Poste sempre più lente in Sicilia, abolito il postale
Poste sempre più lente in Sicilia: l’aereo postale non arriva più a Palermo, il Centro di meccanizzazione postale rischia di chiudere, lunghe attese per a consegna della posta. Un declassamento incomprensibile per una delle città più grandi d’Italia.
Cancellato il volo quotidiano delle poste a Palermo. Tempi duri: la società presieduta da Luisa Todini e guidata da Francesco Caio sta infatti rivoluzionando la sua organizzazione nel Paese con conseguenze sul capoluogo siciliano che si preannunciano drammatiche.
La Sicilia, infatti, da anni viene divisa in due: la parte occidentale che comprende Trapani, Palermo e Agrigento e la parte orientale con Catania e il resto delle province. Una suddivisione soprattutto organizzativa: la posta proveniente da fuori regione, infatti, fino allo scorso settembre veniva portata nell’Isola con appositi aerei e poi smistata nei centri di meccanizzazione postale, meglio conosciuti come Cmp: l’Isola ne ha due, uno a Palermo e uno a Catania.
Ma da ottobre del 2015 Poste Italiane ha invece deciso di tagliare e di riservare alla Sicilia un solo aereo che atterra alle pendici dell’Etna e, da lì, lettere e raccomandate vengono smistate grazie ai camion, ossia il trasporto su gomma. Un’operazione che ha finito col penalizzare la parte occidentale dell’Isola, visto che a Palermo non arrivano più aerei postali e bisogna aspettare che i mezzi percorrano centinaia di chilometri su gomma. “Un vero disastro che comporta notevoli ritardi per tutti i prodotti da recapitare per contratto entro il giorno successivo come le raccomandate – spiega il segretario generale del Slp-Cisl Palermo e Trapani Maurizio Affatigato -. Con questo nuovo metodo la corrispondenza viene recapitata dopo 3 o 4 giorni, dando luogo a migliaia di contenziosi da parte dei clienti”.
Disagi avvertiti sia dai cittadini che dalle pubbliche amministrazioni: Palermo, capoluogo di regione, è infatti sede di uffici pubblici e privati,consolati, enti statali che rischiano di subire le ripercussioni negative di questo nuovo sistema. “Non contenti di questo, con una nuova riorganizzazione in vigore da febbraio il nuovo piano di servizio recapito non consentirà a Palermo di rientrare tra le grandi città d’Italia – continua la Cisl – e a nessuna città siciliana verrà riconosciuta la qualifica di area metropolitana. Il che, a conti fatti, comporterà meno personale e soprattutto la chiusura del Cmp di Palermo in via Ugo La Malfa”.
Una scelta basata su alcuni indicatori, fra cui la “capacità di consegna” da extrabacino, cioè il tempo necessario a portare la posta dallo scalo a una città. “Se invece venissero applicati altri criteri, Palermo rientrerebbe fra le aree metropolitane – spiega Affatigato – per questo abbiamo chiesto alle Poste di ritornare sulle sue scelte, ripristinando il volo. Palermo è il capoluogo di una regione a statuto speciale, ospita uffici pubblici di rilievo e di governo, ha una popolazione di 700mila abitanti, in più qui operano 4 grandi aziende concorrenti”. Gli effetti pratici di questa scelta sono la consegna a giorni alterni ma anche, dicono i sindacati, la riduzione del 35 per cento del personale che opera fra Palermo e provincia. “Paradossalmente l’azienda aumenta i servizi, apre al pubblico uffici a doppio turno e il personale applicato allo sportello diminuisce a dismisura”, aggiunge Affatigato.
Poste Italiane per il momento si limita a rispondere che il confronto con le parti sociali “avviene nelle sedi opportune” e quindi non a mezzo stampa. Febbraio però è alle porte e il nuovo sistema di recapito rischia di riservare più di un’amara sorpresa ai palermitani.