Marsala, il sindaco perde sette consiglieri della sua ex maggioranza
Sette consiglieri comunali, di quella che era la “maggioranza” a Sala delle Lapidi, hanno lasciato il Sindaco Alberto Di Girolamo e la sua Amministrazione. I sette consiglieri lo hanno annunciato in aula, ad apertura dei Consiglio Comunale, leggendo un duro documento politico con il quale hanno preso le distanza dall’Amministrazione Comunale e, seppure non sono ancora passati all’opposizione, per il bene della città continueranno a votare tutti quegli atti amministrativi – valutandoli di volta in volta – che possano migliorare le condizioni di vivibilità in Città o far crescere Marsala. I firmatari, del documento che pubblichiamo qui di seguito, sono: Enzo Sturiano, Ginetta Ingrassia, Luana Alagna (Democratici per Marsala); Letizia Arcara e Oreste Alagna (Cittadini non sudditi); Arturo Galfano (Cambiamo Marsala); Ignazio Chianetta (Psi).
Che una rottura sarebbe capitata, e pure brutta, era da tempo nell’aria. Non ci voleva tanto a capirlo, la “corda” era ormai tesa tra il Sindaco Alberto Di Girolamo e la sua maggioranza politica a Palazzo VII Aprile e lo strappo era inevitabile. Non volendo entrare in merito alle scelte dei sette consiglieri comunali che hanno avuto il coraggio e la dignità di lanciare un sasso nella stagnante situazione politica di Marsala, e tanto meno sulle scelte adottate dal sindaco; è da evidenziare che entrambi gli organi sono stati eletti dai cittadini con l’intendo che, insieme, potessero operare per il bene comune.
Questo, a Marsala, ad un anno dall’elezione fra i due Palazzi cittadini si è erto un muro di gomma, magari fatto da incomprensioni e senza malafede alcuna, che alla fine ha fatto sbottare chi dagli spalti di Palazzo VII Aprile reclama un ruolo, quanto meno propositivo e di indirizzo, nella gestione della cosa pubblica. I consiglieri comunali Enzo Sturiano, Ginetta Ingrassia, Luana Alagna, Letizia Arcara, Oreste Alagna, Arturo Galfano e Ignazio Chianetta, come molti altri tra i 12 consiglieri di maggioranza che hanno preferito non firmare la dura presa di posizione, lamentano di sentirsi emarginati, scarsamente utili alla città, lontani dalla stanza dei bottoni.
Non c’è più sinergia fra i consiglieri di maggioranza ed il Sindaco, gli stessi che, in campagna elettorale, hanno girato da un capo all’altro la città raccogliendo consensi pure per il primo cittadino si vedono ora messi da parte. E’ pur vero che Consiglio Comunale, Sindaco e Giunta Municipale hanno ruoli ed incarichi diversi, ma è altrettanto giusto che non va negata a nessuno la possibilità di poter dare il proprio contributo per il bene comune. L’ultima goccia, a far travasare il vaso ormai pieno, è stata la recente nomina ad Assessore Comunale dell’architetto Rino Passalacqua. I sette consiglieri comunali, nel dichiarare di non aver mai avuto pretese sulle poltrone assessoriali, si sono sentiti esclusi di una scelta che alla fin fine era politica.
Conta poco se il Passalacqua è un buon amico del sindaco, quando si viene insigniti di incarichi di grande responsabilità e per nulla facili quali quelli che incombono sul neo assessore all’agricoltura, verde pubblico. pesca e attività produttive. Amicizia, stima, titolo di studio, professione esercitata… a parte, si è chiesto il Sindaco se è la persona idonea ad assolvere un ruolo così difficile? Con chi ha concordato la nomina?
Aver perso Barraco è stato un danno gravissimo per la Città, perchè dopo che si era insediato ed aveva capito il funzionamento della macchina pubblica, proprio quando era pronto a compiere il proprio dovere nei confronti della collettività, si è accorto che la burocrazia non gli permetteva di fare nulla. Barraco, sicuramente non ha voluto danneggiare il suo amico Sindaco che lo aveva chiamato al proprio fianco, ed ha scaricato la “patata bollente” accusando la burocrazia; ma la burocrazia da chi dipende? Dalla politica, per cui Barraco avrebbe lasciato perchè non gli sarebbe stato possibile apportare cambiamenti, Forse perchè a Marsala non si vuole cambiare nulla. Il “Gattopardo” del Tommasi di Lampedusa è sempre più vivo, presente e attuale ai nostri giorni, forse, più di quanto lo fosse il secolo scorso. Chissà se arriverà un secondo Garibaldi a Marsala per farci credere liberi in una nuova “schiavitù” che arriva; chissà, forse, è quella III^ Repubblica, capitanata da Matteo Renzi, che di già s’intravede. Poveri noi… la vedo davvero brutta
RIPORTIAMO TESTUALMENTE IL DOCUMENTO DEI SETTE CONSIGLIERI COMUNALI
“I sottoscritti Consiglieri Comunali di maggioranza, dopo la nomina dell’assessore Rino Passalacqua, decidono di prendere le distanze da questa Amministrazione Comunale.
La contestazione è strettamente politica e non certamente personale.
Nulla quaestio, infatti, sulla persona dell’architetto Passalacqua, stimato professionista e persona per bene, amico di famiglia di casa Di Girolamo. Quello che noi consiglieri di maggioranza contestiamo è il metodo politico adottato dal primo cittadino, che sembra aver dimenticato che la sua vittoria elettorale è frutto di una sinergia di forze politiche strutturate, animate dalla fiducia nella sua persona e dalla condivisione del suo programma elettorale, oggi più volte disatteso.
Lo scorso lunedì, nel corso di una lunga riunione di maggioranza, non ci è stata data alcuna comunicazione sull’ultima nomina, della quale veniamo a conoscenza attraverso gli organi di stampa.
Occorre precisare che finora non è mai stata avanzata alcuna richiesta di assessorati da parte di codesti Consiglieri Comunali, ma abbiamo soltanto manifestato la volontà di partecipare alla scelta, valutandone la competenza e il profilo professionale.
Non è la prima volta che il Sindaco e la relativa Amministrazione, non condividono e non dialogano sulle scelte programmatiche ma agiscono adottando un metodo autoritario e autoreferenziale. Più volte abbiamo richiesto una verifica politica, caduta nel vuoto anche per l’ insensibilità di alcuni esponenti della maggioranza molto vicini al Sindaco.
Un’ Amministrazione Comunale che pretende di trattare noi consiglieri di maggioranza come servi sciocchi di un sistema che di democratico ha ormai ben poco.
Non è più tollerabile che atti preconfezionati non preceduti da confronto e condivisione giungano in aula consiliare.
Ribadiamo che la questione è meramente politica e affermiamo che non è nostro intendimento passare all’opposizione solo per il profondo rispetto che portiamo ai nostri elettori. Dunque il nostro obbiettivo più che mai si conferma nella direzione della tutela e del superiore interesse della nostra città.
Ciò tuttavia non ci esime dal non votare quegli atti che l’Amministrazione Comunale invierà o ha già inviato in estremo ritardo in Consiglio Comunale, soprattutto misure restrittive che penalizzano i nostri cittadini.
A tal proposito l’amministrazione potrà contare sui numeri di quei consiglieri comunali di opposizione che sono accorsi più volte in suo aiuto.
Una linea politica dura che vuole rimarcare l’importanza delle regole democratiche faticosamente conquistate e del principio di maggioranza.
Pertanto noi consiglieri sottoscrittori, memori del programma elettorale che abbiamo condiviso meno di un anno fa, voteremo gli atti solamente se lo riterremo opportuno e vantaggioso per la città, che siamo chiamati a rappresentare e tutelare, senza barattare il bene della nostra città con alcun tipo di accordo.
I Consiglieri Comunali
Vincenzo Sturiano (F.to)
Arturo Galfano (F.to)
Luana Alagna (F.to)
Oreste Alagna (F.to)
Letizia Arcara (F.to)
Ignazio Chianetta (F.to)
Luigia Ingrassia (F.to)”
Da Salvatore Lombardo ad Alberto Di Girolamo, salvo il quinquennio nel quale
il narcisismo è stato bandito dai civici palazzi della città di Marsala, in quanto
incompatibile con la visione e l’azione di Eugenio Galfano, la sua formazione
politica, l’incedere e l’eleganza di una tradizione familiare che dava del tu a Ugo
La Malfa, si, proprio al più grande statista del secolo scorso, come Eugenio Scalfari
più volte ce lo ricorda, per il resto non può meravigliare nessuno.
Questa nostra città, s’è ridotta ad una esclusiva presenza all’ARS, in forza del
“borsino”, nessun parlamentare nazionale, una prateria sconfinata di macerie
dei grandi partiti, popolari, socialisti, laici o liberaldemocratici, ed in guisa delle
grandi personalità che li rappresentavano abbiamo assistito al più grande massacro
della Politica, della visione includente della società, ” fuori i migliori “, dentro i fedeli,
sodali, amici di famiglia, di cerchie ristrette, in sintesi: classe di potere, sinonimo
di chiusura verso la società, a fronte della classe dirigente, sinonimo di apertura.
Nulla di personale, solo una evidente chiave di lettura, utile a trovare conforto lungo
una via ormai segnata, quasi irrimediabilmente, oltre il buio a 5 o 7 stelle.