Marsala. Era la strada delle case chiuse. “Ora ridiamo dignità a Via Trusso”
Da tutti, a Marsala, via Trusso, è conosciuta come la strada dei “casini”, delle case chiuse, la strada della tolleranza. “Ora vogliamo vogliamo dare dignità a questa strada, e farla diventare la strada di tutti, a più di 50 anni dalla chiusura delle case chiuse”, spiega Elio Licari presentando l’evento che si terrà oggi, alle 18, con l’associazione Nel segno del Sale, e il Rotary Club Marsala Lilibeo Isole Egadi. Ci sarà l’inaugurazione di Via Trusso, del nuovo corso della strada, con la musica di Ninni Arini, e il taglio del nastro con il sindaco Alberto Di Girolamo.
Una storia fatta di tolleranza, di maschilismo, e di un’epoca lontana in cui i ragazzi venivano preparati al matrimonio con le prostitute. Si racconterà cos’era via Trusso prima della legge Merlin, che nel 1958 abolì i bordelli.
“Parleremo delle motivazioni per cui sono nate – racconta Licari, di un mondo maschilista in cui il ricorso al sesso a pagamento era tollerato, e lo è tuttora sotto certi aspetti, di un’epoca in cui il giovane maschio veniva preparato al matrimonio in queste case. Per il maschio tutto era lecito, la donna invece non poteva esprimere la propria sessualità”
E poi la legge Merlin, che prende il nome dalla senatrice socialista Lina Merlin. “Racconteremo anche chi era questa donna che nella sua vita si è battuta per dare dignità alla donna. Dall’entrata in vigore di questa legge via Trusso smette di essere la strada delle puttane, in realtà qualche prostituta continuerà ad operare di nascosto. Oggi viene ancora ricordata così, e noi vogliamo ridare dignità a quella strada”. Elio Licari ricorda molte cose di quel periodo, di quando era ragazzino e arrivavano al porto le navi tedesche. “Ricordo ancora, quando giocavo a pallone al Salato, un marinaio tedesco che mi chiese dove si trovasse ‘Trussenstrasse’, all’inizio non capivo, poi mi ha fatto un gesto inequivocabile con la mano”. Al porto di Marsala in quel periodo arrivavano tante navi, e la prima cosa che volevano sapere i marinai, dopo mesi di navigazione, era dove si trovassero i bordelli.
Ogni 15 giorni, poi, arrivavano le ragazze nuove. “Le quindicine, quando arrivavano alla stazione – racconta Licari – le facevano salire sul carro e le portavano a spasso per la città. Come se mettevano in mostra la merce, una cosa raccapricciante oggi, ma che all’epoca accadeva. Le ragazze giravano tra i tavoli del bar in piazza Loggia, si facevano conoscere. Si spargeva la voce che erano arrivate in città le nuove ragazze”. E i primi giorni era una delle strade più trafficate, via Trusso. Anche sul nome della strada si farà luce. Negli anni circolava la voce che in realtà fosse una strada intitolata a tale Tommaso Russo. “Non è così – spiega Licari – non risulta da nessuna parte, la via si chiama Trusso e noi vogamo darle dignità. Non può essere ancora chiamata come la strada delle puttane”.