Mita Medici a Marsala per interpretare un’opera del drammaturgo Claudio Forti
Mita Medici domani sera, all’ex Convento del Carmine, lo spettacolo itinerante “Uova di dinosauro atomico. L’uomo: come è stato, come è, e come non sarà mai”
L’opera, dal titolo dissacratorio e fuorviante
“Uova di dinosauro atomico. L’uomo: come è stato, come è e come non sarà mai”, scelto dal drammaturgo Claudio Forti, appositamente per giocare sulla contraddizione, si articola attraverso tre racconti surreali.
I racconti “Fiocco azzurro”, “C’è fumo e fumo” e “Per un bianco più bianco”, verranno interpretati dall’attrice Mita Medici che si avventurerà tra le sale del Convento del Carmine, il 12 dicembre alle 21. Una triade perfetta per una altrettanto perfetta interprete: Mita Medici. Dalla tv, al cinema, al teatro con ritmo, professionalità ed energia.
“Per quanto sembrasse impossibile, in qualche modo l’età delle sue cellule era legata all’innaturale moto a ritroso di quell’orologio”. John Rosencreuz, si trovava in uno stato di angoscia e di sospensione. Si, sospeso come un atomo pronto ad esplodere e a riNascere. “Pensò ancora alla morte. Per anni aveva pensato di sapere cosa fosse e adesso … la sua idea di morte si avvicinava, sempre più all’idea stessa della nascita. E quell’orologio, lì, immobile, a ridicolizzare il tempo”.
Un semplice oggetto, l’orologio, di cui, oggi, non possiamo fare a meno, insieme alla signora bilancia e al signor cellulare, nell’era dove tutto ha un tempo, prestabilito, calcolato, preciso, pesato. Come noi, oggi, siamo precisi, calcolati, seguiti, controllati e… pesati. Tutto ha un peso… specifico! Guai a non essere specifici. E Claudio Forti ha voluto essere specificamente preciso, attento, puntuale in “Fiocco azzurro”, “C’è fumo e fumo” e “Per un bianco più bianco”.
Una triade perfetta per una altrettanto perfetta interprete: Mita Medici che ha il compito di raccontare il tempo, la morte e la nascita: l’uomo nuovo/uovo. In un procedere scandito dalla sequenzialità delle immagini in movimento che creano la scena.
Una triade perfetta per una altrettanto perfetta interprete: Mita Medici che ha il compito di raccontare il tempo, la morte e la nascita: l’uomo nuovo/uovo. In un procedere scandito dalla sequenzialità delle immagini in movimento che creano la scena.
La familiarità dei personaggi rivive tempi distanti, attraverso l’unione, la sovrapposizione e il montaggio filmico. Un’idea di Antonio Mauro dove il citazionismo si nutre di distorsioni di significato ed attualizzazione. Incontrare nel XXI secolo Fred Flintstone con la moglie Wilma e il dinosauro tuttofare, alla guida di un’automobile di pietra e legno che si muove grazie ai suoi piedi, in compagnia di Homer Simpson in piena estasi intento a fumare uno spinello in “L’erba di Homer”, sarà sorprendente e allo stesso momento paradossale.
Come paradossale sarà assistere ad un’evoluzione di una speciale categoria di mammiferi predatori (bestie cenozoiche) in senso di volume, di contro all’involuzione dell’uomo che diventa sempre più piccolo e viceversa, entrambi dominatori della terra e del mare, mentre un imponente Cannavacciuolo si appresta alla preparazione di un piatto da grande chef: uovo croccante, gorgonzola e castagne. “Una ricetta veramente al bacio”. Che Natale sarebbe senza uovo? Il panettone cede il primato all’uovo che si conquista un primo posto a tavola. La decontestualizzazione spazio temporale, amplifica l’effetto di straniamento, donando nuova vita al soggetto, non privandolo dal valore originario.
Al centro di tutto: l’uovo. E specificamente, il tuorlo! Giallo intenso, denso, molle. Invitante, gustoso e fantasioso. Gli alchimisti, indicavano proprio nel tuorlo dell’uovo, “il punto del sole”, il punto da cui ha origine ogni essere vivente. Salvador Dalì, ossessionato dall’uovo e non solo, in alcune sue opere, lo ha preferito “molle” perché più consono ad esprimere i suoi desideri sessuali, giocandoci su.
Far convivere la funzione simbolica e segnica dell’uovo con quella alimentare ci ha permesso di approfondire le tematiche centrali narrate dai racconti di Claudio Forti, di come il dinosauro non è stato solo un grande rettile dell’Era Mesozoica che ha affascinato scrittori, registi, scienziati, bambini ma è l’animale simbolo del tempo spezzato.
Il progetto è curato da Gianna Panicola, in collaborazione con l’Ente Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea Città di Marsala. Uno spettacolo tutto da assaporare, perché gastronomico, atomico ed animico. L”appuntamento con Mida Medici è per domani sera a Marsala
Gianna Panicola