Mazara, fiaccolata per i pescatori, la Libia risponde: “Liberate gli scafisti”

“Li rivogliamo a casa”. A Mazara del Vallo Il grido dei familiari dei pescatori ostaggi in Libia da 26 giorni è unanime e viene ribadito nella fiaccolata organizzata nel centro della cittadina trapanese, a cui hanno partecipato centinaia di persone.

“La sensazione è che il governo non stia facendo nulla – dice una dei familiari dei pescatori – il governo è fermo, ora che le votazioni sono finite si possono dedicare a noi. Loro hanno detto che stanno bene ma è una forzatura e non ci crediamo anche se ce lo auguriamo.

Speriamo che immediatamente il governo ci permetta almeno di creare un contatto con i prigionieri, anche per far capire loro che ci stiamo muovendo”.

La protesta prosegue anche a Roma, dove continua il sit-in permanente degli altri 13 familiari dei pescatori arrestati e poi presi in ostaggio il primo settembre, ufficialmente per aver invaso le acque libiche (ipotesi smentita dai pescatori) e poi perché i militari avrebbero trovato della droga sui pescherecci Antartide e Medinea: ipotesi allo stesso modo smentita dai familiari e probabilmente inscenata dai militari libici per giustificare l’arresto.

Notizie non confortanti arrivano dalla Libia, da dove arriva il tweet del Libyan Address Journal, giornale vicino al generale libico Haftar, il quale ribadisce la richiesta già fatta pervenire nei giorni scorsi: “i pescatori verranno liberati quando saranno rilasciati i quattro calciatori libici oggi in carcere per traffico di essere umani” Il riferimento è ai 4 scafisti condannati nel 2015 per traffico di essere umani e per aver provocato la morte di 49 persone, decedute per asfissia nella stiva di una nave.

A sostegno dei pescatori di Mazara c’è anche il sindaco della cittadina Salvatore Quinci, che ribadisce la complessità della vicenda e chiede ancora una volta un sostegno al governo italiano. Il primo cittadino era presente alla fiaccolata così come i sindacati: “Occorre che il governo liberi i nostri pescatori – dice Giorgio Macaddino, segretario generale Uil Fpl Trapani – a noi non interessano le dinamiche che si stanno consumando nel Mediterraneo, chiediamo l’immediata liberazione dei lavoratori”.

FONTE: PALERMO.REPUBBLICA.IT

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