Palazzo di Giustizia di Trapani, è di scena: “Giovanni e Paolo Aldilà di Falcone e Borsellino”

StampaNella ricorrenza del 24° anniversario della strage di Capaci al Palazzo di Giustizia di Trapani sarà portata in scena, per ben due volte, la performance teatrale “Giovanni e Paolo Aldilà di Falcone e Borsellino” scritta dal magistrato Alessandra Camassa, recentemente nominata Presidente del Tribunale di Marsala.

Entrambi gli spettacoli, preceduto da un incontro con il dott. Dino Petralia (Procuratore Aggiunto di Palermo), si terranno su iniziativa dell’Associazione Nazionale Magistrati di Trapani, insieme al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, alla Camera Penale “Giuseppe Rubino” di Trapani, al LA.P.E.C. sezione di Trapani e al Presidio trapanese “Ciaccio Montalto” di Libera (associazioni, nomi e numeri contro le mafie).

La prima si terrà lunedì 23 maggio alle ore 17,58 nell’atrio del Palazzo di Giustizia di Trapani (data ed ora di inizio coincidono con la deflagrazione sull’Autostrada, vicino allo svincolo di Capaci). L’altra rappresentazione è prevista per il giorno successivo, martedì 24 maggio alle ore 10,00, sempre nell’atrio del Palazzo di Giustizia di Trapani per una rappresentanza degli alunni delle scuole medie secondarie di Trapani.  All’iniziativa culturale, in ricordo dei magistrati simbolo della lotta alla mafia e delle rispettive scorte, parteciperanno il Presidente della Sottosezione Associazione Nazionale Magistrati di Trapani Dott. Samuele Corso,  il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani Avv. Umberto Coppola, il Presidente della Camera Penale “Giuseppe Rubino” di Trapani, l’avv. Salvatore Alagna, il Presidente del LA.P.E.C. e Giusto Processo Sezione di Trapani  avv. Marco Siragusa, il Referente Presidio “Ciaccio Montalto” Libera Trapani Gisella Mammo Zagarella

Scopo dell’iniziativa è quello di mantenere viva la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, degli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, uccisi dalla mafia il 23 maggio 1992. La performance teatrale Giovanni e Paolo Aldilà di Falcone e Borsellino di Alessandra Camassa racconta un ipotetico incontro nell’aldilà di Giovanni con il suo vecchio amico Paolo (Paolo Borsellino ucciso da cosa nostra il 19 luglio del 1992 in Via d’Amelio assieme agli agenti della sua scorta  Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina)

La rappresentazione “Giovanni e Paolo Aldilà di Falcone e Borsellino” di Alessandra Camassa, regia Dario Garofalo e direzione artistica Cinzia Maccagnano; si avvarrà della partecipazione di: Gaspare Balsamo, Dario Garofalo, Giusy Zaccagnini; le scene sono di Lucia Mammana e Sara Pellegrini; i costumi di Aurora Damanti e Letizia Mascagni.

Questa la trama: “Siamo nella Casa degli Uomini Eletti. Qui si trovano tutti quelli che in vita si sono distinti per coraggio, onestà, dedizione al lavoro, ma che non sono stati uomini perfetti. Non è, dunque, il paradiso. In questo luogo metafisico, che tanto poco profuma di santità, due personaggi si incontrano di nuovo, dopo molto tempo. I toni appaiono subito quelli di un’amicizia interrotta, di un rapporto bruscamente spezzato. L’imbarazzo iniziale, i difetti di comunicazione, lo sgomento dello specchiarsi l’uno nelle mancanze dell’altro, lasciano gradualmente il posto al ricordo di un senso della vita condiviso, fanno via via spazio alla feconda opportunità di una identità nuova, slegata dalla materia, più alta, senza i vincoli del tempo, più sincera. Le differenze tra i due personaggi rimarranno le medesime, senza conciliazione possibile; questo eccezionale incontro ne definirà però, con rinnovata franchezza, confini e motivi. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due personaggi di questa pièce, sono trattati al di qua di ogni tentazione agiografica o mitizzante. Chiamarli eroi è facile, inutile, anzi ingiusto: allontanando da noi il senso civico del loro agire, ci allontana al contempo dalle nostre responsabilità, ci paralizza in un disarmante fatalismo, ci ricorda solo ciò che non ci compete, non ci riguarda, non ci appartiene. Attraverso le “voci di dentro” di Giovanni e Paolo, il teatro si offre nella sua straordinaria funzione di luogo privilegiato in cui è possibile, seppure per una manciata di minuti, vedere contemporaneamente la maschera e il volto, quello che si conosce insieme a quello che si può solo immaginare, ciò che è insieme a ciò che non è più”.

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