Operazione “Coyote”, ecco i particolari sulle rapine di Marsala, Vita, Partanna e le due sventate ad Ascoli

rapinaI 14 destinatari delle misure cautelari eseguite questa mattina a carico di soggetti di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Palermo sono pesantemente indiziati, a vario titolo, di tre gravi reati, commessi tutti nel 2016, rispettivamente il 9 gennaio a Vita, il 3 febbraio a Marsala ed il 9 febbraio a Partanna e di altri due progetti criminali sventati dalla Polizia ad Ascoli Piceno. In particolare gli inquirenti li ritengono responsabili delle rapine

RAPINA A MANO ARMATA AI DANNI DI UNA GIOIELLERIA IN VIA GARIBALDI, NEL COMUNE DI VITA.
Nel tardo pomeriggio del 9 gennaio 2016 era stata commessa una rapina a mano armata, da più persone, alcune delle quali travisate, ai danni della gioielleria sita nel comune di Vita, in via Garibaldi, alla quale erano stati sottratti oggetti preziosi per un valore di oltre 80.000 euro. Sulla scorta degli elementi sopra citati, è stata formulata un’ipotesi investigativa secondo la quale il gruppo in questione poteva esserne responsabile. Le accurate indagini, subito intraprese, sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Dott.ssa Anna SESSA, hanno rapidamente consentito di comprendere che tale intuizione investigativa era pienamente fondata. È stato dato inizio ad una complessa attività di indagine, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, che ha permesso di raccogliere gravi elementi a carico di Giuseppa Aguanno, Aldo Ferro, Giuseppe Genco, Luigi Terzi, Giovanni Natalizii in ordine alla commissione dei reati di rapina pluri – aggravata in concorso e di detenzione illegale di una pistola, utilizzata per commettere il reato. Il successivo sviluppo delle indagini, che si sono via via arricchite con l’attivazione di numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, a carico dei soggetti che man mano sono risultati coinvolti nelle vicende delittuose, ha permesso di documentare la responsabilità penale riconducibile agli odierni indagati e, in alcuni casi, di sventare i loro propositi criminosi di seguito illustrati.

TENTATA RAPINA PRESSO UNA GIOIELLERIA IN VIA ITRIA, MARSALA.
Nella serata del 3 febbraio 2016, grazie ad una lucida analisi in tempo reale del materiale probatorio proveniente dalle intercettazioni in corso, si erano potuti comprendere per tempo i propositi criminosi del gruppo, allertando tempestivamente il personale del Commissariato di P.S. di Marsala e giungendo così a sventare una rapina ai danni di una gioielleria di quel centro, sita in via Itria; il gruppo criminale era stato costretto, quindi, ad una rocambolesca fuga. Tanto nella rapina commessa a Vita, quanto in quella fallita a Marsala, il gruppo ha dimostrato di utilizzare uno schema ben rodato ed efficace: ottenuto l’accesso al negozio di preziosi da parte di una finta coppia, il cui ruolo femminile è stato interpretato, in entrambi i casi, Giuseppa Aguanno, entrava in azione il resto del commando, armato e travisato, per far razzia di oggetti preziosi. Gli elementi acquisiti in ordine a tale episodio hanno permesso di deferire Giuseppa Aguanno, Aldo Ferro, Giuseppe Genco, Fabio Comito, Tommaso Roberti, Carmine Zampon per il reato di tentata rapina pluri – aggravata in concorso. Nella circostanza, Aldo Ferro, proprietario di una delle autovetture utilizzate per commettere il reato, durante la fuga ha dovuto abbandonare sbrigativamente il veicolo, al quale era stata applicata una targa precedentemente rubata, rimasto imbottigliato nel traffico. Al fine di precostituirsi un alibi, lo stesso non si è fatto scrupolo di denunciare falsamente il furto dell’autovettura. Conseguentemente, è stato deferito, altresì, per i reati di ricettazione e simulazione di reato.

 RAPINA AI DANNI DELLA FILIALE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA DI PARTANNA.
Pochi giorni dopo, Giovanni Natalizii e Aldo Ferro avevano costituito un altro commando, unitamente ad un gruppo di soggetti palermitani del quartiere di Brancaccio, composto da Fabio Mustacciolo,  Marco Ferrante e Emanuele Rubino, con il quale avevano perpetrato una rapina ai danni della filiale di Partanna del Monte dei Paschi di Siena, portando via la somma di 37.000 euro. Nell’occasione, determinante era stato il ruolo assunto dapprima da Sami Sabani e Sabina Sabani, grazie ai quali era stata messa a disposizione del gruppo, subito dopo il colpo, un’abitazione di cui avevano disponibilità, poco distante dall’istituto bancario, dove si erano potuti nascondere; successivamente, analogo ruolo era stato assunto dalla Carmen Clara Villavincencio Gallon, che gli aveva offerto ospitalità e riparo a Mazara del Vallo per il tempo necessario a far calmare le acque. Le indagini svolte in merito al grave fatto delittuoso hanno permesso di deferire gli otto soggetti per il reato di rapina pluri – aggravata in concorso.

I malviventi stavano, di già, lavorando ad altre azioni criminali che non sono andati a buon fine. Si tratta di colpi sventato grazie alle indagini della polizia:

Il 5 febbraio 2016, alcuni dei soggetti elencati si erano recati nel territorio di Ascoli Piceno, con il dichiarato intento di mettere a segno un colpo ai danni di una non meglio precisata gioielleria. Anche in quel caso, grazie alla tempestiva analisi del materiale probatorio proveniente dalle intercettazioni, è stata segnalata alla Squadra Mobile della Questura di Ascoli Piceno la presenza del gruppo in quel centro ed è stato possibile dare le indicazioni che hanno permesso a quell’organo investigativo di giungere all’arresto di Giuseppe Giuseppe e di tale Marco Cusimano, pregiudicato palermitano di 33 anni, colti nella flagranza del reato di detenzione illegale di arma da fuoco e di munizioni, ex 4 della legge n. 895/1967. Tale inconveniente aveva costretto il resto del gruppo a desistere dal proprio intento criminoso.

Nei giorni successivi, evidentemente per nulla scoraggiati dal sopra citato arresto di Giuseppe Genco e Marco Cusimano,  Fabio Comito e Giovanni Natalizii, avevano riorganizzato un gruppo per recarsi nuovamente ad Ascoli Piceno, dimostrando di voler tentare nuovamente di mettere a segno il colpo fallito nella precedente occasione. Anche in questo caso, l’attenta e immediata analisi del materiale probatorio, proveniente dalle intercettazioni, ha permesso di fornire alla Squadra Mobile di Ascoli Piceno informazioni tali da sventare sul nascere il proposito criminoso del gruppo che, peraltro, nella circostanza è stato trovato in possesso di monili preziosi ritenuti provento della rapina commessa ai danni della gioielleria di Vita il 9 gennaio 2016. Gli stessi, dopo essere stati sottoposti a scrupoloso controllo da quella P.G., sono stati raggiunti da foglio di via del Questore di Ascoli Piceno.

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