Parte da Poggioreale la protesta del latte in Sicilia

Parte oggi, da Poggioreale, nel Trapanese, la protesta dei pastori siciliani contro il basso prezzo del latte. Sulle orme di quanto accaduto in Sardegna, dove migliaia di pastori sono scesi in piazza, quelli siciliani hanno annunciato che verseranno anche loro migliaia di litri di latte per protestare contro un sistema economico ingiusto, a cominciare da questa mattina (venerdì 16 febbraio).

Iniziativa questa che già da giorni in Sardegna ha subito un cambio di rotta: al posto di sversare il latte per strada, si è deciso infatti di distribuirlo alle famiglie bisognose. Ma come sempre in Sicilia le iniziative di protesta arrivano sempre di riflesso e in ritardo. Sarà comunque un gesto simbolico, dettato dalla rabbia e dalla disperazione, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su un problema che ormai si trascina da tempo. Negli ultimi tre anni il prezzo del latte si è abbassato notevolmente. Se nel 2016, infatti, 1 litro di latte veniva venduto a 65/70 centesimi al litro, oggi molti sono costretti a venderlo al di sotto di quella cifra. Un prezzo che, secondo gli stessi allevatori, non basta neanche a coprire i costi di produzione.

La protesta in Sicilia inizia con un centinaio di allevatori che arrivano dalle province di Trapani, Palermo e Agrigento. Teatro della manifestazione è la statale 624 Palermo-Sciacca, dove hanno intenzione di rovesciare per strada 3000 litri di latte.

“Abbiamo gli stessi problemi dei nostri colleghi sardi – ha detto Domenico Bavetta, portavoce della protesta – con il nostro latte viene fatto il pecorino romano, eppure il nostro prodotto viene pagato pochissimo, appena tra i 62 e i 67 centesimi, mentre dall’altro lato il latte in polvere viene importato dall’estero”. La protesta, nata sui social, ha già raccolto numerose adesioni, soprattutto nell’area del Belice, dove sono tanti coloro che lavorano producendo latte e formaggi, così come accade nei monti Sicani.

A Santo Stefano Quisquina il caso ha coinvolto l’amministrazione comunale che in comunicato ha dimostrato solidarietà ai pastori, condividendo le ragioni della protesta. Nel paese montano che fa parte del circuito “Le vie dei formaggi” dove hanno sede tante aziende di prodotti caseari, ieri sera si è tenuta un’assemblea cittadina per programmare nuove iniziative in collaborazione con la Coldiretti.

Intanto nella giornata di giovedì Il senatore siciliano del Pd, Davide Faraone, ha presentato un’interrogazione per sapere quali interventi intende intraprendere il ministero dell’Agricoltura, al fine di tutelare il latte delle due isole oggi in rivolta, attraverso un sistema di controllo nei processi di produzione e sulla remunerazione del prodotto alimentare. “La ribellione contro il prezzo del latte, partita dalla Sardegna – ha dichiarato – è arrivata anche in Sicilia, dove i pastori esasperati hanno iniziato ad aprire i rubinetti delle vasche e rovesciare i bidoni. Il latte siciliano, al pari di quello sardo, non può essere penalizzato dai flussi commerciali esteri e da chi abusa della propria forza contrattuale superiore, ed è per questo che appare fondamentale e giusto consentire anche ai piccoli allevatori una adeguata e incisiva partecipazione alle scelte del mercato”.

Intanto le rivendicazioni degli allevatori siciliani, legate anche al prezzo del latte nell’Isola, saranno al centro di un incontro che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha organizzato, nel Palazzo d’Orleans a Palermo, martedì 19 febbraio alle ore 19.
Per l’amministrazione regionale saranno presenti l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera, il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Carmelo Frittitta e i responsabili della sanità veterinaria. Sono stati invitati a partecipare l’Associazione italiana allevatori, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri.
«Condivido – evidenzia il governatore Nello Musumeci – la preoccupazione del comparto zootecnico e ritengo sacrosanta la civile protesta. Martedì vorrò raccogliere le loro istanze e trasferirle su un Tavolo di confronto con il ministero per le Politiche agricole. Serve fare squadra ed evitare che nella filiera si possano determinare comportamenti sleali, a danno dei produttori onesti».

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