Marsala, un processo simulato nell’ambito del progetto scuola lavoro
Un processo simulato per far capire ai giovani come funziona, in concreto, la giustizia penale. Il tutto nell’ambito del progetto scuola lavoro per contribuire alla formazione di “cittadini consapevoli e responsabili, nonché rispettosi di sé e degli altri”.
E’ stato questo l’obiettivo del “processo simulato” messo in scena nell’aula “Paolo Borsellino” del Tribunale di Marsala da studenti di scuole superiori di Marsala e Mazara del Vallo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito di un progetto di “alternanza scuola-lavoro”, è stata del Tribunale di Marsala, presieduto da Alessandra Camassa. Le scuole che hanno aderito al progetto sono state i Licei “Pietro Ruggieri” (scientifico), “Giovanni XXIII-Cosentino” (classico e professionale) e “Pascasino” (Scienze umane e Linguistico), di Marsala, l’Istituto industriale “D’Altavilla-Accardi” di Mazara. E oggi, dopo diversi mesi di “prove”, coordinate da magistrati, avvocati e insegnanti, gli studenti/attori hanno indossato i panni di magistrati, pm, avvocati, testimoni e imputato per rappresentare un processo realmente celebrato alcuni anni fa. Quello che nell’aprile 2013 ha visto la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, per concorso in tentato omicidio, del romeno Marian Ciubotaru. Presente anche il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Fiorella Palumbo, che ha dichiarato: “Per i ragazzi il confronto con la giustizia è di grandissima rilevanza perché possano comprenderne il valore, l’importanza e l’utilità in un sistema sociale dove si rispettano le regole”. Sin dallo scorso novembre, a coordinare le fasi preparatorie del “processo simulato” è il stato il giudice Francesca Maniscalchi. “La finalità del progetto – spiega il magistrato – era quello di far entrare i ragazzi nei meccanismi, abbastanza complicati, del processo. E’ stato faticoso per tutti, ma alla fine, per l’entusiasmo dei ragazzi e la nostra passione, è stata una bella esperienza. La difficoltà principale è stata quella di far capire agli studenti le regole principali del funzionamento del processo penale e quanto è difficile giungere ad una decisione, che in questo caso è stata di condanna, ma siamo riusciti a far comprendere loro quanto questo lavoro sia delicato e di responsabilità”. “Non si è trattato di una rappresentazione teatrale – sottolinea, infine, presidente Alessandra Camassa – ma di un progetto di apprendimento sul campo, legalità non formale ma sostanziale”.