Marsala, i lavori del porto stentano ad essere avviati

Troppe ombre aleggiano attorno al recupero dell’area portuale. Ritardi e presunte omissioni avrebbero fatto perdere un consistente contributo pubblico. Una grande occasione persa. 

Il porto di Marsala resta fino ad oggi la più grande opera incompiuta della città. Le sue condizioni statico edilizie ed i bassi fondali e l’insistenza di infrastrutture ne hanno ridotto la funzionalità, fino a ridursi ad un bacino per piccole imbarcazioni. Intanto si attende, di anno in anno, l’avvio dei lavori che dovrebbero trasformare il vecchio approdo multifunzionale in uno dei migliori approdi turistici del bacino del Mediterraneo. E’ il progetto “faraonico” del Marina di Marsala della Myr, una società riconducibile agli Ombra, nota famiglia di imprenditori della città. La Myr sembra disporre di tutto ciò che necessita, autorizzazioni, concessione e gran parte delle risorse economiche già stanziate; ma per qualche misterioso problema di fondo, la società non si riesce ad avviare i lavori.

Come se non bastasse il porto di Marsala avrebbe perso un grosso finanziamento pubblico. Pare che alcune decine di milioni di euro per la messa in sicurezza della struttura portuale siano andate perdute perchè nessuno le abbia chieste. Per chi stenta ancora a comprendere la gravità di quanto sarebbe accaduto vogliamo essere più espliciti: i pubblici amministratori e i dirigenti del C psu cui più volte si sono registrate decise prese di posizione da parte dell’ex sindaco Giulia Adamo. Alcuni mesi fa, come si ricorderà, la Adamo aveva tenuto una conferenza stampa spiegando le ragioni che l’aveva portata a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Marsala. In particolare, si richiedeva alla magistratura di verificare l’eventualità di comportamenti omissivi da parte di politici e funzionari del Comune di Marsala con l’obiettivo di bloccare l’iter della messa in sicurezza del porto di Marsala.

Nei giorni scorsi sulle vicende del Porto pubblico sono stati recentemente al centro di due distinte prese di posizione di altrettanti Consiglieri Comunali in carica: Michele Gandolfo e Giusi Piccione. In particolare Michele Gandolfo aveva pubblicato su Facebook le sue riflessioni sull’argomento: “La commissione lavori pubblici del comune di Marsala che presiedo ha chiesto al segretario generale del comune di Marsala tutto il carteggio relativo alla questione e in particolare per verificare se realmente il comune di Marsala non ha risposto alle richieste pervenute dalla commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale che voleva informazioni sui pericoli dell’attuale configurazione del porto che dovevano constatare le condizioni per la messa in sicurezza, determinando di fatto l’interruzione dell’iter del finanziamento. Se ciò risulterebbe al vero saremmo in presenza di omissione di atti di ufficio. Perdurando il silenzio su quanto richiesto chiederò un incontro al prefetto per sollecitare quanto sopra!”.

Pure il consigliere comunale Giusi Piccione, ha mostrato attenzione per la vicenda: “Il porto pubblico una questione che seguo da sempre e che ho portato più volte all’attenzione dell’amministrazione. La realizzazione infatti di tale opera di messa in sicurezza del porto pubblico, importante per lo sviluppo del nostro territorio, ha trovato pieno ascolto da parte della Commissione Lavori Pubblici e dal Presidente Michele Gandolfo il quale ringrazio per l’impegno che sta mettendo relativamente al tema. Io stessa, successivamente alla conferenza stampa dell’onorevole Giulia Adamo e grazie alla collaborazione dell’ex assessore Benny Musillami ho portato in commissione le domande poste dall’ ex sindaco, domande a cui vogliamo dare risposta mediante un’attenta analisi dell’iter amministrativo svolto fino ad oggi. […] Tengo a ribadire che comprendere l’iter procedurale non deve avere il gusto della “caccia alle streghe”,  ma dovrà chiarirci come poter portare avanti un percorso che per ragioni non conosciute è  stato interrotto”.

Diplomazia a parte vi è il sospetto che qualcuno ha sbagliato  e pure di grosso facendo perdere un consistente contributo economico, ritardando la messa in sicurezza della struttura e pregiudicano, forse, il futuro dell’opera pubblica tanto attesa in Città.

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