Ance: “subito i cantieri del Patto Sicilia, prima della campagna elettorale”

cantiere-viadottoIl Patto Sicilia di Matteo Renzi potrebbe essere solo un bluff elettorale. E’ un interrogativo che i siciliani si pongono, e non sarebbe la prima volta che la politica nazionale annuncia in pompa magna finanziamenti eccezionali e poi non realizza nulla e finisce col dare la colpa all’immobilismo politico che imperversa nelle strutture pubbliche. Matteo Renzi, dopo che ha già incamerato quasi 7 miliardi di euro dai siciliani, grazie al presidente Crocetta che non ha mai rivendicato il ritorno in Sicilia della quota parte delle tasse pagate sull’isola. Anzi, c’è chi malignamente ipotizza che quest’ultimo in combutta col Premier abbia rinunciato a tali risorse per qualche provvidenziale “paracadute (in senato o alla Camera) qualora i Siciliani gli farebbero il cosiddetto “foglio di via”. Ipotesi non del tutto da scartare visto il proliferare del malcontento dei siciliani.

L’Ance Sicilia, chiede al Governo Nazionale “un ulteriore sforzo di credibilità – dichiara Santo Cutrone presidente di Ance Sicilia, riferendosi alla firma del Patto per la Sicilia -: andare in pressing sulle stazioni appaltanti perché aprano subito i cantieri senza attendere le prossime elezioni e spendano presto e bene questi soldi che sono fondamentali per far sì che in Sicilia ci si possa impegnare anche per la ripresa economica e la nuova occupazione integrando le politiche che finora hanno dato priorità a precari assistiti e immigrati”.

“Il premier Renzi e i ministri Alfano e Delrio hanno compreso l’importanza – evidenziata dall’Ance Sicilia con la trasmissione al governo nazionale dell’elenco delle opere incompiute – di rendere competitivi i sistemi infrastrutturale ed economico-produttivo dell’Isola”. Lo afferma Santo Cutrone,  “anche se non siamo stati consultati, va nella direzione da noi auspicata – aggiunge Cutrone – : quella di intervenire a fondo sul completamento delle grandi opere e sulla manutenzione della rete viaria e del territorio. Lo fa rendendo disponibile sia pure solo una parte dei fondi Fsc assegnati alla Sicilia, in aggiunta a risorse previste in precedenti programmazioni e non ancora spese. I fondi del Patto Sicilia vanno “blindati” – sottolinea Cutrone –, sovvertendo così la deleteria usanza del passato di annunciare fondi che poi venivano dirottati altrove”.

In tal senso, incalza Cutrone, “il ‘Patto per la Sicilia’ toglie alla Regione tutti gli alibi che sono stati utilizzati per giustificare il mancato utilizzo dal 2012 delle risorse Cipe con cui si devono entro l’anno costruire depuratori e reti fognarie se non si vorrà pagare pesanti multe all’Ue. Parallelamente, auspichiamo che l’Anas, pur se fuori dal ‘Patto’, ne sia stimolata a realizzare ancor più celermente il Piano di manutenzione della rete viaria disastrata, reso più urgente dai frequenti cedimenti di giunti che si verificano lungo le autostrade”.

Il presidente dell’Ance Sicilia conclude: “Il ‘Patto Sicilia include fra le novità tanti piccoli interventi che si spera possano dare ricadute positive sui territori interessati. Sembra oltremodo carica di attese positive per il rilancio delle città l’assegnazione di 163 milioni di euro ad opere di riqualificazione urbana, nel cui elenco non sono specificati gli importi di dettaglio, che siamo in attesa di conoscere per fare una valutazione di merito”.

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