Marsala: richiesta l’intitolazione di un’area di circolazione viaria a Mons. Antonio Lombardo

Marsala: richiesta l’intitolazione di un’area di circolazione viaria a Mons. Antonio LombardoL’opinionista Leonardo Agate, nella qualità di presidente del comitato per il ricordo di Monsignor Antonio Lombardo, e la giornalista Petronilla Russo, esperta e conoscitrice degli 8 Arazzi Fiamminghi in possesso della Chiesa Madre di Marsala, hanno ieri mattina consegnato al Sindaco della Città di Marsala, Alberto Di Girolamo, una petizione per l’intitolazione di una via, piazza o largo all’alto prelato che fu anche Vescovo e che donò alla Chiesa i preziosi manufatti che rievocano la guerra giudaica.

Fra i 100 sottoscrittori della richiesta, esponenti di tutte le forze sociali dalla città con in testa l’arciprete della Chiesa Madre di Marsala, padre Giuseppe Ponte.

Diversi, secondo Agate e gli altri richiedenti, i motivi elencati della richiesta. Fra questi quello che l’illustre marsalese, oltre che dare notorietà con la sua opera alla sua città di nascita in vari modi, la beneficò con la donazione degli otto arazzi fiamminghi, opera pregiatissima e unica nel suo genere, rappresentante la presa di Gerusalemme da parte dei romani.

Monsignor Lombardo, che fu Vescovo di Mazara, Agrigento e arcivescovo di Messina, oltre agli arazzi donò anche alla Matrice i paramenti sacri intessuti in seta ricamati in oro e contribuì alla realizzazione  del Collegio dei Gesuiti.

Un marsalese illustre, dunque, al quale, malgrado siano passati più di quattro secoli dalla morte, non è stata mai intitolata un’area di circolazione. Peraltro, le spoglie sono state traslate dalla città di Messina alla Matrice nel 1596, e inumate nel sarcofago posto nel transetto destro della principale chiesa marsalese.

Nella petizione i richiedenti formulano anche una indicazione e, nello specifico, quella di intitolare a Monsignor Lombardo il largo che si diparte dalla parete destra della chiesa del Collegio dei Gesuiti fino all’intersezione con la via Frisella (attualmente con la denominazione di via Mario Rapisardi), considerato che nella storica struttura dovranno essere presto trasferiti, secondo quanto prevede un apposito progetto della Regione Siciliana, gli otto arazzi fiamminghi.

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