Marsala, colpi di pistola al Vecchio Mercato e rissa/e nei pressi di piazza Loggia
E’ notte fonda quando alcuni spari, presumibilmente esplosi da una pistola (forse caricata a salve, tutto da verificare), precedono di una manciata di secondi la fuoriuscita in massa di un centinaio, o forse molti di più, avventori dei locali del Vecchio Mercato. Pure gestori e personale, impauriti, hanno lasciato le proprie attività incustodite. E’ il caos, i ragazzi sono impauriti, hanno udito gli spari e sono corsi via. Qualcuno nella ressa si è pure ferito; fortunatamente non è grave.
Le forze dell’ordine, polizia e carabinieri, si portano tempestivamente sul posto, ma dell’uomo che ha sparato nessuna traccia. Devono lavorare, per cui non li disturbiamo, da operatori dell’informazione – con tanta discrezione – li osserviamo, li seguiamo nei movimenti, ascoltiamo i ragazzi che parlano dell’accaduto e confrontiamo la nostra tesi con la loro, poi arrivano i primi messaggi sui social. E, quando diventano una valanga ci accingiamo a buttare giù quattro righe sul nostro blog d’informazione su quanto sarebbe accaduto. Il tutto è da prendere con le pinze, non facciamo riferimento a fonti ufficiali o a testimoni. Ecco perché riportiamo le due diverse, quanto sommarie, interpretazioni: la prima parla di un individuo, dopo gli spari, che si sarebbe aggirato nel corridoio centrale del Mercato brandendo una pistola, come se stesse cercando qualcuno contro cui rivolgerla; l’altra sostiene che sia stata una violenta reazione di un cliente per il costo ritenuto eccessivo della propria consumazione ed avrebbe esploso un solo colpo in aria con una pistola a salve. La verità sta agli inquirenti accertarla. La cosa assai grave è il gesto e le gravi conseguenze che avrebbe potuto causare, pure se il colpo era salve. L’irresponsabile dovrà essere assicurato alla giustizia al più presto, prima che altri si sentano “autorizzati” a risolvere le proprie controversie con armi in pugno. Marsala non è la cittadina dello sperduto far-west.
Sempre il passaparola ed i social riferiscono di una violenta rissa, forse due, avvenute in concomitanza con gli spari al Mercato è nel raggio di 300 metri dallo stesso. Ecco le due versioni: sempre dopo la mezza notte e mezza, nel cuore pulsane della movida marsalese, in Piazza della Repubblica, un gruppo di ragazzi si sarebbero picchiati in maniera disumana; poco distante, forse lo stesso gruppo o altri, in via della Gancia, dietro agli uffici della Posta Centrale, nuovamente botte, botte da orbi. Notte di ordinaria follia a Marsala con l’ennesimo sabato sera che stava per trasformarsi in tragedia. La città, malgrado gli sforzi delle forze, notoriamente sotto organico, non è sicura. Il rapporto tra popolazione e tutori dell’ordine si è notevolmente affievolito negli ultimi tempi a fronte di una recrudescenza delinquenziale-criminale che spadroneggia in città. La gente ha paura, sta zitta… non collabora. Forse non si sente particolarmente protetta, ed ecco che molti crimini rimangono impuniti: perché vittime e testimoni, per paura, non collaborano con le forze dell’ordine.
Al Mercato, in Piazza, per strada… qualcuno avrà visto come sono andati i fatti, chi ha sparato, chi ha originato la rissa; ma la paura di rimanere “coinvolti” li induce a starsene zitti. Non è omertà, la nuova generazione non conosce questo termine; è il loro “mantra” per poter sopravvivere in una società sempre più senza regole; una giungla che emula stili di vita non consoni alle nostre tradizioni, la vita notturna, l’ozio, i vizi e gli eccessi. Si sentono vittime della società, hanno bruciato le tappe per essere subito adulti, ma questa “precoce emancipazione” gli brucia dentro e devono appagare i loro dispiaceri cercando “paradisi artificiali” con l’alcol, le droghe e tante volte con entrambi. A guardarli, soprattutto quando sono in gruppo, sembrano uomini e donne “maturi”, spavaldi, esteriormente duri come rocce, ma interiormente fragili, fragilissimi con il loro io che non ha, ancora, superato l’adolescenza. Praticamente “bamboccioni” ad oltranza che sfogano la propria rabbia con la violenza.