Petrosino, energumeno nigeriano ha “sequestrato” una decina di persone e poi si è scagliato contro un carabiniere

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Attimi di panico e paura ieri sera in un supermercato di Petrosino a causa del “raid” di  un giovane nigeriano che ha tenuto prima in ostaggio impiegati e clienti e poi si è scagliato contro i carabinieri. Intorno alle ore 16:30 l’immigrato, Joshua Enafobo con alle spalle una sfilza di reati per violenza consumati in Sicilia, armato di una spranga di ferro ha fatto irruzione nel supermercato della nota catena “Spendi meno” di via Ugo La Malfa, nei pressi della stazione ferroviaria. Con l’atteggiamento di una persona psichicamente instabile ha raggiunto le casse e rivolgendosi alla cassiera avrebbe farfugliato qual cosa del genere “sono venuto a prendere il denaro…. dammi i soldi che mi deve tuo padre…. ora qui non si lavora più… io ho lavorato”.

La ragazza terrorizzata dall’energumeno scappava dal supermercato e chiedeva aiuto ai passanti e ai gestori delle attività economiche della zona mentre l’uomo con la spranga di ferro non permetteva ad una decina di persone, tra dipendenti e clienti, di lasciare l’esercizio commerciale per una decina di minuti. Poi, non contento prendeva i carrelli della spesa e li scagliava in strada, contro le auto che transitavano. In soccorso dei dipendenti e dei clienti del supermercato giungevano una decina di ragazzi del vicino centro per immigrati CAS della Cooperativa Sociale l’Arca di cui è presidente Mario Bonanno, i quali a stento riuscivano a immobilizzarlo.

auto_dei_carabinieriAll’arrivo dei carabinieri Joshua Enafobo in preda ad un nuovo raptus di presunta follia si scagliava contro uno dei carabinieri e dopo averlo violentemente spintonato gli ha avrebbe pure sputato in faccia. In supporto dei carabinieri della locale stazione si portavano pure gli agenti di una pattuglia del commissariato di Polizia di Marsala. Finalmente immobilizzato e ammanettato l’uomo è stato tratto in arresto dai Carabinieri. Solo al termine di tutti gli accertamenti, anche in considerazione di ciò che Enafobo aveva già compiuto nei giorni precedenti, si procedeva a trarlo in arresto per i reati di Tentata Rapina, Sequestro di Persona e Resistenza a Pubblico Ufficiale. Su disposizione della Procura di Marsala, e solo dopo aver accertato l’impossibilità di alcune comunità ad ospitarlo in regime di arresti domiciliari, lo stesso veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Trapani San Giuliano, dove attenderà l’interrogatorio di garanzia del G.i.p. di Marsala.

Gli imprenditori delle attività commerciali della zona, ed i loro dipendenti, sono stanchi delle continue scorribande del giovane nigeriano. La situazione è diventata insostenibile, un persona “deviata” disturba, molesta, minaccia ed in preda a raptus di violenza tiene in subbuglio una intera comunità. Nessuno degli altri circa 100 ragazzi del centro di accoglienza CAS ha mai dato problemi o ha avuto comportamenti irriguardosi nei confronti dei petrosileni che li hanno accolti e danno loro saltuariamente dei lavori da svolgere in agricoltura. Dall’arrivo di questo ragazzo Nigeriano la gente del posto inizia a guardare con sospetto tantissimi altri giovani immigrati della zona, che colpe non hanno. La cosa assai grave è che malgrado le precedenti misure restrittive emesse dall’Autorità Giudiziaria il violento energumeno nigeriano non si è mai allontanato, ha continuato a “terrorizzare” i circa 100 immigrati ospiti del CAS gestito dalla Cooperativa Sociale l’Arca, ma soprattutto quanti vivono e lavorano lungo la via Ugo La Malfa di Petrosino. Arrestato giovedì scorso e condannato il giorno successivo dal Tribunale di Marsala con il divieto di dimora a Petrosino, venerdì stesso alle 11:35 si richiedeva l’ennesimo intervento delle forze dell’ordine sempre nei pressi del CAS di Petrosino. L’ultimo intervento delle forze dell’ordine, sempre a causa di atteggiamenti violenti dello stesso soggetto, risale a sabato scorso, in pratica quattro interventi in 5 giorni. Il soggetto, forse sofferente di qualche disturbo, tiene in scacco le forze dell’ordine, i membri della comunità per immigrati e incute paura negli esercenti commerciali, nei dipendenti e negli abitanti della zona. Quest’ultimi, fanno appello all’Autorità Giudiziaria e alla Prefettura di Trapani per allontanare definitivamente Joshua Enafobo dalla zona, prima che possa verificarsi qualche evento irreparabile.

2865-fronte-con-logo-vettorialeLa storia “criminale” di questo nigeriano disadattato e violento è lunga, inizia due anni fa a Calatafimi in una Comunità Alloggio per Minori Immigrati dove ne combina di tutti i colori per la sua condotta rissosa e violenta, tanto da essere deferito all’Autorità Giudiziaria per una serie di reati commessi sia ai danni della struttura che nei confronti degli altri ospiti. Joshua Enafobo per lungo tempo, malgrado fosse maggiorenne, continuava a spacciarsi per minore. Essendo stata accertata la sua maggiore età, a seguito di un accertamento medico legale, veniva trasferito a Marsala presso una comunità per adulti (Cooperativa Sole) ma lui non lo accetta ed anche lì replicava la medesima condotta violenta, giungendo a far divampare un incendio nella struttura ed a minacciarne di morte i titolari. Altro intervento della forza pubblica e sentenza del Tribunale che lo affida al CAS di Petrosino. Anche qui Joshua Enafobo  ha continui atteggiamenti violenti contro gli immigrati, i gestori della cooperativa, i dipendenti, nonchè gli esercenti commerciali della zona. Diversi sono gli interventi dei carabinieri e della polizia, ma lui continua ad andare in escandescenza senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze. Nel frattempo ottiene la protezione umanitaria, una sorta di permesso di permanenza per due anni in ambito comunitario, e contestualmente la Prefettura gli revoca il diritto di accoglienza in strutture pubbliche per immigrati. Joshua Enafobo non ha, invece, nessuna intenzione di allontanarsi da Petrosino e dal CAS dove si reca prepotentemente malgrado gli penda una ordinanza del tribunale che gli vieta la dimora a Petrosino.

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Commenti

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    Cirinnà 8 anni

    Che paese di quaquaraqua, si fanno pisciare in testa da un africano clandestino che in america avrebbero abbattuto senza tanti complimenti per molto meno, e questi siciliani che vanno a fare i gradassi in giro per il mondo scappano come dei conigli !
    Fosse mai accaduta in Calabria o a Napoli una cosa del genere, lo avrebbero già ritrovato da tempo in qualche fossato, talmente gonfio che neppure sua madre lo avrebbe riconosciuto.
    Bau bau micio micio…. Ahahahahahahah…. che ciarlatani.

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      Non sono d’accordo, con la violenza non si ottiene nulla. Occorrono leggi severe e meno “protezionismo” pubblico. Basterebbe emettere i Decreti di Espulsione immediata per chi è violento e non rispetta le leggi del Paese che lo sta ospitando.

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    franco 8 anni

    Sento puzza di sfruttamento del lavoro nero,speriamo chi di competenza indaghi più a fondo sulla faccenda…

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    Alberto 8 anni

    Questo è il vostro modo di fare giornalismo? Chiamare un extra comunitario “energumeno”? Il livello di questo sito è ai minimi storici.

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      Come chiama lei un delinquente, violento, alto e robusto che per fermarlo occorrono 10 persone. BRAVA PERSONA? Complimenti! Visto che le sta tanto a cuore perchè non se lo fa affidare dall’Autorità Giudiziaria e lo ospita a casa sua.
      P.S. per sua opportuna conoscenza, visto che dimostra carenze in lingua italiana, ecco cosa significa energumeno secondo il vocabolario Treccani:
      Energùmeno s. m. (f. -a) [dal lat. tardo energumĕnus, gr. ἐνεργούμενος, part. pres. di ἐνεργέομαι «subire l’azione altrui»; propr. «ossesso»]. – 1. Chi è posseduto dal demonio; indemoniato, ossesso. 2. Più com. in espressioni comparative, o in usi fig., con riferimento a persona infuriata, dominata dall’ira o da altra violenta passione: gridare, urlare, divincolarsi come un e.; sembrare un e.; si scagliarono contro di lui come tanti e.; occhi da e., spiritati.

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        Fatina 2 mesi

        Se era un italiano ,dicevate poretto era bravo.. avrà avuto problemi..

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        Per noi il colore della pelle o la nazionalità non è un segno distintivo. Chi adelinque è un delinquente qualunque sia il suo Paese in cui è nato.