Marsala, linguaggio e politica nell’era digitale

Linguaggio e politica nell’era digitale. L’incontro, promosso in ricordo dell’insegnamento di Tullio De Mauro, si tiene al “Carmine” di Marsala, il 26 settembre alle ore 17,30 /20,30. 

Franco Lo Piparo, già ordinario di “Filosofia e teoria dei linguaggi” presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, terrà a Marsala un incontro su “Linguaggio e politica nell’era digitale-In ricordo dell’insegnamento di Tullio De Mauro”. Numerosi gli impegni e i riconoscimenti. In quiescenza dall’1/11/ ’16), ha ricevuto pure il titolo di “Professore Emerito”. Il decreto è dell’ex Ministero dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. Il “decreto” migliore però, per chi scrive, è quello delle sue ricerche, lezioni e opere. Insieme contano le comunanze scientifiche linguistiche/semiotiche con lo stesso Tullio De Mauro (ne è stato alunno e stimato). Lo cita come riferimento nei suoi lavori. Umberto Eco lo chiama a tener lezioni presso il nuovo ateneo di S. Marino e all’atto del titolo di “Prof. Emerito” gli fa dono di tre grafiche artistiche (creazioni dello stesso Eco). 

Non ci sono onorificenze e “autorità” migliori per dirci del “peso” di F. Lo Piparo! 

 “CAPIRE LE PAROLE, LE PAROLE E LE COSE” (idea e coord. di chi scrive) e “4ARTS GALLERY” (Angela Ruggirello e Sal Giampino Marsala, Via Rapisardi, n.33) cureranno la realizzazione dell’iniziativa. Sarà presente Alberto Di Girolamo, il Sindaco della Città che ha conferito allo stesso T. De Mauro (si ricorda) il titolo di cittadino onorario.   

Idea dell’incontro: discutere e dialogare con studenti e pubblico sui nessi (in generale) tra cose, lingua, linguaggi, politica e potere (urgente nell’era elettro-digitale globalizzata). Un rapporto tra eventi non di certo “disinteressato” (produzione, produttività, prassi, egemonia e dominio non sono scissi). Attraversata dai flussi migratori e dai linguaggi artificiali, l’età contemporanea, che ha eccedenze linguistico-semiotiche e simboliche ultra esponenziali (non sempre trasparenti), necessita di maggiore capacità “democratica” di leggere fra le righe. In-formare i molti, allora! Evitare che il “patrimonio di cultura e di capacità espressive sia riservato sempre più (c.n.) a élites ristrette” (T. De Mauro, “L’educazione linguistica democratica”, a cura di S. Loiero e M. A. Marchese, 2018, p. 73). Qui T. De Mauro sottolinea il valore culturale, sociale, politico e critico dell’art. tre – “rimozione degli ostacoli” – della Costituzione repubblicana italiana, compresi quelli linguistici e simbolici. Vero è infatti che, fra nuove povertà e diseguaglianze socio-politiche, fake news e algoritmi falsari (“bots”), il gap linguistico ha un pil sempre più esteso e infantilizzante. Non esclusi i cittadini cybernetici dei network sociali. La verità/falsità del nesso lingua-politica-potere non esenta nessuno. Di F. Lo Piparo, ricordiamo: 1) “Filosofia, Lingua, Politica-Saggi sulla tradizione linguistica italiana; Aristotele e il linguaggio – Cosa fa di una lingua una lingua; Il professor Gramsci e Wittgenstein- Il linguaggio e il potere; I due carceri di Gramsci- La prigione fascista e il labirinto comunista”; 2) nel 2006, nell’ambito del progetto “Passaggi e tendenze”, al teatro “Sollima”, ha intrattenuto pubblico e studenti marsalesi su “Il simbolo: significati vecchi e nuovi”.

Antonino Contiliano

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