Marsala, la truffa dei pensionati approda in aula
Non riesce ancora a decollare il processo che, per appropriazione indebita, truffa aggravata in concorso e falso in scrittura privata, vede imputato il 42enne marsalese Giacomo Di Girolamo, ex responsabile del gruppo di promotori finanziari della locale agenzia della Banca Mediolanum. Rigettata, infatti, dal giudice Matteo Giacalone l’eccezione sollevata dall’avvocato difensore Ignazio Bilardello, che nella precedente udienza aveva chiesto che venisse dichiarata la “nullità” del decreto di citazione a giudizio per la “genericità dei capi d’imputazione”, ieri non è stato possibile entrare nel vivo del dibattimento con la deposizione del principale investigatore, il luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, perché il pm si è ritrovato nel fascicolo solo una parte delle carte relative alle posizioni delle numerose persone che sarebbero state truffate.
A sollevare il problema è stato ancora l’avvocato Bilardello, che ha chiesto di poter esaminare “tutte” le carte del fascicolo prima di ascoltare chi ha svolto l’indagine. Per questo motivo, è stato necessario rinviare l’udienza ad altra data (15 aprile) e il giudice ha mostrato un po’ di irritazione. Un altro passaggio a vuoto, dunque, per un processo che già nel 2014 subì un “dietro-front” per un’altra eccezione dell’avvocato Bilardello, che davanti al giudice Riggio evidenziò che per il reato di truffa era necessario passare dall’udienza preliminare. La Procura aveva, invece, disposto la citazione diretta a giudizio. Poi, il gup Parrinello dispose il rinvio a giudizio. Anche per la 39enne Francesca D’Amico, che in diversi casi avrebbe agito d’intesa con Di Girolamo, accusato di avere raggirato parecchie persone. Le parti civili sono, infatti, una ventina. In buona parte assistite dagli avvocati Peppe Gandolfo e Carlo Ferracane.
I fatti sarebbe stati commessi tra il 2003 e il 2011. Tra le persone che hanno denunciato la sparizione del loro denaro c’è anche un 90enne che rivuole indietro i suoi 100 mila euro. La Banca Mediolanum è, al contempo, responsabile civile e parte civile. “Datemi i soldi che ci penso io fare tutto il resto…” avrebbe detto il Di Girolamo a diversi risparmiatori. Promettendo di versare le somme sui loro conti correnti o libretti al risparmio, nonché di effettuare investimenti finanziari o stipulare contratti di pensione integrativa. Il denaro, però, sarebbe finito nelle tasche del promoter. L’ammontare della truffa è stata quantificata in circa un milione di euro.