Mitragliato peschereccio mazarese, la Comunità Europea è chiamata ad intervenire
Un grave atto di pirateria è stato inferto alla marineria italiana. L’ennesimo tentativo di sequestro di un peschereccio mazarese, aggravato dallo sparo di colpi di mitragliatrice è un gesto gravissimo che non trova giustificazione alcuni. I miliziani libici hanno sferrato un attacco armato contro l’imbarcazione mazarese ‘Principessa Prima’ e cosa assai più grave contro i il suo equipaggio. Sette uomini, tutti mazaresi, hanno rischiato la vita nel tentativo di strappare un tozzo di pane col sudore della propria fronte. L’unica loro colpa, forse, era quella di trovarsi a bordo del peschereccio e sicuramente in acque internazionali visto che l’aggressione armata si sarebbe verificata a 20 miglia dalla costa libica. Elemento, quello delle miglia o della posizione certa del ‘Principessa Prima’, che passa di secondo piano quanto una milizia, gli uomini di un governo, si fanno legge sparando su persone disarmate ed inermi.
Il Mare Mediterraneo, tanto osannato per le missioni umanitarie che strappano dalla morte certa decine di decine di migliaia di immigrati, non può e non deve tingersi del sangue di pacifici pescatori solo perchè qualcuno dall’altra parte della costa si è alzato con la luna storta. Il Paese, l’Unione Europea deve far sentire la propria voce affinchè il mare Mediterraneo non debba a trasformarsi da banco di pesca a teatro di ostilità. Occorre che le Istituzioni diano il massimo impegno nel mettere in campo tutti gli strumenti necessari per creare nel Mediterraneo un clima favorevole, di dialogo e collaborazione con i paesi rivieraschi ed in particolare con i popolo libico.
Diversi, nelle ultime ore, sono state le dichiarazioni di condanna al vile gesto di pirateria della gendarmeria libica.
Antonio d’Alì:
Il Senatore Antonio d’Alì ha chiesto, oggi, in aula, al Senato, che il Governo riferisca immediatamente sull’episodio del mitragliamento subìto da un motopesca di Mazara del Vallo, da parte di un’imbarcazione libica, che si è verificato lunedì scorso, nel pomeriggio. «È una vicenda intollerabile – osserva il Senatore d’Alì –, dunque ritengo sia doveroso che il Governo riferisca sui fatti, ci dica a quale fazione libica fa capo il natante che ha mitragliato il nostro peschereccio e se per caso non si tratti di un’unità fornita proprio dallo Stato italiano per la sorveglianza del Mediterraneo. Sarebbe anche utile sapere quali sono i recenti accordi raggiunti dallo Stato Italiano, non si capisce se dal Ministro degli Esteri o dal Ministro dell’Interno, in ordine al controllo costiero. Tra l’altro – conclude d’Alì –, appare assurdo il fatto che si spendano così tanti soldi per il controllo delle acque antistanti le coste libiche, per la questione migranti, e non si abbia l’accortezza di proteggere, contestualmente, i nostri operatori della pesca che si muovono per mare con l’obiettivo di guadagnarsi il pane».
Vincenzo Maurizio Santangelo:
Il portavoce del Movimento Cinque Stelle al Senato Vincenzo Maurizio Santangelo, presenterà una interrogazione urgente al Governo, per chiarire su quanto accaduto al motopesca mazarese il «Principessa Prima», nel pomeriggio di lunedì scorso quando è stato affiancato e mitragliato da una imbarcazione con a bordo miliziani libici mentre si trovava in mare a circa 20 miglia dalle coste di Bengasi e Derna. Per il portavoce del Movimento Cinque Stelle sicuramente è un grave episodio che non può passare nel silenzio, soprattutto – aggiunge – che vengano chiariti i dettagli e possibilmente le responsabilità, alla luce degli accordi dell’Italia con la Libia e comunque, come è mai possibile che ciò accada in acque internazionali? Come è mai possibile che ciò sia avvenuto con il grande dispiegamento di forze militari presenti nel mediterraneo? Sicuramente sono degli interrogativi a cui presto il Governo dovrà rispondere”.
“E’ insopportabile che la vita dei nostri pescatori sia messa seriamente a rischio da veri e propri atti di pirateria – ha detto il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, incontrando gli armatori -. Il grave incidente avvenuto, in acque internazionali, al motopesca “Principessa Prima“, è l’ultimo in ordine temporale di una guerra che da oltre 50 anni affligge la marineria mazarese, la “guerra del pesce”, che ha costi sia umani che economici altissimi. Le Autorità regionali e nazionali mettano in campo tutti gli strumenti finalizzati a creare un clima di dialogo positivo e di cooperazione con le Autorità di tutti i Paesi del Mediterraneo. Intervengano prontamente per tutelare l’incolumità dei nostri pescatori ed evitare epiloghi funesti”. Tumbiolo, insieme ai rappresentanti del Coordinamento Filiera Ittica Mazara, ha espresso agli armatori del motopesca “Principessa Prima” la solidarietà ed il sostegno di tutta la marineria. Il Presidente del Distretto ha informato dell’accaduto l’Assessore alla Pesca della Regione Siciliana, l’On. Antonello Cracolici.
“Esprimo seria preoccupazione per questo ennesimo attentato che viene effettuato nel Canale di Sicilia a danno dei pescatori siciliani e mazaresi in particolar modo. Rimangono ancora da definire le dinamiche di quanto accaduto ma è evidente che questo episodio è di una gravità inaudita. Solo la buona sorte e la bravura dell’equipaggio hanno evitato il peggio. Non è più concepibile che i nostri pescatori, che costantemente danno la loro fattiva collaborazione per il salvataggio di naufraghi, siano oggetto di tentativi di sequestro e addirittura gli si spari addosso. Il nostro Governo nazionale e l’Europa tutta debbono prendere una posizione chiara sull’intera vicenda per garantire l’incolumità di chi, con enormi sacrifici, va per mare per sostenere la propria famiglia”.
Antonello Cracolici:
“Desidero esprimere la più sentita solidarietà a nome del governo regionale nei confronti degli armatori e dei marittimi del peschereccio ‘Principessa Prima’ di Mazara del Vallo, oggetto nei giorni scorsi di un grave attacco in acque internazionali da parte di un gruppo di miliziani libici che hanno affiancato l’imbarcazione italiana e aperto il fuoco a 20 miglia dalle coste di Bengasi e Derna.”