Marsala, fioccano le multe; il sindaco “sceriffo” si complimenta per i risultati
Fioccano le multe a Marsala ma, la città, malgrado gli sforzi, continua a rimanere sporca, ma anche maleodorante e con condizioni igieniche che, sicuramente, rasentano i limiti della legalità, per non parlare poi della presenza di blatte, insetti e persino topi. Non stiamo scrivendo nulla di nuovo, anche diversi consiglieri comunali, non ultima Eleonora Milazzo, ha messo nero su bianco nel tentativo che si procedesse ad un immediato servizio di disinfestazione e derattizzazione della Città. Qualcuno starà sicuramente pensando all’ennesima campagna di destabilizzazione politica per il il Sindaco ed i suoi Assessori, ma non è così. A lamentarsi sono gran parte dei cittadini, prova inconfutabile sono le numerose foto, con commenti al vetriolo, postate sui socialmedia. Evidentemente c’è qual cosa che non funziona, oltre alla carenza cronica delle discariche in Sicilia che non permettono più un costante smaltimento dell’indifferenziata (il secco residuo, RSU).
L’Amministrazione Comunale guidata dal dottore Alberto Di Girolamo non riuscendo a trovare una cura efficace, per porre fine a tutta una serie di carenze, non trova di meglio che accentuare la repressione mettendo in campo Agenti della Polizia Municipale, Ispettori ambientali e personale dell’Energetica Ambiente (ex Aimeri). Oggi lusinghiero dei risultati ottenuti ha diffuso, il primo cittadino, un comunicato stampa dal quale si apprende: “L’azione negli ultimi giorni ha interessato soprattutto i palazzi che gravitano nella zona di via Del Fante, via Dante Alighieri (ex Circonvallazione) e via Trapani. Oltre una cinquantina i controlli effettuati che hanno portato all’elevazione di quattordici verbali con sanzione pecunario-amministrativa di 200 euro nei confronti di chi non ha smaltito correttamente i rifiuti. Le infrazioni hanno riguardato principalmente la non attuazione dello smaltimento differenziato dei rifiuti. Solo due sono stati invece multati per avere depositato i sacchetti fuori orario”.
Ebbene, problema risolto: tutta colpa dei cittadini che non hanno collaborato alle disposizioni imposte dal Sindaco. Il capro espiatorio, ancora una volta è l’utenza. E l’Amministrazione Comunale, come si suol dire, con una “fava” ha preso tre “piccioni”: ha individuato i colpevoli, ha elevato salate multe per la loro “negligenza”, ha fatto cassa. Vero esempio di stacanovismo amministrativo, non c’è che dire! Il karma della città, “scaricare sugli altri le proprie responsabilità”, vince ancora una volta. Ci dispiace “smentire” il vice sindaco Agostino Licari che, per questa Amministrazione, aveva coniato un karma tutto suo: “è cambiato il verso”; perchè qui nulla è mai cambiato, anzi peggiora. Vi è una città priva del più basilare concetto di programmazione, dove esistono problemi irrisolti ben più gravi delle carenze di servizi che investono residenti e turisti. Nessuno sembra accorgersi: dell’economia cittadina in ginocchio; della moria di imprese; delle saracinesche che si abbassano, per non rialzarsi più; dello sproporzionato numero di inoccupati; dello stato di povertà crescente che ha raggiunto i limiti dell’umana sopportazione.
In compenso questo sindaco esulta per le multe prese, per un Corpo dei vigili urbani trasformato in esattori del Comune (un milione e passa di euro di contravvenzioni prese solo nei primi sei mesi dell’anno in corso), solo perchè occorre fare cassa a tutti i costi. Purtroppo gran parte dei verbali elevati, che hanno fatto conquistare spazi gratuiti sui mas media al sindaco, non saranno mai pagati dai trasgresspri perchè versano nello stato di povertà. Questa è una città che sta implodendo per il “bigottismo”, dove si addossano le colpe ai cittadini, e li si penalizza con multe salatissime, per nascondere magari pecche, negligenze e stipendi altisonanti “indegnamente” percepiti. Non è questione di legalità, perchè è giusto e doveroso “castigare” chi infrange le regole; anche se -a nostro modesto avviso – il cittadino in difficoltà andrebbe aiutato a conoscere le regole basilari del vivere in una comunitá e al rispetto delle norme. Nessuno sta contestando l’applicazione della legge e le misure coercitive che impone la stessa per il vivere civile, ma è anche vero che chi amministra una Città è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. Se Marsala oggi è ridotta ai minimi termini, qualcuno avrà pure sbagliato in passato; ma chi continua a pagare é il cittadino che vive in un territorio fortemente declassata, anche per quanto attiene la qualità della vita. Non dimentichiamoci che la nostra provincia è la 96^, su 110) nella graduatoria de “Il Sole 24 ore” per la qualità della vita nel 2015 ed i pubblici amministratori ed i dirigenti degli Enti Pubblici, lautamente ricompensati, farebbero bene ad interrogarsi sui propri ruoli e per come meglio adoperarsi per far crescere il territorio, la vivibilità di questa terra, la qualità della vita di chi abiti e di chi viene per turismo
Il sindaco “sceriffo” non serve; farebbe meglio il primo cittadino – a nostro modesto avviso – a chiedersi perchè la gente infrange la legge. Perché parcheggia in vie su cui è vietata la sosta? Forse perchè mancano i parcheggi. Perché la gente evade le imposte sull’acqua, sui rifiuti, sugli immobili? Forse perchè non ha il denaro per poterlo fare. Perché c’è gente che lavora in nero o peggio ancora si improvvisa ambulante, parcheggiatore abusivo? Forse perchè non c’è lavoro.
Viene lecito chiedersi se non fosse il caso, prima di inviare la polizia municipale a reprimere gli “illeciti” e poi pretendere il pagamento di esose multe, affrontare le problematiche nelle giuste sedi, trovare i margini per un dialogo. I problemi di viabilità è notorio, per esempio, che si risolvono con specifici piani del traffico e con la realizzazione delle necessarie infrastrutture. Lo stato sociale dei senza lavoro, degli indigenti, di chi non ha di che vivere o peggio ancora di che curarsi non si risolve con il contributo straordinario, con la “strenna” natalizia o i lavori socialmente utili a singhiozzo. Si ha l’impressione che a questa Amministrazione manchi il buon senso di confrontarsi con la cittadinanza di tutti i ceti sociali. I partecipanti ai salotti buoni, hanno esigenze ben diverse di chi sta vivendo il disagio di non avere un posto di lavoro o l’emarginazione in cui il proprio stato sociale lo ha relegato.
Alla città, sicuramente, piacerebbe avere un sindaco meno “sceriffo” e più “papà”, in grado di amministrare con il buonsenso del padre di famiglia, pronto a difendere i propri “figli” (i cittadini) e a battersi per il loro futuro. Il padre che usa la “frusta” non lascia una buona immagine di se e, poi, si sa che con la “carota” si ottiene sempre di più.