Marsala, querce “Macadam star” o semplicemente… come “essere presi per i fondelli”

Marsala non è nuova alle “prese per i fondelli”, la sua storia è ricca di fatti e misfatti che la dicono lunga al riguardo. Sono lontani i tempi degli “asinelli” (un pesce azzurro che si vendeva a buon mercato) attaccati dai trapanesi nelle strade di Marsala, in senso denigratori, subito dopo una campagna elettorale che aveva premiato “gli stranieri” in terra lilybetana. Oggi si è fatto un salto avanti, sono gli stessi amministratori pubblici della città a rendere ridicoli tutti con la loro “goffaggine”

Le vicende degli ultimi giorni dimostrano solo che passa il tempo, cambiano gli uomini ma non i metodi dischi si adopera per il bene del territorio e della popolazione residente. In una città dove lo stato di povertà ha raggiunto livelli inverosimili l’Amministrazione Comunale riesce a catalizzare l’attenzione per il rifacimento di un marciapiedi e il sindaco, per l’inaugurazione, invita la cittadinanza ad una passeggiata in via Amendola.

Mentre: il porto di Marsala sta cadendo pietra su pietra, l’aeroporto di Birgi si avvia alla definitiva chiusura, l’agricoltura è in ginocchio e tutti gli altri settori economici della città stanno collassando, il sindaco indossa la fascia tricolore e cerca consensi nei cittadini in vista, magari, della prossima campagna elettorale, a cui si starebbe preparando.

E mentre su Facebook i suoi sostenitori lo incoraggiano ad “andare” avanti, forte si leva invece lo “sdegno” di chi non si lascia “prendere per i fondelli”. Tra i tantissimi commenti on line particolarmente significativo è lo sfogo di Sal Giampino, un artista marsalese che ha girato il mondo ma che è molto attaccato alla terra natia. È una nota degna di menzione che ci anticipa di qualche giorno l’inchiesta giornalistica che avremmo dovuto condurre subito dopo le festività. Sal Giampino, da noi contattato, ci ha dato il via libera per la pubblicazione e, dopo essere stati autorizzati dallo stesso, abbiamo deciso di riproporre la nota sul nostro giornale on line.

 

La lettera di Sal Giampino

MACADAM STAR
Chiedo scusa per l’ardire a tutti i complimentosi da marciapiede. Ho tre o quattro domande che mi frullano nella testa: gli alberi piantumati in via Amendola sono querce? Produrranno radici invasive da qui a dieci o venti anni? Essendo piante molto costose, risultano essere un investimento corretto? Oppure questi alberi, così prestigiosi, potevano essere sostituiti da semplici, economicissimi alberelli di oleandro, o di Pepe Vero Profumato, piante autoctone, poco costose, e in linea con l’ambiente, o no? Le piantine poste ai piedi delle querce di Leccio, essendo delicati ciclamini, che durata avranno? Un mese? Due? Chi se ne occuperà quotidianamente, visto che l’utenza diretta sono i parcheggianti auto e un muro di contenimento a prosecuzione del Bastione, immagino Normanno? Ma, tornando alle querce di Leccio, è stata considerata la misura in mq dell’aiuola che le contiene, non proporzionale allo spazio di futuro sviluppo della pianta in relazione alla allocazione su un marciapiedi? Tale quercia non è una “macadam star” e produrrà danni, alla struttura ospitante, in pochissimi anni, non avendo, tra l’altro, posto delle griglie a contenimento, o un telo pacciamante, sul piano orizzontale di piantumazione che, per questo motivo produrrà, presto, quantità invasive di erbacce. Ma poi, oltre ai tre o quattro esercizi commerciali in prossimità della via Gaggini, e che si trovano dunque in zona già servita dal vecchio marciapiedi, dove conduce questo nuovo marciapiedi? A nuove attività commerciali da “Happy Hour”, sicuro ritrovo di nuove, giovani menti colte della città? O a uno storico palazzo d’angolo servito sufficientemente, da anni, o da sempre, dal vecchio marciapiedi? E poi, stilisticamente, il marciapiedi opposto, che rimane nelle antiche condizioni, mal si accoppia col modernismo di questo nuovo, o no? Mi chiedo ancora, ma i progetti non possono essere pensati con maggiore identità urbanistica? Maggiore coerenza botanica? Fare per fare, e per poi rifare, magari tra cinque o dieci anni, non mi sembra che sia azione pro-attiva verso un coerente rinnovamento della città. D’altra parte, l’esperienza di Porticella, dove sono state recentemente estirpate piante allocate senza alcun giudizio solo pochi anni fa, non ha condotto ad una maggiore e più coerente riflessione? E ancora, cosa si prevede di installare sulla parete muraria che conduce, appunto, all’incrocio “Piaggio”, essendo questa soltanto un’opera di contenimento sul vuoto e di proseguimento di un Bastione? Ma davvero, i cittadini contribuenti devono ancora essere presi per i fondelli da una politica che mira solo alle apparenze, ai vuoti traguardi estetici, senza intervenire sui contenuti, proiettando il proprio interesse, sempre, sulle imminenti nuove elezioni amministrative? Siamo già in campagna elettorale e si avvertono i primi segni sotterranei di movimenti tellurici che porteranno al governo della città una nuova classe di incompetenti? Tutti pronti ad osannare un nuovo sinteco, per poi abbandonarlo al proprio inidentitario destino? È in arrivo una nuova “supposta” personalità guaritrice?

Sal Giampino

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