Marsala, dal 2 settembre le domandine per lavori socialmente utili per nuclei familiari disagiati

Dal 2 settembre, gli aventi diritto, potranno presentare le domandine per lavori socialmente utili.E’ quanto prevede il nuovo progetto “SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva), istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per nuclei familiari disagiati.

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Per accedere a questo progetto gli interessati devono essere in possesso di un reddito ISEE inferiore o uguale a 3.000,00 euro; non devono essere beneficiari di sostegni economici mensili superiori ad euro 600,00; né fruire dell’indennità di disoccupazione (NASPI) o dell’assegno di disoccupazione (ASDI). Inoltre, dovranno anche dimostrare di non avere acquistato nell’ultimo anno autoveicoli di grossa cilindrata.

Le domande per accedere all’iniziativa, su apposito modulo predisposto dall’INPS, dovranno essere presentate, a seconda della residenza, nei due Comuni del Distretto Socio-sanitario n. 52 dal 2 settembre in poi. Di questo se ne parlato nel corso di un incontro, tenutosi presso la sede dei servizi sociali di Marsala a Sappusi, fra l’assessore alle politiche sociali e culturali Clara Ruggieri e i rappresentanti degli enti del terzo settore e delle Caritas parrocchiali. La riunione è servita alla titolare della delega alle politiche sociali dell’Amministrazione Di Girolamo per presentare

Si tratta di una misura che intende gettare le basi per l’avvio del piano nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Il SIA prevede, infatti, l’erogazione di un sussidio economico (sotto forma di reddito minimo garantito) a nuclei familiari in condizioni economiche disagiate, in cui siano presenti figli minori, figli disabili o donne incinte. Nel corso dell’incontro è stato anche precisato che il SIA prevede l’assegnazione di 80,00 euro mensili per ogni componente del nucleo familiare, fino ad un massimo di euro 400,00 mensili.

L’obiettivo finale del provvedimento non è solo quello di dare un sostegno economico alle famiglie disagiate, ma di dotarle degli strumenti utili per farle ritornare autonome. Infatti tale sussidio è subordinato ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai servizi sociali del Comune in rete con l’INPS, i centri per l’impiego, i servizi sanitari. Si tratta sicuramente di una rivoluzione nell’ambito del sostegno agli indigenti, in quanto il principio di fondo è rappresentato dalla considerazione che il sostegno al reddito non costituisce elemento sufficiente per uscire dallo stato di povertà.

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