Marsala, il caro benzina non trova oppositori. Gli Adamo “dettano” legge

caro_benzina_marsalaMarsala è una strana città, subisce il prezzo più alto del carburante e nessuno si oppone. E’ risaputo, basta spostarsi 30 chilometri ed il prezzo di benzina e diesel scende di dai 10 fino a punte di 20 centesimi al litro che equivalgono ad un risparmio dalle 5 alle 10 ero ad ogni pieno per un’utilitaria. Ufficialmente non è dato sapere cosa accade, i prezzi sono frutto della concertazione fra le compagnie petrolifere (Esso, K8, Agip ecc.) ed i depositi che acquistano e distribuiscono il carburante sul territorio. Come a dire che il prezzo è il naturale compromesso scaturito fra chi acquista e chi vende, nel libero mercato.

A Marsala il mercato è “marcio”, risponde a bieche logiche di potere gestite dalla famiglia Adamo che sembra aver viziato le regole del libero mercato venendo ad instaurare una sorta monopolio in grado di controllare il costo di acquisto e di gestire il prezzo al pubblico. Roba da inchiesta antitrust; ma nessuno interviene… Mancano le prove! E poi nessuno tiene a mettersi contro gli Adamo, troppo “potenti” per i piccoli padroncini di pompe di benzina a Marsala. Nel corso degli anni, il loro numero di gestori di impianti forniti direttamente dalle compagnie petrolifere, si è ridotto a lumicino; forse una decina su circa 100 impianti.

Uno di loro, manteniamo segreta l’identità per ovvi motivi, è stanco di lottare contro “i mulini a vento”. Ci racconta che è destinato a soccombere sotto la pressione della concorrenza sleale esercitata dagli Adamo che, dopo Marsala, stanno “colonizzando” altre città del comprensorio trapanese e delle vicine province rilevando impianti vecchi e dislocandone dei nuovi. Tutto in piena legalità, per carità. L’unico neo è che a fronte dell’aumento della domanda di carburante, il prezzo alla pompa al posto di diminuire a Marsala, “misteriosamente” si mantiene più alto che altrove. Malgrado la sua buona volontà e le pressanti richieste ai fornitori non riesce ad acquistare carburante al prezzo dei colleghi di Trapani, Castellammare del Golfo, Alcamo, Mazara, Castelevetrano, ecc. Il gestore “autonomo”, non Adamo dipendente, fa appello al Consiglio Comunale, alla Giunta Municipale, al Sindaco ed ai deputati eletti con i voti dei marsalesi, affinchè intervengano – nelle giuste sedi – per fare giustizia.

La questione caro benzina a Marsala, ancora una volta, entra in Consiglio Comunale con un documento a firma del consigliere Michele Gandolfo del Partito Socialista. Un ordine del giorno per chiedere che si faccia chiarezza sul caro benzina a Marsala, e in particolare sui motivi per cui il prezzo del carburante in città sia più alto rispetto alle città limitrofe. Dall’ordine del giorno, presentato da Michele Gandolfo e sottoscritto da diversi consiglieri comunali, si legge testuale: “Il mancato adeguamento dei listini di benzina e gasolio all’andamento al ribasso del petrolio, sta producendo pesanti effetti per le tasche dei cittadini. In Sicilia viene raffinato circa il 40% del petrolio lavorato in Italia e stupisce che il l prezzo della benzina sia il più caro d’Italia. Considerato che nella città di Marsala la situazione è ancora più grave in quanto i distributori mantengono prezzi mediamente più alti rispetto alle altre città della provincia. Si ritiene necessario l’intervento dell’antitrust nazionale al fine di svolgere una indagine conoscitiva per stabilire se, come sospettato da più parti, ormai da tempo vi sia un cartello nella città di Marsala con l’obiettivo di eliminare o diminuire la concorrenza tra i vari distributori causando un aumento dei prezzi medi dei carburanti che risulterebbero più alti di oltre 10 centesimi di euro al litro rispetto alle altre città della Provincia di Trapani. Tra l’altro tale situazione viene confermata da una verifica effettuata su prezzibenzina.it . Tutto ciò comporterebbe un aggravio dei costi che si può calcolare in circa 300 euro annui a famiglia e in circa 10 milioni di euro annui per i cittadini marsalesi non dimenticando il danno maggiore a carico delle imprese cittadine”.

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