Marsala, presentato ricorso al Tar per il Piano Paesaggistico
Meglio tardi che mia… Finalmente la classe politica marsalese – se così si può chiamare – ha capito che il Piano Paesaggistico “imposto” dalla Regione è altamente nocivo a qualsiasi forma di sviluppo. E la “lungimiranza” ha voluto che si depositasse il ricorso al TAR Palermo contro il Decreto regionale che ha approvato il Piano Paesaggistico – Ambiti 2/3, riguardante anche Marsala.
Ironia a parte, ma dovuta in questo caso, perchè non è ammissibile che si facciano trascorre quasi 4 anni prima di prendere una seria decisione. E’ dal lontano fine 2012, sindacatura Giulia Adamo, che la politica, sollecitata dai tecnici e dagli addetti ai lavori, è a conoscenza della “spada di Damocle” che pesava sul futuro della città e dei suoi abitanti. Nessuno mosse un dito. Un paio di settimane di discussione nei Palazzi della Politica cittadina, due Consigli Comunali aperti, ed una mozione di rettifica è stato quanto fatto per evitare la “mummificazione” del territorio cittadino. Poi il silenzio assoluto, come se la cosa non fosse interessata più a nessuno.
Le colpe più gravi ricadono sull’attuale Amministrazione Comunale che ha dimostrato ampiamente il proprio disimpegno non avendo presentato in circa 2 anni, alcuna osservazione al Piano o posto in essere situazioni o accorgimenti atti a migliorare la strutturazione dello strumento urbanistico. Il Sindaco e la sua Giunta avrebbe dovuto intervenire tempestivamente e non attendere impassibili che altri decretavano la fine di Marsala. Se l’avessero fatto, il Piano proposto dalla Regione non sarebbe stato così lesivo per lo sviluppo economico e sociale della città.
Nessun deputato regionale di questo territorio ha mosso un dito per Marsala, e pensare che di “onorevoli” in provincia tra eletti con i voti dei marsalesi e “nominati” dal Presidente, ne contiamo almeno 9 sui 90 che siedono a Palazzo dei Normanni (il 10%). Per intervenire drasticamente, quando ormai era troppo tardi per modificare le tavole del piano, si è atteso che il Piano Paesaggistico – Ambiti 2/3, venisse promulgato con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
Solo allora la politica marsalese ha capito che era stata consumata la più grossa “vigliaccata” di tutti i tempi su Marsala e sui suoi cittadini. Il territorio della città veniva suddiviso in tre fasce: quella costiera – estesa fra la battigia ed i successivi 300 metri – a protezione ambientale totale (si rischierebbe l’arresto per la rimozione di un qualsiasi arbusto di vegetazione spontanea); la fascia intermedia – quella compresa dal 301° metro dalla battigia fino alla linea ferrata (ferrovia) – che è stata equiparata ai vincoli del centro storico, dove il cittadino per cambiare un semplice infisso dovrà avere le autorizzazioni comunali, della Sovrintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente; la terza fascia – l’entroterra che si estende oltre le ferrovie – è area verde per gli insediamenti agricoli, parchi e verde pubblico a bassissimo indice di fabbricazione.
In questo contesto Marsala non avrebbe più alcuna ipotesi di sviluppo: il nuovo porto, il Marina di Marsala, tanto atteso per in risvolti economici, potrebbe non essere più realizzato; ogni forma di finanziamento pubblico a scopo imprenditoriale potrebbe non essere più attuabile nel Marsalese per i vincoli imposti dal il Piano Paesaggistico – Ambiti 2/3. Marsala diverrebbe una città dormitorio, senza alcuna possibilità di sviluppo economico. Queste cose, e tante altre erano stati dette nel 2012 (cinque anni fa) e scritte pure sul sito del comune in data 18 dicembre 2012, di cui pubblichiamo uno stalcio a monte di una delle tante riunioni al tempo fatte:e
“In buona sostanza – secondo quanto è emerso nella seduta aperta – chi ha redatto il piano non ha tenuto in debita considerazione le caratteristiche e le necessità del territorio e della sua popolazione. Da qui l’appello ad essere tutti uniti per la difesa della Città. Il piano paesaggistico che, secondo la legge, è propedeutico all’approvazione del nuovo piano regolatore generale, al piano della RNO dello Stagnone ed altri regolamenti e piani di carattere urbanistico, con i suo ambiti di tutela: 1,2 e 3 pone dei vincoli sul 50% dell’intero territorio marsalese. In particolare le zone più a rischio sono quelle 2 e 3 dove l’attività edilizia verrebbe notevole limitata se non addirittura impedita. Intanto come ha sottolineato intervenendo in aula Vincenzo Ronci, già assessore al territorio della Città, a Marsala si è costituito un comitato spontaneo per la modifica del Piano paesaggistico Ambiti 2-3 “area della pianura costiera occidentale” del Comune di Marsala”
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma di interventi neanche l’ombra. Giunge ora notizia che il sindaco ha dato mandato all’avvocato Guido Corso, di difendere il Comune presso il competente TAR, Tribunale Amministrativo Regionale. Con il ricorso si chiede di annullare il Decreto impugnato previa sospensione dello stesso. Nel ricorso, viene evidenziato che sono state disattese le valutazioni di memorie e documenti presentati dal Comune di Marsala, tenuto conto che l’Ente agisce sia a tutela dell’ambiente che dell’economia locale e delle sue prospettive di sviluppo che il piano impugnato compromette in modo grave.“ . In definitiva, l’Amministrazione comunale vuole un Piano che tuteli le nostre risorse ambientali e culturali senza penalizzare lo sviluppo economico, agricolo e turistico di Marsala.