Marsala ha ricordato Vito Pipitone, sindacalista ucciso dalla mafia
Il coordinamento provinciale di Libera e l’Amministrazione comunale di Marsala hanno ricordato oggi, a 68 anni dalla sua barbara uccisione, Vito Pipitone. Il sindacalista di Federterre, pagò con la vita, il 6 dicembre 1947, il suo impegno a favore dei braccianti agricoli.
Trentanove anni, padre di quattro figli, Vito Pipitone subì una sorte simile a quella che toccò in quegli anni a Placido Rizzotto, Accursio Miraglia e Salvatore Carnevale, convinti sostenitori della possibilità di applicare anche in Sicilia la nuova legislazione in materia di agricoltura varata dal governo nazionale e dal ministro Fausto Gullo.
Ma le nuove norme non erano ben viste da tanti “signorotti” dell’epoca, che non esitarono a mettersi d’accordo con la mafia per sbarazzarsi dei sindacalisti più determinati a difendere i diritti degli operai.
Alla cerimonia di oggi hanno preso parte i rappresentanti di Libera coordinati da Tonino Passalacqua (erano assenti Salvatore Ingui’ e Davide Piccione, il primo in missione fuori dall’Italia, il secondo ammalato) e una scolaresca di giovani studenti.
All’appuntamento non è voluto mancare il Sindaco Alberto Di Girolamo. Assieme a lui anche gli Assessori Clara Ruggieri e Anna Maria Angileri e i consiglieri Angelo Di Girolamo, Daniele Nuccio, Linda Licari.
Ad accogliere tutti i partecipanti all’iniziativa, nel luogo dove sorge il Monumento a Vito Pipitone in via Bue morto, è stato il figlio Antonino (che all’epoca dell’assassinio aveva soli 4 anni), assieme alla sua famiglia. La cerimonia, durante la quale il preside Gaspare Li Causi ha tracciato la figura e il ruolo del Sindacalista Vito Pipitone, si è conclusa con la messa a dimora di due alberi di ulivi, primo step per creare presto un vero e proprio giardino della memoria.