Il giallo del teschio rinvenuto a Marsala
Il teschio rinvenuto da due bagnanti in località Salinella, nei pressi dell’antico porto di Marsala, apre un inquietante giallo circa l’identità dello sfortunato che ha perso la vita in mare. Subito dopo il rinvenimento nella spiaggetta di Punta Alga si sono portati a sirene spiegate carabinieri, agenti di polizia e militari dell’ufficio circondariale marittimo di Marsala.
Gli inquirenti hanno preso in consegna il teschio ed hanno allertato la scientifica per i rilevamenti di rito. Con gli ultimi ritrovati delle tecnologie i patologi cercheranno di stabile la data presunta della morte, se apparteneva ad una donna o ad un uomo, se apparteneva ad un indigeno o ad un extracomunitario, nonchè altri elementi nel tentativo, assai difficile, di addivenire alla identificazione. Secondo quanto appreso dai bagnanti, pare che il teschio presentasse una profonda ferita in prossimità della nuca; ma al momento non è dato sapere se dovuta alla morte o conseguente al moto ondoso e alla violenza delle correnti marine che lo hanno trasportato fino a riva.
Sulla viceda viene mantenuto il massimo riserbo, anche se il sospetto è che possa trattarsi di quel che resta di uno dei tanti extracomunitari che non hanno mai toccato il suolo siciliano dopo la lunga traversata del Mediterraneo a bordo di chissà quale dei tantissimi barconi della morte. Non si esclude che l’area del macabro rinvenimento possa essere interessata da una accurata perlustrazione subacquea nel tentativo di trovare le altre parti dello scheletro o elementi utili alla sua identificazione.
Si ricorda che il teschio si trovava su un fondale di circa 2 metri, ad una ventina di metri della spiaggetta di Salinella, proprio dinnanzi un noto stabilimento vinicolo. Erano stati due ragazzi a individuare la sagoma arrotondata del cranio che affiorava dal fondo del mare. I due avevano pensato che si trattasse di una anfora o di qualche altro manufatto del passato restituito dal mare, ed hanno iniziato a scavare, in apnea, attorno alla sagoma.
Presi dall’euforia della scoperta archeologica, solo dopo un lungo e quanto paziente lavoro riuscivano a liberare l’oggetto dal fondale e si accorgevano di avere fra le mani soltanto un teschio. Impauriti della macabra scoperta hanno trasportato sul bagnasciuga quel resto umano che ha subito attirato l’attenzione dei bagnanti che vi si sono radunati attorno. Immediatamente venivano allertate le forze dell’ordine che, nel giro di qualche minuto sono giunti sul posto.