai lavorato, per cui ha rimpolpato il suo curriculum riportando queste partecipazioni ad eventi culturali (che devono aver molto, ma molto, ma molto, ma molto impressionato Lumia): videoclub “Eros e Thanatos”, seminario su “Sicilia bastarda”. Lumia ha affidato un assessorato importantissimo ad una bella studentessa superfuoricorso, che oltre ad esperienze di organismi universitari, di seminari universitari, di associazioni studentesche, ed ovviamente dei reclamati videoclub su “Eros e Thanatos”, nella sua vita non appare essersi occupata di null’altro meritevole di essere ricordato.
E possiamo escludere, anche alla luce di questo curriculum, che sia stata Nelli Scilabra a pensare e a gestire l’enorme manciuglia dei 5 milioni di euro, gettati tra le fauci di Italia Lavoro, per assumere molte decine, probabilmente centinaia, di formatori.
E qui, carissimo Raciti, andiamo alla parte più dolente del mandato che, a nome degli ex comunisti, oggi elettori del PD, ti affido. Parte dolente per la legalità, parte dolente per i disoccupati siciliani, parte dolente per il lavoratori della formazione messi in mezzo ad una strada.
Quello che adesso riporto in corsivo lo racconta in commissione all’Ars la dirigente silurata Annarosa Corsello: “È stato l’assessore a volere che alcune delle priorità venissero gestite da Italia Lavoro invece che dai Centri per l’Impiego… La maggior parte dei 5 milioni di euro sono stati affidati ad esperti esterni… La supervisione di Italia Lavoro era assolutamente superflua… Inadeguatezza dei cd. formatori di Italia Lavoro. Sono sempre stata contraria all’affidamento. Italia Lavoro ci ha fatto sapere di non essere in grado di gestire informaticamente il click day… Anche in quell’occasione dissi che i 5 milioni sarebbero servirti solo per detergere il sudore degli addetti agli sportelli… Quella presa di posizione infastidì l’assessore, e chiese di trovare una soluzione… Scelsi ETT di fronte alla notizia che Italia Lavoro non avrebbe garantito la piattaforma informatica”.
Già in questo brano appena riportato tutto è chiaro: l’assessore Scilabra e il suo dante causa, ovvero l’effettivo assessore Giuseppe Lumia, impongono alla dirigente, poi silurata, di stanziare e dirottare 5 milioni di euro a Italia Lavoro, che provvederà a spenderli, con un’enorme manciuglia, con contratti ad esperti esterni. Sarebbe proprio il caso che la magistratura verificasse qual era la frequenza dei contatti tra il Senatore Lumia e l’assessore fuori corso, in che misura Lumia ha influenzato le scelte assessoriali.
Adesso, gentile Fausto, occorre farsi dare gli atti relativi alle modalità di scelta e agli elenchi di questi esperti esterni che, per quello che si capisce dalle colorite battute della Corsello, avrebbero potuto “detergersi il sudore” con quei bei soldoni. È agevolmente intuibile che Italia Lavoro doveva servire da paravento, ovvero da filtro protettivo, per scegliere i beneficiari dei 5 milioni di euro di singoli contratti, con tranquillità e impunità, lontano da occhi indiscreti.
L’imbroglio è tale che Italia Lavoro non è in grado di gestire neanche la piattaforma informatica, per cui devono spendersi ulteriori 500 mila euro a beneficio della ETT. Sempre parole della Corsello.
Io ho fatto per 22 anni il consigliere comunale, ad Agrigento, ho fatto sciogliere una volta il mio Consiglio Comunale, ho mandato in galera due Giunte; il mio grande avversario, l’ex sindaco, senatore Calogero Sodano, si è preso già 5 anni di galera, ed adesso è sotto processo per mafia per avermi battuto alle elezioni grazie all’appoggio di Cosa Nostra, a cui, poi, secondo PP.MM e pentiti, ha concesso appalti per ben oltre 100 miliardi di lire, con imbrogli sempre da me denunziati.
Nella mia battaglia per la legalità ad Agrigento, mi sono pure imbattuto in una vicenda simile. Un paravento per clientele. Si ottenne un milione di euro per assumere operai per la pulizia della città, ed invece di chiamare i lavoratori direttamente col collocamento, si diede l’appalto ad una impresa solo per utilizzare il milione di euro per pagare gli stipendi alle persone assunte “liberamente” su segnalazione dei politici. Uno schema semplice e chiaro.
Continuiamo adesso con le prove del grande imbroglio fornite dalla Corsello, prove che inchiodano sempre di più la Scilabra e l’assessore ombra. “E’ stato l’assessore a volere che alcune delle priorità venissero gestite da Italia Lavoro invece che dai Centri per l’impiego, affidamenti diretti a Italia Lavoro e quante altre assunzioni si devono fare?”.
“Ho sempre agito nell’interesse dell’assessore che, pur presentandosi come paladina dei giovani, li ha sacrificati sull’altare di una gara di velocità, oggi è stata scritta una pagina di raro squallore”.
“5 milioni di euro assegnati a Italia Lavoro per elaborare i dati dei tirocinanti e fornire assistenza ai centri regionali per l’impiego”.
“Ero contraria all’affidamento ad Italia Lavoro, ma il mio giovane assessore temeva di perdere visibilità, ha sacrificato migliaia di giovani. L’assessore ha deciso di non rivolgersi ai centri per l’impiego, sottoposti all’assessorato al lavoro, l’assessore ha sacrificato tanto giovani sull’altare di una gara di velocità …”
“Il ruolo che Italia Lavoro avrebbe dovuto svolgere era quello di una supervisione assolutamente superflua nei confronti dei Centri per l’impiego. Sui tirocini formativi, Italia Lavoro a fronte di due milioni avrebbe dovuto compiere una semplice supervisione, visto che l’attività sarebbe stata svolta comunque compiuta dai Cpi. Per non parlare della pur necessaria formazione dei Cpi, che sarebbe costata 3 milioni . Ed è stata sospesa di fronte alle proteste degli addetti dei Centri per l’impiego di fronte alla ‘inadeguatezza’ dei cosiddetti formatori. Sono sempre stata contraria a quell’affidamento”.
La Corsello lo racconta in tutte le salse che la Scilabra le ha imposto il contratto con Italia Lavoro e la dirigente ha pure fornito, mai smentita, prove e riscontri. La Scilabra viene sbugiardata persino dal resoconto dell’incontro ufficiale a Roma del novembre 2013, ove sta scritto che è l’assessore che pretende l’affidamento ad Italia Lavoro. Invece, Nelli, sì fuori corso, ma in compenso molto, molto furba e sfacciata, mutuando la faccia tosta dai suoi maestri Lumia e Crocetta, ha dichiarato che dell’affidamento ad Italia Lavoro si è occupata solo e soltanto la Corsello: “E’ la Corsello che ha voluto e deciso tutto, per quanto riguarda l’affidamento ad Italia Lavoro. Sono atti gestionali, io sono estranea”.
Ma riportiamo, ancora, le dichiarazioni della Corsello, dalle quali emerge pure un profilo di intimidazione e minaccia, subito dalla dirigente, che meriterebbe approfondimento in altra sede: “Il ruolo che Italia Lavoro avrebbe dovuto svolgere – dice sempre la Corsello – era quello di una supervisione assolutamente superflua nei confronti dei Centri per l’impiego. Sui tirocini formativi, Italia Lavoro a fronte di due milioni avrebbe dovuto compiere una semplice supervisione, visto che l’attività sarebbe stata svolta comunque compiuta dai Cpi. Per non parlare della pur necessaria formazione dei Cpi, che sarebbe costata 3 milioni . Ed è stata sospesa di fronte alle proteste degli addetti dei Centri per l’impiego di fronte alla ‘inadeguatezza’ dei cosiddetti formatori. Sono sempre stata contraria a quell’affidamento”. “Sempre contraria”, dice la Corsello. Che però non revoca subito quell’affidamento. Lo farà solo in agosto. Il motivo? Lo spiega lei stessa: “Se avessi detto di no all’assessore, oggi non sarei qui”.
L’On. Giovanni Panepinto, del Partito Democratico, ha descritto formalmente l’operato della Scilabra e dei suoi dante causa come “un piano della Banda Bassotti” .
No, Panepinto ha torto, caro Raciti, siamo in una situazione molto peggiore. Fanno ridere Scilabra, Vancheri, Cicero, Fiumefreddo, Lumia, Crocetta. Fanno ridere con l’incredibile e spudorato malaffare che io ho ampiamente descritto, ma costoro hanno in mano la Sicilia, hanno in mano il destino di quest’Isola, il destino di questa Terra.
Totò Cuffaro è in galera, sconta la sua pena. Ma, sia la storia di Cicero e della gestione degli affari legali, sia l’intero l’ affaire dell’esperta in materia di Eros e Thanatos, la fuori corso Scilabra, merita, nei confronti di Saro Crocetta, la stessa severità, la stessa intransigenza che ha portato, a suo tempo, la magistratura ad intervenire, in modo tranciante, su Salvatore Cuffaro. Oppure dobbiamo credere, come alcune vicende dimostrano, che in Sicilia abbiamo una Giustizia con due pesi e due misure? E questo lo dice un uomo che non viene dal Partito di Lima e di Berlusconi, ma un uomo che è orgoglioso di aver militato e di aver rappresentato il grande Partito Comunista.
Buon lavoro Raciti, porta con te una robusta ramazza e, se hai bisogno, chiamami. Verremo proprio in molti, in tantissimi, per fare pulizia.
26.10.2014 Giuseppe Arnone
Presidente Comitato Pio La Torre per Renzi Segretario del PD