Matteo Messina Denaro, sequestrati beni per 13 milioni

Sigilli a società e a 80 appartamenti per un valore complessivo di 13 milioni di euro a 4 fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Maxi indagine di polizia, gico e ros sui prestanome del superlatitante. L’insospettabile manager del padrino di Castelvetrano, Mimmo Scimonelli, era a caccia di finanziamenti pubblici: lo Sco lo ha intercettato con un funzionario del ministero dello Sviluppo economico.

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Dalle campagne di Mazara del Vallo ai palazzi romani. Mimmo Scimonelli era davvero il più eclettico dei “pizzinari” del superlatitante Matteo Messina Denaro. Un giorno sguisciava fra masserie diroccate e vigneti per nascondere l’ultimo biglietto del padrino, un altro giorno passeggiava sornione fra le vie del centro di Roma. E andava a prendere un caffè con un funzionario del ministero dello Sviluppo Economico. Continua a riservare sorprese l’indagine sulla primula rossa di Cosa nostra siciliana. Lui è ormai quasi un fantasma, dal 1993. Ma i suoi affari continuano a girare vorticosi, attraverso una rete di insospettabili. Scimonelli era il più attivo, è stato arrestato all’inizio di agosto dopo una lunga indagine delle squadre mobili di Palermo e di Trapani: nel cuore della Sicilia aveva dei solidi contatti con alcuni vecchi mafiosi, Vito Gondola, Michele Gucciardi e Pietro Giambalvo, gli uomini che smistavano i pizzini portati da Scimonelli. Adesso, polizia, Gico della guardia di finanza e carabinieri del Ros sequestrano il tesoretto degli ultimi fedelissimi di Messina Denaro, vale 13 milioni di euro. Solo Scimonelli gestiva tre supermercati Despar fra Partanna e Gibellina, poi tante società operanti in diversi settori. Il decreto di sequestro preventivo chiesto dal procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e dai sostituti Paolo Guido e Carlo Marzella riguarda anche una lunga lista di immobili, fra appartamenti, ville e terreni, 80 in totale. Il sequestro è scattato pure per le masserie dove si tenevano gli incontri per lo scambio dei pizzini; i biglietti venivano nascosti sotto un masso. Nella masseria la centrale di comunicazione per i pizzini di Messina Denaro

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