Milazzo: “L’accordo Olio con la Tunisia va bloccato”
Una seria minaccia incombe sull’olivicoltura siciliana, l’imminente ingresso sul mercato europeo di 70 mila tonnellate di olio extravergine di oliva dalla Tunisia. Quella che viene proposta come una azione “umanitaria” a favore del Paese Nordafricano martoriato dall’ISIS rischia di diventare una ecatombe per l’agricoltura siciliana. Un danno economico, oltre che occupazionale e sociale per miglia di famiglie che vivono dai proventi dell’olio extravergine in Sicilia
“Il governo regionale intervenga presso il governo nazionale e lavori affinché Bruxelles modifichi la proposta di sostegno alla Tunisia, che prevede l’introduzione di settantamila tonnellate di olio tunisino in due anni nel mercato dell’Unione Europea come atto di solidarietà nei confronti della Tunisia provata dagli attacchi dell’Isis. Gli effetti di questo accordo rischiano di schiacciare l’agricoltura siciliana”. Lo dice Antonella Milazzo, parlamentare regionale del PD firmataria di una mozione che chiede un intervento a Bruxelles per evitare che “l’agricoltura siciliana paghi il prezzo più altro degli accordi che si susseguono in favore della stabilità nell’area del Nord Africa”.
Nella mozione, che è stata proposta dal deputato PD Nello Dipasquale, si ricorda inoltre che la Sicilia sconta ancora i danni provocati dal precedente accordo euromediterraneo con il Marocco del 2012, che era stato motivato dall’esigenza di promuovere un processo di democratizzazione del Paese.
“Comprendiamo le ragioni che spingono oggi la Comunità Europea a sostenere la Tunisia – aggiunge Milazzo – e concordiamo sulla necessità si aiutare il popolo tunisino, ma tutto questo non può andare a quasi totale discapito della Sicilia che, vista la sua vocazione agricola, rischia di essere schiacciata dagli effetti di questo accordo”.
““L’introduzione di settantamila tonnellate di olio tunisino in due anni nel mercato dell’Unione Europea – aggiunge Antonella Milazzo – rappresenterebbe l’ennesimo colpo mortale all’agricoltura siciliana. Oltretutto la Sicilia sconta ancora i danni provocati dal precedente accordo euromediterraneo con il Marocco del 2012, pagando il prezzo più alto tra le regioni d’Europa, con danni immensi al settore agricolo ed in particolare modo al comparto agrumicolo ed ortofrutticolo. Oltretutto la Comunità Europea non ha ancora riconosciuto le misure di salvaguardia dovute alla Sicilia e previste dall’articolo 7 dell’accordo con il Marocco. Adesso – conclude la Milazzo – bisogna evitare che l’agricoltura siciliana possa essere messa in ginocchio da un ennesimo accordo chiuso a Bruxelles”.