A Marsala si voterà a fine primavera
Marsala, un tempo 5° Città della Sicilia, vanto dell'economia dell'Italia meridionale, oggi vive un periodo poco felice. Si auspica la nascita di una valida classe politica
A Marsala si voterà a fine primavera. La notizia è ufficiale; la Giunta di Governo, della Regione Sicilia, ha deliberato che si voterà a novembre in Sicilia solo nei comuni interessati da scioglimenti per infiltrazioni mafiose. Nella provincia trapanese, sarà Campobello di Mazara ad essere interessata dalla tornata elettorale del 16 e 17 novembre. L’onorevole Paolo Ruggirello, deputato questore all’Ars, che ha seguito i lavori da vicino, ha dato immediatamente comunicazione della decisione della Giunta. Ruggirello definisce questa scelta come esempio di un impegno responsabile della classe politica regionale che ha optato di non inserire Marsala fra i comuni in cui si voterà fra 60 giorni. Questo periodo di transizione, sotto la guida di un valido dirigente regionale – quale è Giovanni Bologna – permetterà alla città di rigenerare una nuova classe amministrativa, lasciando alle spalle la triste storia che ha intaccato la cittadina. Ruggirello si appella alla necessità di un grande equilibrio politico nel rispetto della trasparenza che dovrà caratterizzare la difficile gestione dell’ente comune della città lilybetana.
“Guardando alla città di Marsala, che sarà interessata al voto nella primavera del 2015 – auspica l’on. Paolo Ruggirello – che si arrivi alla data delle amministrative dopo un percorso analitico che porti alla selezione di persone giuste, in grado di operare nell’interesse del territorio, dei cittadini e della cosa pubblica che andranno ad amministrare”. Fino al
Marsala, un tempo 5° Città della Sicilia, vanto dell’economia dell’Italia meridionale, oggi vive un periodo poco felice, alle prese con problemi di una certa entità, come la disoccupazione, le ristrettezze finanziarie, l’agricoltura in crisi perenne, il turismo che non decolla e, cosa assi peggiore, la miopia di una classe politica che più che amministrare ha solo fatto dissesti, facendo lievitare la contribuzione dei cittadini alle spese amministrative della Città. Fino a venti anni fa non si pagava l’acqua, non esistevano tasse sui rifiuti o sugli immobili e l’economia della città era in crescita, dava occupazione, temporanea, agli indigenti nella raccolta dei rifiuti, nelle scuole, nel verde pubblico, nella manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi. Oggi accade l’inverso, è il Comune a chiedere aiuto alla città. Le colpe sono tante, ma nessuno può negare che questa città ha perso di importanza negli ultimi anni, non ha più un ruolo, non ha referenti; è emarginata e vive la sua “solitudine” con rassegnazione. Marsala è una città che si sgretola di giorno in giorno, abbandonata al suo triste destino… “uscire” di scena
Troppa apatia allontana i cittadini dalla vita politica e chi decide di percorrere la strada delle elezioni, una volta eletto, come per un maleficio, cambia: si dimentica del bene comune, dei bisogni della città, di quanto aveva ben “predicato” in campagna elettorale e, pensa solo a se steso, agli interessi propri o del suo gruppo di faccendieri, impiega ogni mezzo in suo possesso per restare a galla, per continuare ad occupare, indegnamente, quelle poltrone di grande responsabilità che a scalato vendendo anche l’anima al diavolo. Che dire, Marsala, forse più di altre città rispecchia il fallimento totale del nostro Paese.